Aggiungi valore alla natura ☢

Indagine su un cassonetto al di sopra di ogni sospetto

« I materiali in buono stato saranno recuperati come indumenti, grazie per la vostra partecipazione. Aiutaci a aiutare». 

 
Parole, solo parole.La dicitura presente sui cassonetti gialli dell’Ama di Roma( Azienda Municipale Ambiente), destinati alla raccolta solidale degli abiti usati, non era nient’altro che pubblicità ingannevole. I vestiti infatti, anziché essere donati ai più bisognosi, venivano venduti a scopi illeciti. L’Antitrust ha multato dunque la società e i consorzi Sol. Co e Bastiani, affidatari del servizio, per una somma pari a 210mila euro.
 
l’Autorità della concorrenza e del mercato denuncia l’accaduto. «Attraverso tali scritte, da un lato si prospettava ai consumatori una finalità di natura caritatevole che la raccolta non aveva; dall’altro, si nascondeva la motivazione economica di tale attività, ovvero quella di rifiuti speciali e con precipue finalità commerciali».
 
La colpa dell’Ama è in realtà la mancata vigilanza. La società non ha infatti applicato i necessari controlli sui consorzi vincitori dell’appalto. L’azienda comunale si è però difesa dicendo di aver più volte sollecitato le ditte  a ricollocare adesivi informativi corretti, operazione che è avvenuta solo dopo l’intervento dell’Antitrust. Sul sito ufficiale ha invece  evidenziato dati relativi ai soggetti che effettuano la raccolta: finalmente è stato sottolineato che  l’attività è svolta ai fini commerciali.
 
In realtà dietro alla sanzione (tutto sommato non particolarmente drammatica) c’è uno scenario molto più oscuro. Una delle due cooperative, la Sol.Co, risulta coinvolta nello scandalo di Mafia Capitale. L’intero business  degli abiti usati è infatti sotto inchiesta dal 2010. Un’indagine che ricollega a  Piero Cozzolino, boss camorrista che controllerebbe un traffico addirittura milionario. Il materiale recuperato dai bidoni andrebbe infatti a finire nei mercatini dell’Est Europa e dell’Africa. Il presidente della ditta, Mario Monge, è agli arresti domiciliari da giugno scorso. Le regioni coinvolte, a parte il Lazio, sarebbero anche l’Abruzzo e la Campania.  
 
L’accumulo del marcio e del putridume non si concentra dunque  nei bidoni, ma nella loro gestione. Quando potremo finalmente fidarci delle istituzioni e del loro agire nella legalità, se  persino della solidarietà viene fatto un business?
 
 
Il giallo dei cassonetti gialli...Guarda il video!
 

Leggi anche:
 
 
 
 
 
 
 
Continua...

Tutto fumo, niente sporco

La bela Madunina dice no ai mozziconi di sigaretta. La capitale della moda, con la campagna “Milano è così”, ( hashtag “usa il posacenere”) vuole mettere un freno a 1, 25 milioni di sigarette gettate per terra quotidianamente.  Lo scopo del progetto, realizzato  dall’ AMSA ( Azienda Milanese Servizi Ambientali)  con il patrocinio del Comune, è sensibilizzare i cittadini al rispetto di ambiente e spazi condivisi. La diffusione dell’iniziativa partirà ufficialmente il 16 novembre, tramite affissione di 310 manifesti nelle zone centrali della città e all’interno delle metropolitane.   
 
Inoltre comincerà a fare capolino in bar e ristoranti Cenerino, portacenere eco-friendly. L’oggetto, pensato appositamente per le attività commerciali, costituito da alluminio e cartone riciclati, verrà messo all’esterno dei locali. Per chi è sempre di corsa invece ci sarà una versione tascabile, momentaneamente distribuita nelle stazioni Duomo, Cadorna, Lima e Lotto della metro M1. Il simpatico aggeggio, prodotto grazie al contributo di  CIAL e COMIECO ( società per il recupero degli imballaggi), è “figlio” del successo della raccolta differenziata. Il metallo impiegato per ogni pezzo infatti è pari a circa 120mila lattine. Il cartone utilizzato, l’equivalente di otto confezioni di pasta, due scatoloni, due sacchetti, tre quotidiani, una rivista, è ulteriormente riciclabile.
 
