Allena il pensiero strategico ☝

Matrimoni a distanza: quando una coppia è separata dal lavoro

Siete sposati, ma vivete in due case diverse

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Tutto il giorno fuori per lavoro, esci dall’ufficio, finalmente torni a casa… ma lei – o lui – non c’è.

Vi siete sposati di recente ma non avete mai vissuto insieme. Perché abitate in città diverse, perché quando il lavoro chiama bisogna rispondere e si può solo ringraziare di aver trovato entrambi un’occupazione.

Una volta ci si divideva durante l’università, per studiare in città diverse e per poi ritrovarsi… Oggi è sempre più difficile riuscire a vivere sotto lo stesso tetto.

Disattiva per: inglese

Quella che un tempo era una situazione comune a molte coppie di fidanzati, oggi è diventata l’unica soluzione possibile per tanti giovani sposi, che non hanno altro modo di restare insieme se non vedendosi durante il weekend.

Matrimonio-a-distanza

Sempre più coniugi sanno cosa vuol dire sentirsi soli in una casa troppo vuota, vedere la moglie o il marito attraverso lo schermo dello smartphone o del pc, e aspettare con ansia il fine settimana per potersi riabbracciare.

Vivere un matrimonio a distanza vuol dire fare sacrifici molto duri per restare insieme, anche economici; essere sempre in viaggio, affrontare chilometri e stanchezza pur di rivedersi, anche se solo per pochi giorni.

Il venerdì sera è il momento dell’attesa, il sabato la giornata più bella; la domenica pomeriggio, invece, porta già con sé la tristezza della separazione. E poi il ciclo ricomincia.

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Tutti questi sacrifici... e poi?

Matrimonio-a-distanzaMa i sacrifici si affrontano nella speranza di potersi riunire un giorno, e che i figli che verranno possano svegliarsi ogni mattina con entrambi i genitori vicino.

Non credo ci sia altro modo di affrontare una storia a distanza, che far sentire all’altro la nostra presenza anche quando siamo lontani, per non correre il rischio che si abitui a vivere senza di noi. Per fortuna in questo le nuove tecnologie ci vengono incontro.

Ve lo ripetete da quando eravate fidanzati che un giorno vi sareste svegliati accanto ogni mattina, ma ancora non ci siete riusciti. Per quanto tempo riuscirete a sopportare questa situazione? Ne vale la pena? Se c’è la volontà e il desiderio di stare insieme, sì. Basta sentire la sua voce, guardare i suoi occhi mentre ti sorride per capire. Sì, si può fare. Un giorno ce la farete a vivere sotto lo stesso tetto. State facendo il possibile, prima o poi l’occasione di riunirsi arriverà. 

Non smettete di crederci

 di Rosa Cambara

 

 

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Agire con la pancia. Le decisioni irrazionali che ti salvano la vita.

Aiuto! Non so che fare.

Agire_Con_La_PanciaQuante volte davanti a un imprevisto, un’indecisione o una situazione apparentemente impossibile e senza soluzione ho pensato “e adesso che faccio?”, oppure ho detto “basta! Adesso lo faccio e non ci penso più … ma prima ci ragiono bene”. Troppe volte mi ripeto il solito monito “dai sii ragionevole!”, come se per uscire dall’impasse bastasse questa logica paradossale che ti esorta a essere razionale da una parte mentre dall’altra dice di fare il contrario

Ok siamo esseri razionali, conformi a tutto ciò che è ordinato e ordinario

Procediamo per pensieri schematici, comportamenti matematici e costruiamo con decisioni ben ponderate, la nostra zona confortevole. Ma questi solo in parte siamo noi umani. Perché in ogni buffo terrestre c’è dentro anche tanta stra-ordinaria irrazionalità.

Ma siamo anche esseri irrazionali imprevedibili e eccezionali perché istintivi

La ragione parla all’Io a ciò che è ‘reale’ (ma poi ne siamo davvero sicuri?) e ostracizza l’istinto perché illogico e irreale. Quindi con questa ottica tende a contenere, ridurre e perfino a voler nascondere il ruolo dell’irrazionalità. L’irrazionale è invece un fatto positivo e naturale che spinge a decondizionare la testa attraverso le azioni fatte di ‘pancia’ che deviano dai soliti percorsi programmati. 

E per agire di pancia bisogna ‘essere’ un po’ assurdi, non conformi all’ordinario (stra-ordinari) e caotici.

Ma quindi usare la pancia vuol dire essere ‘fuori di testa’ e agire nel ‘buio della ragione’? Assolutamente no perché talvolta le più illogiche ‘fantasticherie’ sono invece preziose per controbilanciare le più razionali elucubrazioni ‘intellettuali’. Bisogna semmai essere coraggiosi e fantasiosi.

Ma in pratica cosa succede quando smetto di pensare?

Smettere_Di_PensareSemplicemente sospendo il pensiero critico e l’incessante lavorio mentale per permettermi di entrare in una dimensione di ‘vuoto’ sconosciuto e ancora non sperimentata. Spesso è la vita che mi mette davanti a questi ‘imprevisti’ o sfide/opportunità e me le propone per uscire ‘fuori di testa’ e mettere la pancia nella condizione di trovare il coraggio di agire.

Dal “penso dunque sono” al “non penso dunque sono!”

Quando non penso, semplicemente, ’sono’ e agisco in modo molto più spontaneo e incondizionato. Quando faccio questo, esco dal campo di quello che conosco e padroneggio per entrare in qualcosa di nuovo, che non so e che può essere magico! La magia del rischio … Certamente in situazioni nuove o estreme bisogna assumere un rischio per cambiare tutto.

Se continuo a ragionare nello stesso modo, ripetendo catene di pensieri, percorsi già battuti, non permetto alla mia vita di evolversi in altre direzioni. 

