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Uomini e Donne: sotto gli addominali niente. O quasi

Ho una notizia che non vi piacerà, cari puristi del tubo catodico.  Programmi come Uomini &Donne e simili-vanno visti e seguiti con attenzione, chè sono lo specchio preoccupante di ciò che stiamo diventando. O che forse già siamo.
 
Avete presente quelle confezioni regalo bellissime che si fanno a Natale per adornare gli alberi?
Perfette all'esterno ma, ovviamente, vuote. Messe lì  p' bellezz, come si dice dalle mie parti. Non che la tv debba solo essere impegnata e pedagogica, ma neanche una discarica a cielo aperto.
Non voglio recitare il ruolo dell’intellettualoide complessata e pesante. Io per prima pecco di preparazione su tantissimi argomenti, e spesso preferisco un gran bel cartone animato (dei classici Disney però: su questo compromessi zero).
 
Un piccolo sforzo, però, sarebbe auspicabile che lo facesse, la produzione dei canali televisivi. Tipo,  verificare il grado di padronanza della lingua italiana di aspiranti conduttori e soubrette. Saper mettere insieme un pensiero  di senso compiuto senza averlo prima preparato a casa, imparato a memoria e recitato (peraltro molto male ) farebbe già la differenza…
 
Di sicuro quattro risate ce le facciamo, quando ci imbattiamo in questa tragicomica esperienza a  metà tra il sensoriale e il sociologico. Anche se, per fortuna, in alcuni casi sarà una risata di impostazione per così dire, pirandelliana.
E mentre ci distraiamo così,  sparisce per magia ogni mezzo che consenta di far circolare il pensiero non pilotato  dall’alto  (o dal basso, dipende dai punti di vista). Niente sembra scalfire o mettere in discussione il paradigma per cui l’apparenza è tutto. E le urla sono un modo per stordire l’interlocutore affinchè non si accorda della propria assoluta mancanza di argomenti.
 
Ma sono sul serio questi i modelli che vogliamo seguire e lasciare in eredità a chi verrà dopo di noi? Ci appaga davvero questa omogeneizzazione mentale e intellettuale?
 
«L’essenziale è invisibile agli occhi». scriveva Antoine de Saint-Exupéry. E io credo che queste parole siano uno di quei mantra da tatuarsi in fronte, per mettersi al riparo da eventuali, improvvise, amnesie.
 
Già, credo proprio che ora andrò a riprendere e rileggere Il piccolo Principe.
 
Voi che fate? La spegnete la tv? 
 
 
 
 
La tv può produrre "mostri". A voi la scelta, davanti a tutto questo, se piangere o ridere...
 
 
 
 

 

Continua...

Dimagrire a tutti i costi? E’ora di finirla!

Qual’è l’ immagine di donna che viene pubblicata sulle riviste di moda?
Magra come un chiodo e ai limiti della sopravvivenza. E per apparire così le modelle vengono costrette a regimi alimentari durissimi e sottoposte ad un ricatto: perdere il posto di lavoro nel caso in cui non rientrano negli standard richiesti.
Ma ci sono conseguenze ancora più gravi se pensiamo a tutte quelle ragazzine che si sentono frustrate nel vederle e che nel tentativo di apparire come loro violentano quotidianamente il loro corpo perdendo quell’allegria e spensieratezza che dovrebbero caratterizzarla loro età.

Qualcuno ha detto basta e quel qualcuno ha solo 23 anni!
Si chiama Charli Howard è una modella inglese e secondo l’agenzia per cui lavorava avrebbe dovuto perdere altri 3 centimetri di peso sui fianchi, in caso contrario, le avrebbero annullato il contratto.
Charli Howard, già taglia 38, ha fatto lavorare bene il suo cervello, ed invece di mettersi a dieta ha pubblicato una lettera su facebook diretta all’agenzia di moda nella quale protesta contro questo assurdo ricatto:” ''Non permetterò più che mi diciate com'è meglio che io sia e cosa devo cambiare per diventare 'bella' nella speranza che voi mi troviate lavoro - spiega la giovane nel post -. Mi rifiuto di vergognarmi di non rispecchiare i vostri ridicoli standard estetici. In caso non lo abbiate ancora notato, sono una donna. Un essere umano. Non posso tagliarmi le ossa dei fianchi solo per entrare in una certa taglia. Più ci forzate a perdere peso e ad essere magre più gli stilisti realizzano abiti striminziti, e le ragazzine si ammalano. Non è più questa l'immagine che ho scelto di rappresentare''.
 
