Perchè essere empatici è più importante (e difficile) che essere empatici
Essere simpatici è il massimo.
Una persona simpatica fa ridere, mette a proprio agio, crea connessione immediata, rompe il ghiaccio. I simpaticoni sono calamite naturali e leader naturali di molti gruppi.
Non sempre però una persona simpatica è necessariamente anche empatica.
Qual è la differenza?
Essere simpatici o provare simpatia per qualcuno implica andare d’accordo e condividere gli stessi valori della persona che si ha di fronte. Dunque è facile simpatizzare per una persona simile a te, perché risulta semplice entrare nei suoi panni. Sono, metaforicamente, di taglia e colore simile.
Risulta invece parecchio più complicato calarsi nei panni di una persona con cui non abbiamo niente da condividere. E qui sta il punto: l’empatia è un atteggiamento comunicativo che abbraccia tutte le relazioni interpersonali, indipendentemente dal fatto di avere qualcosa in comune con chi abbiamo di fronte.
Come utilizzare l’empatia?
Empatia è astensione dal giudizio. Ascoltare, osservare, rispettare la posizione dell’altro. A volte, nella vita di tutti i giorni, crediamo di essere empatici quando in realtà cerchiamo solo di stare bene con gli altri, di compiacerli per ottenere la loro approvazione.
Altre volte semplicemente ci troviamo d’accordo con l’altra persona e mostriamo simpatia verso di lei. Rispettare significa accettare che tutti abbiano il diritto di decidere come vivere, pensare, agire e sentire. Dunque come vogliamo che le nostre decisioni vengano rispettate dobbiamo pensare, agire e sentire senza essere giudicati per questo.
Quando rispettiamo gli altri capiamo la loro posizione, la scala di valori e mostriamo empatia, percependo che la nostra scala può essere diversa.
Simpatizzare è condividere valori, passioni e affetti.
Empatizzare è mostrare rispetto di fronte alle diversità, senza giudicare.
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