Lavorare 2.0

Bookstop, le panchine letterarie per far rinascere la cultura cittadina

Una panchina per leggere, e discutere di libri e magari anche comprarli? 

Un luogo che ti consenta di svolgere all’aria aperta laboratori, eventi culturali e, nel frattempo, raccontare la storia del territorio attraverso l’incontro tra natura e spazio urbano? 

Sono le panchine letterarie di Bookstop, un crowdfunding in atto su Produzioni dal basso che punta a creare un servizio di animazione di stazioni culturali in forma di panchine. 

Da dove nasce l’idea 

Il team creativo è formato da Alessandra, Lidia e Michela, che da anni si occupano di valorizzazione degli spazi cittadini milanesi. Il progetto è realizzato insieme a Ecomuseo urbano Metropolitano e Bookforest, piccola libreria della natura itinerante.  

La biblioteca funziona in maniera molto semplice: basta fare la tessera gratuita e lasciare in donazione a Bookforest il valore di copertina del libro. Il prestito dura tre settimane: quando scade si può decidere se riportare il libro (con restituzione della donazione) oppure tenerlo: grazie alla donazione rimasta a Bookforest si potrà eventulamente ricomprare il libro! 

Assieme a questo progetto, verrà organizzato anche un nutrito calendario di eventi culturali all’aperto e per tutte le età, in prossimità di ognuna delle tre panchine. 

Storia, cura e cultura

Le tre panchine sono suddivise in panca della storia, in cui si svolgeranno prevalentemente approfondimenti sul passato cittadino, con ingresso in viale Suzzani, la panca della cura, legata al benessere e alla natura, nei pressi del lago Niguarda, e infine la panca delle culture, dove si può avere un incontro ravvicinato con l’eterogeneità cittadina, nei pressi della stazione di Bruzzano. 

Inoltre, ci sarà un infopoint virtuale permanente, accessibile inquadrando il QR code sulle panchine, dove si potranno rintracciare informazioni pratiche, naturalistiche e storiche, un microarchivio di storie e foto del quartiere, un calendario degli eventi organizzati dalle realtà del territorio, delle mappe e degli itinerari culturali e infine una bibliografia con consigli di lettura curata dalle libraie di Bookforest. 

La raccolta crowdfunding

La prima parte dei fondi raccolti servirà ad un efficientamento strutturale. Rendere più veloce ed efficiente la cargobike su cui viaggia la biblioteca itinerante, la progettazione e messa in rete del palinsesto di eventi culturali e l’allestimento permanente delle panchine, come della loro segnaletica. 

 Il raggiungimento dell’obiettivo è fondamentale per riuscire a sbloccare il contributo di 12.000 euro del Comune di Milano, per allestire le panchine e realizzare gli eventi di Bookstop.   

Una collaborazione esplosiva tra Ecomuseo Urbano, associazione di ricercatrici delle discipline umane e sociale ed EUMM, realtà che promuove la conoscenza e la tutela del patrimonio urbano.  

Un’idea replicabile che potrebbe dare nuova linfa alla storia e alla cultura del patrimonio cittadino nostrano. 

 

di Irene Caltabiano

 


 

google playSeguici anche su Google Edicola »

 

Continua...

Cioccofrolla, l'inclusività passa dalla dolcezza di biscotti e cioccolato

L'inclusione lavorativa può passare da un biscotto?

Secondo il MicroBiscottificio Frolla Società Cooperativa Sociale, assolutamente sì. Proprio per questo ha deciso di dar vita al progetto crowdfunding Cioccofrolla, approdato sulla piattaforma "Produzioni dal basso".

L’attività nasce ad Osimo per inserire nel mondo del lavoro persone socialmente svantaggiate, quali i diversamente abili, aiutandole tramite la produzione di biscotti e una nuova linea di cioccolateria.

Al motto di “Frolla uno dei cibi più semplici... ma non banali” vengono prodotti dolciumi includendo i ragazzi con disabilità, dando espressione e senso alle loro capacità pratiche, coinvolgendoli nella fase di produzione e vendita al pubblico al Diversamente Bar, gestito proprio dal biscottificio.  

Tutto questo non rappresenta solo un’opportunità di lavoro ma anche una possibilità di confronto e scambio in un clima familiare e professionale.  

Qual è l'obiettivo del crowdfunding?  

Tutto quanto detto in precdenza sarà possibile grazie all’acquisto di un macchinario per la lavorazione del cioccolato, la Temperatrice Gami Modello DIVA25. 

La Temperatrice è un macchinario automatico e a ciclo continuo, che ha le funzioni di fusione, con sistema a bagnomaria e di tempera con raffreddamento tramite compressore frigorifero. La vasca è dotata di mescolatore che mantiene il cioccolato fluido e omogeneo.  

Il macchinario consentirà di autoprodurre internamente i prodotti di cioccolato senza acquistarli da fornitori esterni. Inoltre l’acquisto del macchinario creerà altri due posti di lavoro, appositamente per la gestione e il controllo dello stesso.

