Lavorare 2.0

Nella Milano da bere c’è anche il ristorante di “Kiss me Licia”

Apre “Maido” il ristorante specializzato nella frittella preparata  alla piastra da Marrabbio.

Il cibo etnico è sempre di più alla moda nelle grandi città come Milano. Il motivo risiede nel fatto che anche gli italiani vogliono conoscere nuove culture ed assaggiare le tradizioni culinarie di tutto il mondo.

A tal proposito, a quanti di noi, guardando Kiss me Licia, è venuta voglia di assaggiare le fumanti polpette di Marrabbio (almeno così venivano tradotte) inghiottite con voracità da Andrea ed il gatto Giuliano?

Possiamo assaggiarle a Milano, in via Savona, da Maido il nuovo ristorante dove la specialità è appunto la teppan ovvero la frittella cucinata, proprio come nel cartone animato, sulla piastra con tanto di spatole metalliche (Kote) e fatta al momento davanti ai clienti.

Il piatto servito fa parte dell’Okonomiyaki cioè lo street food giapponese ed è molto popolare ad Osaka la seconda città più grande del Giappone.

Da cosa è fatto? 

E una sorta di pancake fatto con uova farina e foglie di cavolo. Okonomiyaki significa letteralmente mettere quello che volete sulla piastra,  quindi nel ristorante del papà di Licia si parte dalla ricetta di base già descritta, ma si può davvero spaziare con la fantasia. Ad ogni modo le due varianti più comuni sono la scelta tra l’Okonomiyaki con carne, e quindi pancetta, e quello con pesce o più frequentemente gamberetti.

Nel ristorante naturalmente non mancano le immagini del cartone giapponese che rallegrano i clienti e li riportano ai tempi in cui guardavano “Kiss me Licia”.

Simona
Blogger trendy

 

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Attenzione alla “web reputation”! può compromettere il vostro colloquio di lavoro!

Ecco le 7 cose da non fare per non rovinare la nostra reputazione sul web!
Cosa facciamo dopo aver inviato un curriculum o aver fatto un colloquio di lavoro? Ovviamente cerchiamo sul web tutte le informazioni sul datore di lavoro così ci facciamo un’idea sulla sua professionalità e moralità. Quello che non sappiamo è che la stessa cosa la fa il datore di lavoro! 
In particolare di questa dinamica se ne occupano i recruiter, addetti  alla ricerca e selezione del personale, che utilizzano i social network per cercare candidati, verificare i curriculum ricevuti, controllare i contenuti pubblicati ed appunto la digital reputation, perché è il web a decidere la nostra reputazione che si basa su quello che si dice di noi o sulle nostre attività.
 
Mettere una foto un po’ compromettente o un post sbagliato su Facebook può essere decisivo ai fini dell’andamento del colloquio, ma allora come dobbiamo comportarci o meglio cos’è che non dobbiamo assolutamente fare per cadere nella trappola?
 
Ve lo spieghiamo in sette punti [da Huffington Post]
  1. Postare la prova di un crimine che hai commesso
    Sono frequenti le storie di ladri maldestri che si fanno beccare perché postano foto con lo smartphone appena rubato. Un vero criminale non dovrebbe lasciare tracce. Cosa resa impossibile se si utilizza un iPhone. Questo telefono è infatti dotato di iCloud, un servizio che permette di archiviare e memorizzare dati, ma non sempre li protegge da occhi indiscreti come nel caso dell'attrice Jennifer Lawrence.
  2. Tutto ciò che incita all'odio
    Facebook non è una piazza virtuale per manifestazioni neofasciste o pro Lega. Ogni commento e immagine inutile, odiosa o offensiva verrà bloccata dal social network o dai vostri amici che attiveranno l'opzione per nascondervi dalla loro bacheca.
  3. Il vostro post contiene informazioni private che sarebbe meglio comunicare solo di persona
    Facebook è un luogo pubblico esattamente come un locale affollato o la strada principale della propria città. In questi luoghi nessuno si sognerebbe mai di mettersi a parlare del proprio divorzio, della morte improvvisa di una persona cara, dell'acquisto di una casa nuova o di quale scuola materna scegliere. Perché allora farlo su un social network?
  4. Mettere mi piace su notizie tristi
    Non tutto si esprime con un 'like'. Spesso chi passa molto tempo sui social network dimentica che la gamma delle emozioni umane è molto più vasta di un 'pollice alto' o di una 'condivisione'.
    I 'mi piace' valgono solo su Facebook e il proprio dispiacere per una tragedia non si misura in base al numero di 'like' ottenuti.
  5. Citare qualcuno che non vorrebbe essere nominato
    Prima di geolocalizzare qualcuno, taggarlo in una foto o scrivere dove si trovava ieri sera sarebbe meglio chiedere il suo permesso. Non tutte le persone condividono infatti l'idea secondo cui avere un profilo su un social network equivale a dire addio alla propria privacy.
  6. Pubblicare qualcosa che potrebbe compromettere la tua carriera lavorativa
    La foto che ti ritrae ubriaco alla festa del tuo migliore amico o quella in cui fai uso di droghe. Nessuno mostra il suo lato peggiore durante un colloquio di lavoro. Quindi perché si dovrebbe farlo in un luogo visibile da chiunque cerchi informazioni su di noi?
  7. Pubblicare foto o post intenzionalmente stupidi
    Ciò che ti fa ridere ora potrebbe imbarazzarmi (o crearti dei veri problemi) domani. La sa bene un ragazzo di 14 anni che sta scontando 2 anni di carcere per aver pubblicato un'immagine di lei che faceva sesso orale ad una statua di Gesù. 
    Il trucco, consigliano gli esperti, è quello di chiedersi, prima di postare qualcosa, che cosa ne penserebbe tua nonna. Un metodo infallibile per non sporcarsi la reputazione.
Se poi, alla fine, proprio non puoi fare a meno di postare o linkare la tua vita su Facebook, puoi sempre sceglierti un profilo alternativo per "soli intimi" e lasciare quello ufficiale su Linkedin.
 
 
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Mettetevi comodi, il colloquio lo fate con un video

Le aziende di oggi assumono con un video-colloquio

Le sorprese non finiscono mai e voi pionieri dei colloqui di lavoro dovete prepararvi anche a questo! Si chiama EasyRECrue l’azienda francese che ha dato il via ad un nuovo business che effettua le selezioni attraverso i video-colloqui. 

Si tratta di video in differita che permettono ai candidati di essere meno tesi durante il colloquio rispetto ad un tradizionale faccia a faccia, e che ha anche il vantaggio per il candidato di non essere soggetto a vincoli di orario ed a spostamenti difficili, per le aziende diventa un modo molto pratico per effettuare il colloquio e soprattutto economico dal momento che risparmiano sui costi di trasferta.

Un altro vantaggio è riuscire a valorizzare meglio le candidature dal momento che i video possono essere visti più volte e condivisi con altri interessati all’assunzione del personale.

Come funziona?

“I candidati sono invitati a rispondere in video - tramite computer e webcam o anche da smartphone o tablet - a un questionario impostato precedentemente dai selezionatori. E possono farlo nel loro momento migliore, purché entro la scadenza indicata” come spiega Arianna Furia responsabile Italia del progetto, e una volta avviata la registrazione il candidato non la può interrompere in modo da rispettare i tempi e inoltre per garantire la naturalezza del colloquio.

Il progetto sta funzionando al punto tale che già società come Costa Crociere, Ing Direct e Groupama ed inoltre l’Università Bocconi lo utilizzano già.

I risvolti?
Non vedere più scene come queste...


Simona

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