Questa lettera ha trovato il sostegno di numerose persone sul web, la speranza è che questo messaggio arrivi alle altre modelle e ed a quelle ragazze che vogliono imitarle e che possa essere l’ inizio di un cambiamento in cui si combattono gli standard di bellezza attuali che possiamo definire sbagliati e pericolosi.
 
 
Guarda un video shock sugli effetti dell'anoressia

 
 
 
Continua...

Questo articolo potrebbe urtare la vostra ironia: le piante soffrono?

Sulla fan page del Progresso etico vegano ho trovato questo assurdo articolo ripreso dal blog di Carla Sale Musio, sedicente psicologa e terapeuta che farnetica di digiuni e crudismo, sostenendo che i comuni mortali siano in realtà dei tossici, dei carboidrati-dipendenti, dei fattoni di pizza. Secondo questa santona solo chi si nutre poco, solo chi mangia poco cibo (crudo) può ambire alla salute, alla purezza d’animo.
Prendetevi un minuto per leggere questo assaggio di follia, ne vale la pena, davvero:

"Gli animali ci mostrano la sofferenza e la paura di morire, ed esprimono il dolore in modi identici a quelli degli esseri umani. Scappano, piangono, gridano si disperano, sanguinano, agonizzano e cercano aiuto con gli occhi e con i gesti. Proprio come noi. Le piante, invece, non hanno occhi per guardare né gambe per scappare, non sanguinano e non piangono, e questo rende molto più difficile l’identificazione e la possibilità di riconoscere in loro la paura della morte e l’attaccamento alla vita. [...] Dovendo sacrificare qualcuno per la propria sopravvivenza, i vegani preferiscono uccidere quegli esseri che, essendo privi di sistema nervoso, almeno non hanno una percezione fisica del dolore. 

Certo, tutto ciò che è vivo vuole vivere e non morire. Però, raccogliere erbe e frutti è un po’ come tagliarsi i capelli o farsi la barba, mentre ammazzare mucche, pecore o galline è simile a tagliarsi le dita (esce molto sangue e si prova un dolore terribile). Probabilmente neanche i nostri capelli sono felici di incontrare le forbici del parrucchiere, né la barba è contenta di essere rasata, né i peli sono d’accordo a essere strappati con la ceretta o bruciati con la luce pulsata. [...] 

Mangiare non è mai etico. Le grandi figure spirituali di tutti i tempi ci hanno mostrato con l’esempio delle loro vite che l’evoluzione dell’anima cammina nella direzione di un nutrimento fatto di energia pura più che di alimenti, di Luce più che di cibo. Ma tutti noi, comuni e imperfetti mortali che ancora non abbiamo raggiunto la saggezza e la consapevolezza spirituale necessarie per vivere di sola Luce, non riusciamo a rinunciare al cibo e per vivere abbiamo bisogno di mangiare (almeno per adesso)."

Anch’io non vedo l'ora di avere la consapevolezza spirituale per vivere di sola luce. Quanta sofferenza provoco ai miei capelli ogni volta che mi taglio la frangia? E gli uomini non si vergognano a farsi la barba ogni giorno? Lasciamo stare, gli uomini poi sono assassini di massa, con una sega ammazzano milioni di esseri viventi. E la ceretta? Quella non arreca sofferenza solo ai peli. 

E i capelli che cadono spontaneamente soffrono o no? Forse si suicidano? E ogni ciclo mestruale è quindi una potenziale vita sprecata? Non parliamo poi dell’inquinamento dovuto agli assorbenti. Molto meglio non mangiare e causarsi l’amenorrea. Ma se ci si nutre soltanto di luce si può porre fine a tutto questo. MORENDO. E diventando vita per i vermi che, infatti, spopolano nella società di oggi.

Insomma, nessuno pensa alle carote. E neanche ai marò.

Vale

 

Guarda il video del killer di carote più popolare di Roma!

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Continua...

 

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