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Arf Festival 2022, la rinascita dolce del fumetto nel cuore di Roma

Distruggere, ricostruire, rinascere

Mai un claim fu più veritiero. Dopo due anni di stop, in cui l’ARF Festival ci ha comunque fatto compagnia con il suo volume di successo Covid-Come Vite Distanti e la mostra Women in comics, la voglia di ripartire era sicuramente tanta.

Si è notato dalla nutrita partecipazione all'evento, svoltosi a Testaccio, tra l’Area dell’ex Mattatoio e l’adiacente Città dell’Altra economia. 

E quale miglior modo di ripartire se non dalle realtà giovani?  

Infatti, la mia immersione nel mondo del fumetto, è partita proprio dalla Self Area, spazio dedicato alle autoproduzioni, tra gli assolati e colorati stand vicino ai padiglioni interni.  

Lì sono stata felice di conoscere alcune delle realtà indipendenti già adocchiate sui vari social, quali l'agguerito collettivo Banda Bendata, gli ironici autori di Sicilan Grandpa, il collettivo Blackboard Autoproduzioni cresciuto come la sottoscritta tra le aule della Scuola Romana del Fumetto, gli ormai storici Antifanzine e molte altre simpatiche penne e matite dell’oggi e del domani. 

Di Paco Roca e altre leggende

La passeggiata è poi proseguita nell’area circostante, dove mi ha accolto una gigantografia in cartonato di Emilio, protagonista del mio amato “Rughe”, firmato Señor Paco Roca.  

La mostra delle tavole originali del fumettista spagnolo, ormai conclamato e stimato artista internazionale nella nona arte, che andavano da “Ritorno all’Eden”, a “La casa”, passando per “Il tesoro di un cigno nero” e “Memorie di un uomo in pigiama” e, girato l’angolo, la sua presenza in carne e ossa, mi ha mandato in brodo di giuggiole.  

Ne approfitto per ricordare che l’esposizione temporanea co-prodotta da ARF! Festival e dall’Instituto Cervantes di Roma, con la partecipazione di Tunué e PressUP, resterà aperta al pubblico gratuitamente fino al 19 giugno presso la Fox Gallery di Roma in via Corso Vittorio Emanuele II, 5. Consigliatissima.  

Dopo un giro tra le tavole di Carmine Di Giandomenico (autore anche del manifesto dell’edizione) e dei suoi supereroi, i cui lavori sono stati al centro della mostra Icone, dove reinterpreta i supereroi più famosi con il suo tratto unico, birra alla mano, mi sono accomodata in Sala Talk, via vai di fonti di ispirazione del mondo del fumetto. 

In  quel momento, veniva proiettato un documentario sul compianto Andrea Paggiaro, alias Tuono Pettinato, pellicola dall’evocativo nome “Tuono”

Un viaggio commovente all'interno del suo potente spirito artistico attraverso le parole di alcuni dei suoi amici sulla cresta dell’onda, quali LRNZ e Dario Marani, anche regista del documentario.  

Parla con me

vento di libertàMa la Sala Talk è stata un susseguirsi di tanti nomi ormai imprescindibili del panorama italiano e non, quali le lectio magistralis di Silvia Ziche, anche in conversazione con Rita Petruccioli sui suoi personaggi più amati, Silver, papà di Lupo Alberto e Otto Schmitt. 

Infine ho concluso il mio ARF Festival 2022 conversando amabilmente con Lelio Bonaccorso, con cui condividiamo origini e passioni, presente alla rassegna romano per presentare il suo “Vento di Libertà”, racconto di un episodio della guerra del Vespro operata dai messinesi contro gli Angioini, raccontato dal punto di vista di Dina, supereroina ante litteram molto cara alla mitologia della città dello Stretto.  

Un ampio spazio è stato dedicato anche al pubblico dei giovanissimi, con una ricca area dedicata ai più piccoli.

 Le “grandi assenti”, paradossalmente, sono state proprio le majors dell'editoria a fumetti, in rappresentanza con pochi stand. 

E se la differenza si è vista in termini di spazi rispetto alle edizioni pre- pandemia, è pur vero che alla fenice si deve dare il tempo di rinascere e dispiegare di nuovo le ali in tutto il suo splendore. 

 

di Irene Caltabiano

 

 

 

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Roma Fringe Festival, la magia del teatro nel cuore della Capitale

Silenzio. 

roma-fringe-festivalLa splendida cornice di Villa Mercede. I palchi montati tra le fronde degli alberi, a simulare un non luogo, un’atmosfera densa dove tutto può accadere. Sembra quasi di non trovarsi nel cuore di Roma, a due passi dal movimentato quartiere universitario di San Lorenzo.

Il Roma Fringe festival è giunto quest’anno alla settima edizione ed è un appuntamento imperdibile per gli amanti del teatro indipendente. Un’invasione di talenti, di stili, di prospettive di un’arte tanto antica quanto “trasformista”, che non smette mai di rinnovarsi. 

Dramma, comicità, stand up comedy, riadattamenti di grandi classici per un totale di otto spettacoli a sera,messi in scena per tre giorni di seguito ad orari diversi. Un’iniziativa che accompagna dolcemente verso la fine dell’estate; le danze sono state aperte il 17 settembre mentre la serata finale è prevista il 23, con relativa premiazione.

