L’ Internet of things investe anche il ciclismo.
Cyclee, progetto elaborato dal designer armeno Elnur Babayev, vuole rendere la segnaletica a due ruote più semplice.e funzionale.
Come?
Molto semplice: proiettandocela addosso. Un erogatore luminoso viene posizionato sulla parte posteriore del sellino, una sorta di piletta comandata mediante app in remoto, scaricabile sul proprio smartphone o direttamente posizionabile sulla parte anteriore della bicicletta. Quando il ciclista ha intenzione di fermarsi o di svoltare lo segnala con l’apposito tasto e il fascio luminoso proietta sulla schiena la scritta STOP o freccia a sinistra o a destra.
Il sistema è efficace soprattutto durante la notte ; la luce infatti è ben visibile e segnala ai mezzi che si trovano dietro le intenzioni del ciclista. Il sistema di montaggio cambia in base al modello di bici.
Cyclee contro il rischio incidenti
L’app risulta utile soprattutto nelle città che non sono dotate di apposite infrastrutture per le bici. I più temerari che si
avventurano nel traffico metropolitano senza che vi sia un' adeguata segnaletica sono infatti soggetti ad alto rischio incidenti.
avventurano nel traffico metropolitano senza che vi sia un' adeguata segnaletica sono infatti soggetti ad alto rischio incidenti.
Cyclee potrebbe perciò rappresentare una soluzione concreta, in quanto si tratta di un dispositivo leggero e a basso consumo, una sorta di salva vita che diminuirebbe la frequenza di infortuni.
E voi, con uno strumento del genere, vi convertireste alle due ruote?
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Le parole pronunciate da Leonardo Di Caprio durante la scintillante notte degli Oscar riecheggiano ancora nelle nostre coscienze (non proprio pulite se si mettono in ballo certi argomenti). La star di Hollywood ha invece più volte dimostrato di non fare promesse da marinaio e da molti anni è impegnato nella lotta per un Pianeta eco-sostenibile.
scritto l'attore in un post su Facebook. «In queste foreste, gli antichi percorsi migratori degli elefanti sono ancora utilizzati da alcuni degli ultimi branchi selvaggi di Sumatra. Ma l'espansione delle piantagioni di olio di palma sta frammentando la foresta e tagliando dei corridoi migratori-chiave, rendendo più difficile per le famiglie di elefanti il reperimento di adeguate fonti di cibo e acqua».