La campagna di comunicazione dell’iniziativa è stata ideata da  Lisa Campo e Martina Strata, studentesse dell’Istituto europeo di Design. Le ragazze sono vincitrici del contest internazionale  JTI Clean City Lab, ideato per stimolare comportamenti virtuosi tra i fumatori e rendere le città più pulite.
 
«A Milano abbiamo circa 25mila cestoni che consentono di spegnere e gettare il mozzicone di sigarette in maniera appropriata e sostenibile, ma non per tutti questo gesto risulta automatico» precisa l'assessore alla Mobilità e Ambiente Pierfrancesco Maran. «Penso che, come accaduto con la recente campagna contro l’abbandono delle deiezioni canine, anche questa iniziativa riscontrerà un esito positivo tra i milanesi, che si contraddistinguono da tempo per senso civico e sensibilità ambientale».
 
Purtroppo non tutti sanno che in natura un mozzicone ci mette fino a cinque anni per deteriorarsi completamente, disperdendo veleni nell’ambiente circostante. In totale sono oltre 6mila miliardi le sigarette che vengono accese e fumate e oltre due terzi viene  buttato su marciapiedi, spiagge, giardini.
 
Il nostro senso civico può ancora essere risvegliato? Forse il giusto mix di creatività e collaborazione garantirà la salvezza delle nostre strade.  E, se ciò porterà a un minor consumo di nicotina, anche un minor pericolo per i nostri polmoni.
 
 
L'effetto delle sigarette sui polmoni... Guarda il video:
 

 
 
Leggi anche:
 
 
 
 
 
Continua...

Per un pugno di sporche olive

Fate attenzione all’olio extra vergine che costa meno di sette euro.

 Questo è il monito della Coldiretti (la maggiore associazione europea degli agricoltori) in riferimento alla maxi inchiesta condotta da Raffaele Guariniello, procuratore di Torino. Lo scandalo è scoppiato pochi giorni fa, a causa di una segnalazione di un quotidiano specializzato. I carabinieri del NAS hanno prelevato campioni fra i prodotti in vendita e i laboratori dell’Agenzia delle Dogane li hanno analizzati. Il responso è che, in alcuni casi, il prezioso succo d’oliva è di categoria inferiore rispetto a ciò che indica l’etichetta. Nonostante  non sia “oro verde” puro,  è venduto a un prezzo superiore del 30-40% rispetto al suo reale valore. 

Il registro degli indagati conta sette aziende: Carapelli, Santa Sabrina, Bertolli, Coricelli, Sasso, Primadonna (distribuito alla Lidl) e Antica Badia (Eurospin) . Tuttavia Armando Spataro, magistrato che si occupa dell’inchiesta, avverte che bisognerà verificare la competenza territoriale.  Troppo tardi: la notizia è circolata velocemente, seminando il panico su tutti i media.

Conseguenza del polverone creato? I consumatori hanno cominciato a prestare sempre maggiore  attenzione al marchio. Il consiglio, dato dalla suddetta organizzazione internazionale,  è di guardare la scadenza e preferire l’olio extravergine nuovo ( la freschezza è deducibile dall’annata). In vendita c’è infatti anche l’estratto dello scorso anno, in cui la produzione ha raggiunto i minimi storici. Le importazioni,  utilizzate per miscelare quello nostrano, hanno raggiunto le 666 mila tonnellate di olio di sansa, la parte meno pregiata dell’oliva.  Fortunatamente il raccolto di quest’anno è di ottima qualità, grazie all’andamento climatico favorevole.

L’estratto in sé non è nocivo, ma è una questione di rispetto e onestà nei confronti di chi compra. Roberto Moncalvo, presidente della Coldiretti afferma: «L'Italia deve difendere il proprio patrimonio in un settore strategico del made in Italy con circa 250 milioni di piante su 1,2 milioni di ettari coltivati, con un fatturato del settore stimato in 2 miliardi di euro e con un impiego di manodopera per 50 milioni».

La produzione di olio è uno dei nostri punti di forza. Cerchiamo di  evitare autogol che potrebbero costarci cari a livello mondiale.

Irene 

Approfondisci...guarda il video:

Leggi anche:

 Zolle, natura a domicilio

 
Continua...

 

FB  youtubeinstagram

✉ Iscriviti alla newsletter


☝ Privacy policy    ✍ Lavora con noi

Contattaci