Quanto è importante lavorare all’interno di un ambiente professionale sereno?
Un luogo in cui le persone collaborino e funzionino come un meccanismo perfettamente oliato?
Ottenere un clima rilassato e produttivo dipende da molti fattori ma, principalmente, si tratta di saper rendere le diversità fra gli elementi di un gruppo una ricchezza.
Ad oggi la maggioranza delle aziende non si rende conto di quanto l’inclusione e lo spirito di collaborazione siano prerogativa imprescindibile per ogni realtà che intende crescere.
Una mancanza riscontrata in molte realtà lavorative da Work Wide Women, associazione bolognese nata da un’idea di Linda Serra e mamma di Diversity@work, videogioco per riflettere sui temi della discriminazione sul luogo di lavoro.
Cos'è Work Wide Women
L'associazione prende vita inizialmente per promuovere la diffusione della tecnologia nei confronti delle donne.
Il network si è in seguito evoluto, assumendo una piega ben precisa: stare accanto alle quote rosa professionalmente e avere un occhio di riguardo sull'inclusione sociale di ogni categoria "discriminata".
«Con il coding insegno alle ragazze ad essere se stesse»
Etnia, genere, orientamento sessuale, età sono ancora considerati elementi di divisione all’interno di una realtà lavorativa. Così come possono diventare, allo stesso tempo, punti di forza.
In Italia, solo nel 2018, il 73% delle aziende di grandi dimensioni (secondo un recente sondaggio Istud) ha offerto ai propri dipendenti una formazione manageriale volta al questo tipo di sensibilizzazione.
Per questo motivo Diversity@work si pone come spinta innovativa ad affrontare "direttamente" determinate problematiche.
Qualche esempio?
Cosa risponderesti ad Anna se ti raccontasse che ha avuto una discussione durante una riunione e le è stato dato dell’isterica? La scelta in questo caso è tra due opzioni: “è un modo di dire” oppure “qui le donne contano”.
O se Carlo vi dicesse che, dopo aver fatto coming out, ha notato un cambiamento di atteggiamento nei suoi confronti da parte di capo e colleghi? Sono tutti esempi tratti da casi reali, che potrebbero verificarsi nella quotidianità lavorativa di chiunque.
Le scelte sono volutamente semplici e funzionano su una logica binaria. Ogni opzione viene valutata misurando l’impatto dei comportamenti e della comunicazione su quattro livelli: Management, Leadership, Clima, Team Skills.
Ad esempio una buona scelta a livello di potenziamento di leadership può non esserlo a livello di clima lavorativo perché soddisfa le esigenze di alcuni ma scontenta altri.
Essere empatici è più importante che essere simpatici
È stato generalmente assegnato un valore positivo alle risposte che aprono scenari di confronto guidati all’attenzione al diversity management. Valori negativi sono stati assegnati invece alle risposte di chiusura o indifferenza alle diversità. Il valore zero corrisponde all’assenza di impatto sul diversity management.
Diversity@Work può essere uno strumento interessante non solo come utilizzo singolo ma anche di gruppo. Una piattaforma che stimola empatia e immedesimazione e rspinge a gestire meglio alcune situazioni e creare discussioni e dibattiti guidati da un coach.
Un modo innovativo e intelligente di fare player experience. Ma soprattutto, un'esperienza che apporti, si spera, miglioramenti reali.

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Che sia una raccolta di racconti, un romanzo, un saggio breve, moltissimi sognano ad occhi aperti di vedere la propria fatica sugli scaffali delle librerie.
La remora inoltre non sta certo semplicemente nell’autore, quanto nel possibile target di pubblico. Le vie principali, ovvero l’essere pubblicati da una casa editrice piccola o grande che sia, sono ancora quelle maggiormente sinonimo di effettiva qualità.
La scintilla che ha portato alla nascita del progetto si è accesa poco più di un anno fa. «All’epoca ero tornato in possesso dei diritti di pubblicazione dell’ultimo romanzo che ho scritto e avevo deciso di intraprendere seriamente la strada del self publishing, fino a quel momento soltanto sperimentata».
Purtroppo il lettore navigato quando si parla di autopubblicazione ha sempre attivo un campanello d’allarme. Infatti, causa assenza di qualsiasi tipo di filtro, la qualità risulta spesso oggettivamente bassa a fronte di una quantità di titoli enorme.
«È da quando ho iniziato questa avventura che ho in mente due aspirazioni» afferma Michel. «La prima è riuscire a costruire uno spazio che sia per il lettore un punto riferimento per gli acquisti sicuri di autori indipendenti, un’isola felice dove il lettore possa ammarare certo di trovare libri scritti e pubblicati con cura e qualità professionali».
Mobili, libri, gioielli, messi da parte in qualche angolo buio della soffitta.
Tra i vari nomi nel mare magnum di piattaforme online c’è
14 milioni di visitatori mensili provenienti da tutto il mondo;
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