Lavorare 2.0

L'ordine dei giornalisti non ha più senso di esistere

Il conduttore di “Che tempo che fa” rischia l’esclusione dall’Albo per essere testimonial del nuovo spot Tim-Telecom perché un giornalista non può fare pubblicità.

Premessa

I giornalisti italiani sono davvero liberi? Sono forse liberi di scrivere ciò che vogliono quelli del Corriere della sera, i cui azionisti sono Fiat, Della Valle, Cairo, ecc…? Sono forse liberi i giornalisti de La Repubblica, il cui De Benedetti ha società praticamente in ogni campo imprenditoriale?  E Il Giornale, quotidiano della famiglia Berlusconi come tutte le testate Mondadori? Tutti liberi e senza condizionamenti?

L'ordine
L’Ordine dei Giornalisti rappresenta l’unico caso al mondo di associazione professionale dei giornalisti istituita per legge, l’iscrizione alla quale è condizione abilitante all’esercizio del mestiere in Italia. Si ma fino a che si vendevano i giornali e non esisteva internet e i blog.
 
Ci sono delle attività professionali che, avendo un riverbero sociale molto accentuato, hanno necessità di garantirsi presso il loro pubblico.  Per esempio un medico o un avvocato non possono esercitare le loro professioni senza fornire garanzie ai propri clienti.
Allo stesso modo, per assurdo, i giornalisti alla persona alla quale si rivolgono, sia esso un lettore, un radioascoltatore, un telespettatore, offrirebbero la garanzia che quello che comunica è la verità al massimo delle sue possibilità.
Praticamente l'informazione per loro è sacra e se comunicata da un iscritto all'ordine è verità assoluta.
 
Gli iscritti
Barbara d'Urso, Vittorio Sgarbi, Giovanni Toti (pres.Regione Liguria), Renato Brunetta e altri fanta-giornalisti che offrirebbero ai lettori la verità assoluta! Mah...
 
Fabio Fazio
Quindi, purtroppo, caro Fabio Fazio, se devi essere radiato dall’Ordine, perché è ovvio che sia così, poniamoci piuttosto la domanda se ha ancora senso avere un Ordine, che non può più garantire diritti e doveri di una categoria alla mercé del migliore offerente.
 
Per i giovani
Tantissimi giovani scrivono e sperano nell'ottenimento del "mitico" tesserino. Ne conosco tanti e a loro suggerisco: "apritevi un blog, scrivete cose vere, indipendenti, fate inchieste, denuncie e postatele online!" 
Ecco come ti invento un giornalista!
 
 
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Apple: perché ha scelto l’Italia e Napoli

Ecco come Tim Cook vede l’Italia:”c’è una meravigliosa aria di cambiamento, ottimismo, opportunità; qui sento che the sky is the limit, che tutto è davvero possibile”.

Forse l’Italia sta uscendo da quella morsa stretta in cui è stata per tutti questi anni dal momento che gli investitori (vedi Cisco ed Apple) l’hanno scelta considerandola un ”mercato attraente” per molti motivi:qualità della vita, bellezza, ma soprattutto,ottimo livello delle risorse umane disponibili.

Potrebbe essere arrivato il momento in cui le nostre brillanti menti non sono più costrette ad emigrare perché il loro paese è in  grado di fornire loro valide alternative.

E’ quello che pensa Tim Cook

Numero uno di Apple e degno sostituto di Steve Jobs, quando ha scelto di investire in Italia e, in particolare, a Napoli dove sarà creato il nuovo Centro sviluppo app.

Perché L’Italia

In un’intervista Tim Cook spiega il perché di questo investimento in Italia: «Lei mi chiede se questo non sia il momento peggiore per venire a investire in Europa, con la continue liti politiche, il rischio di una stagnazione economica, le tensioni sui mercati finanziari. Ecco, le rispondo così: quando vado a Bruxelles respiro pesantezza, burocrazia, difficoltà, mentre qui in Italia c’è una meravigliosa aria di cambiamento, ottimismo, opportunità; qui sento che the sky is the limit, che tutto è davvero possibile».

