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Vanish, l'onda fucsia che deturpa le spiagge inglesi

Vi ricordate la nave che, a maggio 2015, aveva rilasciato nell'oceano 18.720 bottiglie del noto smacchiatore?

 Non potete, perchè i media nazionali non parlano di queste "banalità".  Nessuno sapeva che fine avesse fatto una tale quantità di detersivo. Ebbene, sembra che il mistero sia stato risolto.
 
 La spiaggia di Polfhu Cove, Cornovaglia, è stata invasa da un'impressionante marea fucsia.  No, non è Paris Hilton che ha scelto di riversare metà del suo guardaroba nell'oceano.  Le bottiglie rosa-acceso  stanno dando filo da torcere  ai volontari di Surfers Against Sewage, associazione che protegge mari e spiagge inglesi.  I benefattori stanno lavorando diligentemente per ripulire il pasticcio provocato  dall' enorme dispersione di materiale tossico.
 
Ogni anno vengono prodotte 300 milioni di plastica in tutto il mondo. Queste immagini danno un'idea su cosa può voler dire averne disseminato anche solo una minima quantità in acqua.  Attualmente infatti ci sono 270.000 tonnellate di bottiglie, sacchetti, contenitori dispersi in mare e oceani ( e questo numero riguarda solo i rifiuti superficiali). Anche la cosiddetta plastica biodegradabile non viene eliminata del tutto. Semplicemente, una volta gettata, se ne riducono le dimensioni.
 
Settecento specie marine sono a rischio estinzione a causa di quest'onda tossica. Anche se non tutti siamo biologi, minare l'ecosistema terrestre alla lunga ( e nemmeno troppo) avrà dirette conseguenze sull'uomo.
 
Evitiamo di subire gli effetti della nostra noncuranza. Le soluzioni esistono. Si può cominciare da un'attenta raccolta differenziata fino a scegliere supermercati packaging free o dilettarsi di orti domestici.
 
Il potere è nelle nostre mani, molti più di quanto vogliono farci credere.
 
Irene
 
Come la plastica sta uccidendo la fauna marina...Guarda il video
 

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Attenti a quei nigiri!

Sushi, che passione! 

sushiLa voglia di uramaki e sashimi impazza dappertutto e anche gli italiani ne sono stati contagiati. Il popolo nostrano infatti, da un paio di anni a questa parte, sembra andar ghiotto per la cucina orientale, preferendola addirittura a una bella Margherita.  I ristoranti giapponesi spuntano come funghi in ogni angolo della città.  Come riconoscere però se stiamo mangiando pesce di qualità o ci stiamo intossicando con le nostre mani? La verità sta nei dettagli, come la cura delle sale o la consistenza del riso.  Scopri tutti i trucchi per godere di un sushi a regola d’arte
 

L'ospite è come il pesce

Il ristorante giapponese serve in prevalenza pesce crudo, ma nell’aria non ci deve essere alcun segnale che “lui è stato qui” . Quando il pesce è fresco infatti non puzza. Se sentite olezzi fastidiosi, meglio cambiare ristorante.
 

Splendido, splendente

Diffidare da locali caotici . Un vero sushi bar è ordinato , arredato con stile minimalista , ben illuminato ma soprattutto…lindo.
 

Salmone da esposizione

Un ristorante giapponese degno di questo nome deve esporre il pesce in vetrina, opportunamente conservato ma visibile a tutti gli avventori. Che aspetto ha? Emana un odore forte? Il banco è pulito? Litamae, il tradizionale cuoco nipponico, deve preparare i piatti nello stesso ambiente in cui vengono serviti .Solo così vi salverete da fastidiosi mal di pancia.
sushi_itamae

Lettura consapevole

Le parole sono importanti. Evitare chi  propone cucina giapponese-cinese-lappone-uzbeka. Questi templi orientali hanno un menù sconfinato, che spesso non è sinonimo di qualità. Non è detto che si mangi male, ma difficilmente troverete un buon sushi. Nessuna pizzeria italiana ti proporrebbe contemporaneamente paella spagnola, omelette francese, zuppa thai.
 

 La verità sta nel riso

Se sfiorando innavertitamente un uramaki vi rimane attaccato alla mano, meglio avvicinarsi alla porta con discrezione. Il  riso del sushi deve essere compatto, non appiccicoso e leggermente profumato di aceto di riso.
 

Alla ricerca del tamagoyaki

 
tamagoyakiLa frittatina che ogni tanto viene servita con il sushi è piuttosto difficile da preparare, perciò molti ristoranti la escludono a priori dal menu. Una volta che vi sarete accomodati dunque, andate a caccia dell' alimento incriminato. Se  presente nelle pietanze, è già un buon inizio. Il tamagoyaki deve essere giallo, leggermente dolce, consistente e compatto.
 
Sono giapponese
 
Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei! Un altro indizio importante per capire se un ristorante è di qualità, sono i clienti. Guardatevi intorno. Se in sala è presente qualche viso orientale, c'è un buon 50 % di probabilità che il locale sia buono.
 
Fan di Tripadvisor
 
Infine un consiglio sempre valido: prima di andare in un ristorante, controllare recensioni positive e negative. Se poi appartenete alla tipologia " se non assaggio non credo" , a vostro rischio e pericolo :)
 
Pronti a diventare i Perry Mason della cucina orientale? Sono certa che adesso non guarderete più il vostro sushi con gli stessi occhi...

 
 
di Irene Caltabiano
 
 
 
Ecco a voi tutti i trucchi by Willwoosh per evitare di soccombere all'all you can eat...Guarda il video!
 

 
 
 
 

 
 
 

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Ecocapsule, mille case dentro un uovo

Svegliarsi ogni giorno con un panorama diverso? 

Ecco cosa succederà se deciderete di abbracciare lo stile di vita Nice Architects. Lo studio cecoslovacco ha inventato Ecocapsule, micro-casa mobile per vivere dappertutto senza bisogno di allacciarsi alle rete energetica.
 
La deliziosa abitazione è a forma di uovo, dotata di sistema autonomo di approvvigionamento che sfrutta sole e vento per generare elettricità. L’acqua potabile viene invece ricavata filtrando quella piovana.
 
La struttura è leggera e facilmente trasportabile e può essere adibita agli usi più disparatilodge per turisti, appartamento sul mare, unità per azioni umanitarie e mini rifugio per eremiti. Ecocapsule però non è la tana dei lupi solitari.
 
All’ interno c’è infatti posto per due persone e offre i comfort di una stanza di hotel: cucina integrata, bagno, doccia calda e spazio sufficiente per cibi e oggetti da lavoro.

 
Ma come viene alimentato questo prodigio della scienza? Una turbina eolica annessa a un impianto di pannelli fotovoltaici che garantiscono acqua corrente e elettricità anche in pieno deserto.
 
Se non dovesse esserci abbastanza  vento o sole , Ecocapsule possiede un sistema di alimentazione a doppia  batteria che ne garantisce comunque l’autosufficienza. Peraltro, grazie alla dimensione ridotta, può essere inserita in un normale container per il trasporto o su un rimorchio da auto.
 
Il ventotto maggio dell’anno scorso è avvenuta la prima presentazione nel corso del Pioneers Festival. Obiettivo di Nice Architects è giungere alla commercializzazione entro la  fine dell’anno. L’azienda promette che il prezzo sarà competitivo.
 
Pronti a girare il mondo?
 


irene caltabiano
 
Irene Caltabiano
 
 
 

 

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