Time out

Aics: lo sport è integrazione

Non c’è ombra di dubbio: mantenersi in forma significa lavorare sodo. 

Nell’era di visibilità e apparenza avere un fisico atletico e snello aiuta (chissà poi perché) a non sentirsi out e ad essere integrato al 100% nella società.

Ma siamo sicuri che fare sport sia un’attività così superficiale, così da vetrina? Non esattamente. Anzi, non solo. Quando dedichi la tua intera infanzia ed adolescenza a qualcosa di importante, che va ben oltre il “muoversi un po’ per mantenersi in forma”, sai perfettamente cosa davvero significhi essere uno sportivo e ritenersi tale.

Il punto di svolta? La condivisione

Il più delle volte si comincia perché alla mamma serve tenere occupato il figlio dopo la scuola, lasciar sfogare un po’ la sua iperattività o inserirlo in contesti nuovi e dinamici. Giusto. Fino a quando il ragazzino irrequieto si ritroverà oppresso e stanco da qualcosa che non gli appartiene e in cui si sente di troppo. Oppure? Fino a quando l'ometto (o la signorina) vedrà questo “doposcuola” come una seconda casa, un ambiente pieno di responsabilità, una lezione di fiducia e rispetto. Una sfida. Ed ogni sfida che si rispetti vede all’orizzonte un obiettivo da raggiungere.

L’Associazione Italiana Cultura e Sport (A.I.C.S.) è riuscita e riesce, anno dopo anno, a trasmettere questi valori a chi si è buttato in questo gioco. Dai più piccoli ai grandicelli, ce n’è per tutti. Ufficialmente riconosciuta dal CONI e dai ministeri dell’Interno, del Lavoro e della Solidarietà Sociale, parliamo di un’organizzazione senza scopo di lucro che nasce come ente nazionale di promozione sportiva.

Lo sport non serve solo al fisico

Cos’è che distingue questa bella iniziativa da una qualsiasi federazione o lega? Il fatto che dedichi una particolare attenzione allo sport esaltandolo come un diritto di TUTTI per il benessere psicofisico, la lotta al razzismo, l’integrazione e la formazione sì dell’atleta, ma prima di tutto della persona.

Per ogni disciplina (dal calcio alla pallavolo, dal nuoto al karate), al termine dell’anno sportivo, sono previsti divertenti fine settimana in varie cittadine italiane in cui gli atleti, che alloggeranno e mangeranno nella stessa struttura, potranno disputare le gare finali per stabilire chi si aggiudicherà il titolo provinciale di campione dell’anno.

Ed il senso è tutto qui. Lo sport lascia nell’animo di chi lo incontra non il semplice ricordo dell'attività fisica, ma  il valore dell'esperienza. Non una competizione ma una passione condivisa.

 

di Giorgia Sollazzo

 

 
 
 
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E se quello che ci hanno sempre tramandato su Ulisse fosse falso?

La brezza delle sere d’estate.
 

 La cornice dello stadio di Domiziano, il gioco di luce dei faretti che rendono il Palatino un luogo magico e senza tempo. Poi la voce di Alessandro Baricco. Molti conoscono la sua ars scribendi; ma quando comincia  a raccontare il pubblico ammutolisce, le parole diventano magneti, si trasforma in un cantastorie classico, un anti-Omero catapultato nel ventunesimo secolo.

L’autore piemontese, tramite la forma del teatro-narrazione, nell'ambito del RomaeuropaFestival2016, porta in scena Palamede, l'eroe cancellato.  Baricco squarcia il velo di Maya e ci racconta di un eroe, “il più bello e il più intelligente dei greci”, tenuto nascosto per secoli per mettere in buona luce Ulisse, dal mondo considerato incarnazione di tutte le virtù umane. Come se Salieri avesse oscurato il genio di Mozart.

«Pochi lo sanno, ma Palamede è il nome di uno degli eroi achei che andarono ad assediare Troia. Io non l’avevo mai sentito prima di mettermi a studiare l’Iliade per portarla a teatro, anni fa. In mezzo a tutte quelle storie indimenticabili mi capitò di incontrare la sua » dice lo scrittore. Da Euripide a Filostrato, i più illustri drammaturghi  hanno parlato di questo giovane valente, che conosceva gli astri, studiava lan geografia, aveva regalato ai greci la conoscenza dell’alfabeto, della scrittura, della moneta. Si dice anche fosse l’inventore degli scacchi, creati per alleviare la fatica della guerra e distrarre i soldati dalla nostalgia di casa.

Eppure lo spettacolo si chiama "Palamede, l’eroe cancellato". Perché? Tra quest'ultimo e Ulisse c’era rivalità. Anch’egli intelligente, ma più vicino alla furbizia e all’imbroglio che alla lucidità di mente e pensiero dell’antagonista, non sopportava che il condottiero fosse il più amato e rispettato dall’esercito. Inoltre, Palamede aveva smascherato il suo trucco di fingersi pazzo per non andare in battaglia, quindi andava eliminato. Ulisse disseminò così prove che lo accusavano di aver venduto i piani di guerra achei ai troiani. L’eroe venne condannato a morte per lapidazione con il reato di alto tradimento e cancellato dalla storia.