Ovviamente sono previste varie formule attraverso le quali si può contribuire, che vanno da un minimo di 25 € con cui si potrà ricevere la maglietta con la mascotte del biscottificio a un max di 500 €, convertiti in buono aziendale per acquistare le ceste natalizie del biscottificio,ricche di golose e cioccolatose leccornie.

Perché un biscotto? 

Gli ideatori volevano un prodotto che accomunasse tutti. Così hanno scelto il re dei prodotti da forno, il biscotto quello di una volta, fatto con farine locali, della regione Marche.  

Grazie ai fondi, accrescerà la riconoscibilità delle competenze individuali dei ragazzi, sostenendo così un percorso di fiducia in se stessi e nelle proprie capacità, utile e indispensabile per il futuro lavorativo di ognuno. 

Insomma, con un solo gesto potete aiutare a crescere una bella realtà e soddisfare il palato. Perchè non farlo?

di Irene Caltabiano


 

google playSeguici anche su Google Edicola »

 

Continua...

Trasformare la pietra lavica da rifiuto in risorsa. La storia di Riccardo

Idee "vulcaniche"

Sullo sfondo delle maestosa Muntagna, affettuoso appellativo con cui i catanesi chiamano l’Etna, Riccardo La Rosa combatte la sua sfida quotidiana.

Una sfida per vedere rinascere la sua terra, purtroppo ormai da anni in preda al’incuria, facendo tesoro di ciò che offre. 

I terreni vulcanici appresentano una risorsa molto forte. È proprio grazie all’unicità di questo materiale che La Rosa ha brevettato il suo Petra Feel, materia prima base della sua attività in continua crescita. Ma andiamo per ordine. 

Dalla tradizione all'innovazione

Riccardo comincia prestissimo ad avvicinarsi all’artigianato. Dopo una breve esperienza come rappresentante di ceramiche siciliane in Campania, decide di tornare in patria, recupera una vecchia impastatrice per il pane e comincia quasi per gioco a produrre i suoi primi manufatti in terracotta. 

In principio lavora in un piccolo stanzino, senza l’aiuto di nessuno, maneggiando ceramica e pietra lavica così come tanti altri nella zona vicino all’Etna, mettendoci passione e impegno. 

Grazie al diploma di tecnico informatico capisce subito le potenzialità del web. Il suo primo sito nasce insieme all’azienda ed è ricco di informazioni, articoli, descrizioni, consigli per i clienti. 

Inizia così a farsi conoscere e a ricevere le prime commesse importanti: il Monastero dei Benedettini di Catania. Con il potere illimitato di Internet, riesce a portare la sua terra in tutto il mondo in pochi click.

 È proprio così che prende vita Terra d’arte, esempio virtuoso di filiera produttiva circolare, interamente concentrata nello stesso luogo, dall’arrivo dei blocchi di pietra lavica al prodotto finito. 

Tutte le fasi si basano sul risparmio di tempo ed energia ma soprattutto di impatto ambientale, grazie all’installazione di un piccolo impianto fotovoltaico, insieme a ecoimballaggi e corrieri green per le spedizioni (c’è anche l’attenzione verso gli animali, dal momento che ben 19 cani randagi sono stati accolti nello stabilimento). 

Il brevetto Petrafeel

Ma la vera rivoluzione per Pietro arriva con l’invenzione di Petra Feel, un nuovo materiale che utilizza gli scarti di produzione per reintegrarli in un prodotto il più possibile ecofriendly. La formula integrale è sotto brevetto e quindi top secret per almeno altri vent’anni.

Quel che è certo è che il materiale è molto leggero e dunque più trasportabile, impermeabile, ignifugo e decorabile rispetto alla pura pietra lavica. Ma, soprattutto, è ecologico e completamente riciclabile. 

Dopo l’approvazione del primo, Riccardo investe nella registrazione di altri due brevetti e della certificazione Remade in Italy, per garantire l’origine eco-friendly del suo prodotto. 

Ma non è finita qui: il fervente imprenditore decide di dar vita anche alla sua linea di prodotti con il brand “Aromi di Sicilia”, che si occupa della commercializzazione dei prodotti tipici siciliani dentro contenitori di Petra Feel. 

Inoltre, dopo un accordo iniziale con un cliente degli Emirati Arabi, blocca le vendite per progettare un restyling e potenziarne le caratteristiche, prendendo poi un accordo definitivo con un’azienda veneta di spumanti. 

Ma le possibilità per questo materiale sono infinite, dalla linea di gioielli alla cosmetica. Peccato che ancora le amministrazioni non si siano accorte della grande potenzialità di tale invenzione e del suo utilizzo, trasformato, grazie all’inventiva di Riccardo, da rifiuto speciale da smaltire il prima possibile a preziosa materia prima. 

 

di Irene Caltabiano

 

 


 

google playSeguici anche su Google Edicola »

 

Continua...

 

FB  youtubeinstagram

✉ Iscriviti alla newsletter


☝ Privacy policy    ✍ Lavora con noi

Contattaci