 

Per esempio se il lavoro che sto facendo e la mia relazione non mi gratifica, non funziona più e ho raggiunto un punto limite per la mia sopravvivenza, in quell’esatto punto e momento devo avere il coraggio di sovvertire tutte le logiche ragionevoli che vorrebbero avvedutezza, resistenza e pazienza.

Senza il rischio di lasciare andare e di mollare quello che a gran fatica sto trascinando avanti, non creerò altro spazio vuoto utile a far sì che possano presentarsi nella mia vita altre situazioni e possibilità.

La botta di pancia fa bene alla vita

La_Botta_Di_Pancia_Fa_Bene_Alla_SaluteAllora mi serve una folle e sana ‘botta di pancia’ per creare spazio nuovo e smettere di trattenere quello che adesso non voglio più perché ‘ingombrante’ e poco funzionale per la mia vita. Sembra facile a dirsi ma a farsi non lo è. 

Infatti, assumere il rischio delle conseguenze, che non conosco, e interrompere i miei ragionamenti mi getta nel panico. Solo passando attraverso questo ‘panico’ riesco a portarmi in un altro spazio più confortevole del precedente. 

Le azioni più strane, le decisioni più folli, che mi permetto di prendere mi salvano la vita ogni volta che la mia vita stessa mi sta dicendo, ’cambia!’. E allora per vivere si cambia. Molto speso vogliamo essere ‘numeri primi’ e ‘interi, che vivono una vita catalogabile  e definibile in determinate cifre e obiettivi raggiungibili. 

Per fortuna però possiamo anche essere ‘numeri irrazionali’ che procedono per assurdo e sono  magici proprio perché la portata della loro grandezza è incommensurabile, ossia indefinibile e interminabile come le loro possibilità.

Laura
Blogger irrazionale

 

 
 
 

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Allenare il corpo ed esercitare la mente non basta per ricevere il flusso del benessere

Ma è proprio vero che fare sport fa bene alla mente?

Verosimilmente praticare della attività fisica fa bene alla salute

Ma esattamente di quale salute stiamo parlando? 

Sarebbe bene applicare al concetto ordinario (occidentale) di ‘salute’ un approccio e una visione integrata per parlare di salute in senso olistico (orientale), che adesso tanto piace, e rispettare la relazione intrinseca di spirito – mente – corpo ideale per il raggiungimento di qualsivoglia ‘equilibrio omeostatico’.

I vantaggi del muovere il corpo

Il movimento e l’esercizio fisico svolgono una serie di funzioni positive e vantaggiose, tra le quali

  1. Una forte e valida ‘funzione antidepressiva’ laddove siamo in presenza di una ‘nevrosi’ standard entro i parametri (chi non ne  è affetto nei ritmi compulsivi della quotidianità?) .
    Diverso invece è il caso di una grave ‘psicosi’ che necessita l’intervento dello specialista.
  2. Miglioramento del benessere personale generale.
    Quando, in assenza di competizione, l’allenamento è rivolto a se stessi con motivazioni endogene e non esogene (avversario/vittoria).
  3. L’allenamento come deterrente del ‘rigonfiamento egoico’, che sfocia nelle forme del divismo pre/post – agonismo, modera i deliri di onnipotenza dell’atleta che alimenta un ‘agonismo psicotico’ che non fa benissimo alla psiche.
Allora che cosa fa "davvero bene"?

Il fitness di massa come attitudine contrastante di una certa  ‘pigrizia esistenziale’ arginata attraverso un muovere e sentire in modo olistico e sinergico i piani fisico, mentale, emotivo e ovviamente spirituale.

Via libera anche all’agonismo sano che stimola il superamento dei propri limiti verso la moderazione/modulazione delle pulsioni egoiche. Ma se muovere il corpo da solo, si sa, non basta…che dire della mente?

Muovere la mente per allenare la mente

Non è sempre detto che se la mente si muove il corpo faccia lo stesso… di fatto produciamo impulsi elettrici 24 ore su 24 che variano di modulazione distribuendosi su frequenze o onde specifiche (Berger 1929). 

Vediamo brevemente quali
  • Onde beta:
    sono quelle relative allo stress e al massimo dispendio fisico  e nervoso.
  • Onde alfa:
    sono quelle emesse in meditazione (yoga). Si riferiscono alla riduzione dell’attività celebrale e ad un maggiore autocontrollo  e creatività.
  • Onde delta
    sono quelle del sonno e della tranquillità. Favoriscono il rilassamento muscolare e la formazione dei processi rigenerativi dell’organismo.

…per esercitare la mente ci vuole un vero e proprio ‘allenamento psichico’…

Ma allenare il corpo ed esercitare la mente non basta per ricevere il flusso del benessere

Per "ricevere il flusso" bisogna "stare nel ritmo"!

 Stare a ritmo significa muoversi in tutti i modi possibili per riportare quotidianamente lo stato vitale a vibrare in sintonia con il corpo fisico, in armonica concordanza di corpo – mente – spirito.

E forse fare sport non fa bene quando c’è anarchia tra la mente e il corpo che può essere inibito da eccessiva resistenza al cambiamento, forte intolleranza alla frustrazione, incapacità di gestire i recuperi e di accettare/metabolizzare l’errore, per quanto riguarda fattori interni. 

Quando il livello di anarchia è forte lo sport rischia di sfociare in un danno biologico. 

Pensare di allenare il corpo allora potrebbe essere dannoso. Credo che forse bisognerebbe allenare una parte (la mente) in vista della ‘salute’ del tutto (il corpo). 

Nel dubbio meglio iniziare a meditare su come cavalcare l’onda per azzeccare la giusta frequenza….sperando sia Alfa!

Laura
Blogger Alfa

 
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