La vicenda taciuta dell’illustre paladino ci insegna che non sempre vince il buono. Ma forse, a distanza di secoli, può essere riscattato. Nella seconda parte dello spettacolo infatti, una splendida Valeria Solarino impersona l’eroe che si difende dalle accuse, un brano potente scritto dal retore Gorgia e interpretato con passione in una cornice suggestiva. 

La  fine di Palamede mi ha fatto riflettere sull’ingiustizia e sui giochi di potere di ogni epoca. «Dietro ogni grande civiltà ci sono scontri economici, politici, intellettuali, conflitti tra saperi differenti che lottano per il potere, e chi vince condiziona il dibattito pubblico ».  Chissà quanti Palamede ci sono stati e ancora vengono svalutati per mettere in luce gli Ulisse. E, come ogni poema epico che si rispetti,  fa pensare a quante volte siamo stati dall’una o dall’altra parte della barricata. Palamede ed Ulisse non sono altro che due sfumature dell’animo umano, due facce della stessa medaglia.

 

di IRENE CALTABIANO

 

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L’amore? Per trovarlo, impara a giocare … e divertirti

Mai come oggi, il mercato, in quasi ciascuno dei suoi settori, ha un occhio di riguardo per i single. L’ulteriore dimostrazione, se fosse necessaria, è legata al “fiorire” di iniziative ed eventi destinati esclusivamente a loro. Per godere appieno questa esperienza, però, è necessario non prenderla (e non prendersi) troppo sul serio. Provare per credere, come spiega Vania Morelli (Speeddate.it)
 
Com’è nata l’iniziativa?
L’iniziativa è nata in America, ma in Italia a dare il la è stato Giuseppe Gambardella che nella sua esperienza di insegnante di inglese aveva notato che quando proponeva serate di incontro tra i suoi alunni per migliorare la loro conversazione spesso nascevano delle coppie, ha deciso così di estendere questo semplice gioco ad un numero più ampio di persone.
Così nel 2001 arrivano in Italia i primi speed date, che è inutile dirlo, sono stati un vero e proprio successo!
 
Qual è la procedura da seguire per iscriversi, e quali sono i costi?
Iscriversi è davvero molto semplice bastano pochi click sul nostro sito www.speeddate.it, sempre aggiornato con le date di tutti gli eventi. Bisogna compilare un semplice ed intuitivo form con i propri dati e il gioco è fatto!
I costi delle serate variano a seconda della tipologia delle stesse. Ne offriamo infatti tre tipi diversi: il classico speed date; lo speed date dinner con atmosfere più tranquille e cene da degustare e i lock date party ossia grandi feste dove i partecipanti dotati di lucchetti e combinazioni avranno un ottimo pretesto per rompere il ghiaccio. 
 
Cosa direste a un timido, per convincerlo a partecipare? Cosa direste, invece, a chi ha troppe aspettative e, forse investe troppo negli incontri nati durante le vostre serate? 
Solitamente non abbiamo bisogno di convincere persone a partecipare, le iscrizioni ai nostri eventi sono sempre spontanee e numerose. Sicuramente anche un timido si troverebbe a suo agio nel clima festoso e familiare che si crea nelle nostre serate, l’importante è lasciare a casa pregiudizi e preconcetti e lasciarsi coinvolgere. A chi ha troppe aspettative invece diciamo sempre di non prendere i nostri eventi come “l’occasione per sistemarsi” ma come un’opportunità per conoscere persone nuove e interessanti che non si sarebbero potute incontrare altrove, poi si sa “se sono rose fioriranno”.
 
Chi ha partecipato ai vostri eventi vi aggiorna su eventuali sviluppi successivi della conoscenza? A grandi linee qual è la percentuale di “successo”?
Solitamente visto il clima che si crea ai nostri eventi restiamo in contatto con i nostri utenti e non è raro ricevere sms e mail in cui ci comunicano che proprio grazie ad una nostra serata hanno conosciuto l’amore della propria vita.
Noi siamo soliti considerare un “successo”, non solo la nascita di nuove coppie ma anche il fatto che molti dei partecipanti alle nostre serate rimangano così entusiasti dall’esperienza tanto da decidere di affidarsi a noi anche per vacanze e viaggi. 
 
Il  “mercato” delle organizzazioni di eventi per single è estremamente affollato. Quali sono le vostre peculiarità e punti di forza rispetto ai vostri “competitor”?
Sicuramente la nostra decennale esperienza ci rende più consapevoli ed esperti, rispetto ad altri competitors, delle esigenze dei nostri utenti. Riusciamo infatti a soddisfare sempre pienamente le loro aspettative, e spesso addirittura a superarle! 
Sicuramente il nostro più grande punto di forza è lo staff, sempre preparato, cortese ma soprattutto entusiasta del proprio lavoro, qualità indispensabile per far sentire i nostri clienti sempre coccolati.
 
 
 
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