 

Dalla Silicon Valley al meraviglioso Golfo di Napoli

Perché Napoli e non Milano? Ci chiediamo, dal momento che il cuore dell’economia d’Italia batte nella città di Milano. Il numero uno di Apple risponde così: «Per lo spirito imprenditoriale della città e, francamente, perché da un punto di vista economico credo che lì possiamo dare una mano, fare maggiormente la differenza. Quando a Milano annunciai a Renzi che avremmo voluto aprire una scuola per sviluppatori di app, lui mi chiese di immaginare una linea che divide l’Italia in due. Sopra quella linea, spiegò, ci sono dati demografici ed economici più alti dei paesi più ricchi d’Europa; sotto quella linea invece siamo ai livelli della Grecia. Questo discorso ci ha molto colpito e per questo abbiamo deciso di andare sotto la linea. E Napoli ci è sembrata la scelta più logica».

I napoletani se lo meritano !

Questo investimento è certamente una boccata di ossigeno per la città di Napoli. A mio avviso, questa città, unica al mondo, ha una marcia in più e merita di essere considerata e premiata. E’ fatta di persone in gamba, preparate e con voglia di fare e questa è l’occasione giusta per dimostrarlo e per uscire da quel velo di pessimismo, vittimismo e rassegnazione che l’avvolge.

E poi in quale parte del mondo si trova una simile accoglienza? Dalla pizza a forma di mela morsa ai tatuaggi con l’immagine di Apple, fino alle probabili statuine di San Gregorio Armeno che rappresenteranno Tim Cook e la Apple nel presepe.

Buon lavoro a tutti i napoletani...

Simona

 

 

Dove sara la sede di Apple?

 

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Worksumer il lavoratore di oggi e domani

Creativo, orientato alla conoscenza e alla ricerca di una rete sociale e di soluzioni di lavoro flessibili e soprattutto felice perché può fare cose che fanno parte della vita privata, questo è il Worksumer.

Arriva direttamente dalla Silicon Valley

L’idea di sentirsi (quasi) a casa sul luogo di lavoro e la conseguente creazione di spazi come We Work che hanno trasformato gli uffici in luoghi dove è possibile rilassarsi, incontrare gli amici, cenare e fare ginnastica senza bisogno di muoversi da un posto a l'altro. 

Nasce cosi anche un nuovo profilo di lavoratore che si chiama worksumer. Work (lavoratore) + consumer (consumatore), persone le cui esigenze di consumo sono legate strettamente al modo di lavorare.

Chi sono

Sono lavoratori aggiornati, creativi, molto flessibili e con molto talento che svolgono il loro lavoro in spazi che permettano loro di gestire la mancanza di tempo libero derivante dal fatto che sono sempre raggiungibili e reperibili grazie alla tecnologia. Generalmente sono lavoratori altamente qualificati, pubblicitari, designer, comunicatori, consulenti, che oggi hanno tra i 30 e i 40 anni e vivono nelle metropoli.

I loro luoghi di lavoro

Il loro ambiente di lavoro deve stimolare la loro creatività e per questo deve essere dotato di palestre, bar e salottini informali. L’obiettivo è che si senta rilassato e felice, solo così potrà gestire lo stress derivante da un lavoro bello ma dal quale praticamente non si stacca mai. 

La perenne connessione e reperibilità,infatti,necessitano che il lavoratore debba mescolare il tempo del lavoro con quello libero, ecco perché sempre di più il mercato si orienta verso la creazione di luoghi di maggiore svago e conoscenza.

In Italia

Questi luoghi di lavoro “innovativi”in realtà sono già stati realizzati in passato in Italia, con la Olivetti ad esempio. 

Attualmente non siamo ancora ai livelli di Google e Facebook, però la nostra legislazione sta mostrando segnali di apertura verso un tipo di lavoro che si possa coniugare con la  vita privata attraverso la regolamentazione dello smartworking (telelavoro) e del coworking (lavoro in cui lo spazio è condiviso con altri professionisti facilitando la collaborazione).

Siamo però indietro per quel che riguarda il lavoro totalmente online e ad oggi la creatività e le strategie del lavoratore sono ricercate dallo stesso esclusivamente nella vita professionale e non in quella privata.

Simona

Giovani, carini e disoccupati. Guarda il video

 

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