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Ad ogni performance ( ogni pièce costa sei euro) il pubblico è invitato a esprimere il proprio giudizio con un voto che va da uno a quattro. La giuria invece potrà valutare secondo parametri più approfonditi quali regia, recitazione e drammaturgia.

L’entusiasmo dei giovani artisti è pervasivo. All’ingresso vedi già attori in costume, personaggi in cerca di pubblico che ti propongono  con fervore la visione degli spettacoli successivi. 

Impossibile non ritrovarsi attorniati da un turbinio di colori, che ti fa subito venir voglia di tornare il giorno dopo…e quello dopo ancora. Un’atmosfera che ha persino un'eco internazionale: il Roma Fringe Festival prende infatti le fila dal suo gemello di Edimburgo, una delle maggiori kermesse artistiche del mondo.

 

Le luci si abbassano e si entra nel vivo delle rappresentazioni alle 19.30, ma già dalle 18.30 si può sorseggiare una fresca birra nelle due aree bar o passeggiare lungo il mercatino vintage. Peraltro il Fringe non è solo teatro, ma da quest’anno include anche il cinema, nella spettacolare Movie Fringe Arena; uno spazio dedicato al grande schermo, una raffinata serie di pellicole che vanno dalle più recenti alle vere e proprie chicche, con tanto di ospiti ed eventi speciali.

«Quest'anno siamo riusciti a fare una selezione di spettacoli in cui circa il 90% è costituito da nuove drammaturgie» ha dichiarato il direttore artistico Davide Ambrogi. «Testi che, dal taglio civile, ironico o poetico, affrontano la contemporaneità, l'attualità con un occhio particolare alla società dei "social" e dell'immagine, ma anche storie vere, dal terremoto alla Palestina, passando a delle interessanti analisi generazionali, con madri e padri a confronto» .

prove-aperte-3Giovani promesse del teatro si alternano ad “artisti più navigati”. Da segnalare ad esempio la presenza di Max Mazzotta (l’Enrico Fiabeschi di Paz) nello spettacolo Prove Aperte.

Un evento per tutti i gusti che sicuramente ci accompagnerà fino al 2019 nella stessa suggestiva location, grazie all’affidamento triennale nel municipio due di Roma. Un “premio di riconoscimento” per l’ottimo lavoro fatto, già apprezzato sul piano nazionale e internazionale.

Un coacervo di nuove proposte che sicuramente non vi lascerà insoddisfatti. Che si apra il sipario e lo spettacolo abbia inizio. 

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di Irene Caltabiano

 
 
 
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Greek food: quando il sushi non fa più così tendenza

Da bambini dovevano costringerci per mangiare un pezzettino di pesce. 

sushiIn tutta onestà, non era una prelibatezza così invitante. Di un colorito spento, triste, poco saporito. Eppure, come ci è stato inculcato, faceva bene a memoria e salute. E così… giù il boccone!

Si "sushi" chi può

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Chi lo avrebbe mai detto, quindici anni dopo, che quel cibosarebbe diventato un must have settimanale? Soprattutto per adolescenti e giovani in carriera, il tanto osannato sushi rappresenta ormai un dovere sociale ed un momento di riunione con gli amici. Una sorta di appuntamento fisso, una sorta di caffè delle 21.30 ( si sa, prima di quell’orario siamo ancora in tenuta da giovani in carriera, non c’è mica tempo per cenare).

Niente intrugli. Solo materie prime di altissima qualità ed un’eccezionale maestria nel trattarle e presentarle. La cultura giapponese ha ormai conquistato l’Occidente ed è molto difficile individuare competitors di alto livello che possano tenerle testa…o forse no?

Parola d'ordine: KALAPÀ

souvlakiPrezzi abbordabili ed ambiente familiare. Qualche tavolo e pochissime sedie. Avete mai pensato ad una concorrenza che scelga una strategia opposta ed alternativa per il successo?

 Prende sempre più piede la passione per il cibo greco, dai sapori forti e speziati. Locali in cui  si punta su comodità e familiarità, caratteristiche proprie di quei posti assolati ed unici che almeno una volta nella vita vanno esplorati. Per gli amanti della “Pita”, della “Feta” o delle deliziose patate ripiene  oggi non ci sarà più bisogno di aspettare le ferie estive per armarvi di bagagli e partire alla riconquista di quei sapori. Esistono tanti fast food appena poco fuori dal centro storico di Roma che sapranno regalarvi soddisfazioni e momenti di buongusto.  Uno per tutti?Il ristorante-pub Kalapà.

La tendenza non si crea dall’oggi al domani. Ma le attività innovative vanno sostenute ed incentivate e, soprattutto, la società insegna che la moda ha una forma circolare: il vero must, dunque, è quello di non fidarsi troppo degli hobby più in voga. Prima o poi si dissolveranno per ricomparire, forse, tra qualche decennio.

È dura rinunciare al tempura del mercoledì con gli amici (quello delle 21,30, non prima) per fare posto, magari, alle kumpir:patate grandi, tagliate a metà e guarnite con condimenti da leccarsi i baffi. Oppure al Souvlaki con maiale o pollo. È dura anche mangiare in piedi, appoggiati ad un bancone, invece che starsene comodamente seduti fra musichette orientali di sottofondo. Già. Ma chissà se, provandoci, si apprezzerebbe trascorrere un mercoledì alternativo e, magari, reinventare qualche monotona “regola” di questa società?

 

di Giorgia Sollazzo

 

 
 
 

 

 

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