Lavorare 2.0

Quanto guadagna uno youtuber?

Professione Youtuber

youtubeYoutube come molti di voi già sapranno è la celebre piattaforma di Google per poter vedere video e, nel perfetto stile social, mettere mi piace, non piace e commentare. 
Si stima che nel 2016 i visitatori di Youtube siano stati superiori al miliardo. 
Più di Facebook per alcuni, meno per altri. 
Comunque sempre 1 miliardo di persone!
 
Il sogno dei milleniums

greta-menchi

Diventare uno Youtuber famoso come Pewdiepie, Zoella, Favij, Frank Matano e Greta Menchi.
Tutti ragazzi di 20 anni, su per giù, che intrattengono milioni di spettatori ogni giorno con i loro contenuti semi-demenziali per alcuni, gamer-addicted per altri. 
Ovviamente non sono diventati famosi per caso, ma hanno sfruttato le competenze di società editoriali con precise tecniche di web-marketing. 
E' bene sottolinearlo, perché molti giovani dopo i primi video, non vedendo raggiungere le cifre stratosferiche di visualizzazioni dei famosi Youtubers, si scoraggiano e pensano di non essere bravi. 
 

Non è così! 

Loro hanno una macchina economica dietro che li sostiene. 

 
Si, vabé, ma quanto si guadagna?
Prima di scrivere quanto, è più giusto spiegare come.
Ci sono 2 modi. 
  1. Partecipando al programma di Google Adsense, nella funzione del canale "monetizzazione"
  2. Chiudere accordi diretti con pubblicitari per presentare i propri servizi o prodotti (tipo Vodafone)
Google Adsense

adsense-youtube

E' la modalità più semplice per monetizzare le visualizzazioni. Per potersi attivare al programma occorre completare la registrazione sul sito di Adsense per poi attivare la funzione "monetizza con gli annunci".
 
Youtube mostrerà i banner sui vostri video che, se cliccati, genereranno un compenso. Ma attenzione il guadagno è molto basso!
 
Se siete all'inzio, con pochi video nel canale, il compenso sarà di 2€ ogni mille visualizzazioni.
In pratica con un video da 3.000 visualizzazioni si possono guadagnare circa 6€.
 
Man mano che si diventa famosi, non con gli iscritti, ma con le visualizzazioni, il compenso aumenterà. Non esiste un limite ai compensi. Google li aumenta con la popolarità del canale Youtube.
Un personaggio come Greta Menchi, che genera circa 10milioni di visualizzazioni al mese, con un compenso medio di 4€ ogni mille visualizzazioni, fattura circa 20.000€ al mese! E man mano che l'orda di ragazzine che guarda i suoi video aumenta, i guadagno salgono. I dati li trovi anche su SocialBlade.
La condizione essenziale per ricevere questi guadagni è avere un conto corrente. Google non ricarica la PostePay o PayPal.
 
Accordi diretti

stepny

Beh, questi sono molto difficili da ottenere, a meno che non si diventi molto famosi. E per famosi significa essere riconosciuti come Youtuber di professione, tipo i The Jackal o Favij. 
La fama è una qualità che si ottiene con il tempo. Almeno 3 o 4 anni di video di ottima qualità o con contenuti originali. 
Inoltre, occorre avvalersi da Agenzie di Public Relations, come la Maker Max di Favij o St3pny, che facilitano la popolarità attraverso le televisioni, gli eventi alle fiere del gaming, cinema o altro.
 
Diventati abbastanza popolari, attraverso alcune agenzie pubblicitarie, ci si può proporre e, se piaciuti all'advertiser, si negozia un prezzo per inserire contenuti pubblicitari nei video del canale.
L'inserimento può avvenire in modalità "evidente", tipo: "si mostra una serie di immagini prima del video con il logo dell'advertiser", oppure in maniera"nascosta", tipo: "durante il video si fa vedere un telefonino, oppure un'automobile, ecc".
Il compenso negli accordi diretti è molto alto e può arrivare fino a 20mila Euro a video.
 
E ricordate: "come c’è un talento per fare soldi, ci vuole un talento ancora maggiore per sapere come spenderli".
 
 
Se vuoi approfondire l'argomento scrivi a info@formicargentina.it o guarda il canale Youtube
Per iscriverti alla Maker Max clicca qui e richiedi un contratto
 
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Come sarà la nostra vita futura con la rivoluzione digitale?

Social media e tecnologia cambieranno radicalmente la nostra vita, il nostro lavoro e la nostra società?

La nuova era digitale

Nel libro, viene descritta la nostra vita futura scandita dai ritmi dell’era digitale

Le nostre giornate saranno più o meno così:” Inizieranno senza il suono fastidioso della sveglia, con l’aroma del caffè e della luce che entra dalle finestre non appena le tende si aprono automaticamente. 

Il nostro appartamento sarà «un’orchestra elettronica» e noi «il direttore». 

Passeremo in rassegna le notizie del giorno su schermi traslucidi, mentre dall’armadio automatizzato prenderemo un vestito fresco di bucato perché il calendario ci dice che quel giorno abbiamo un appuntamento importante. Il display delle notizie ci segue anche in cucina, dove facciamo colazione. 

Controlleremo le e-mail su un tablet olografico, mentre i robot domestici ci suggeriscono alcune cose che essi stessi dovrebbero sbrigare in giornata e ci ricordano di acquistare un regalo per la nipote che proprio oggi compie gli anni”.

 

Cosa cambierà nell’individuo?

Il sociologo Bauman sostiene che la nuova era digitale ed internet comporteranno delle incisive conseguenze sull’individuo che avrà una soglia di attenzione fragile e soprattutto incostante. 

L’individuo, insomma, sarà incapace di concentrasi a lungo, e la sua attenzione sarà allenata a “navigare” ma non potrà spingersi mai in profondità. 

Di qui  i messaggi elettronici dovranno, per loro natura, essere brevi e semplici, così da comunicare tutto il loro contenuto prima che l’attenzione si esaurisca. Anche le  email ed i messaggi che già ora sono brevi, in futuro saranno ancora più stringati.

Come cambierà il lavoro

Più veloci ma meno attenti, così sarà il profilo del futuri lavoratori? Ed altra questione: la  digitalizzazione potrebbe comportare che le macchine sostituiscano l’uomo con una conseguente eliminazione dei posti di lavoro? Ce chi dice di si  e chi, invece, pare essere più ottimista. 

Il Ceo di Microsoft, Satya Nadella, sostiene, difatti, che la nuova era digitale non ridurrà il numero dei lavoratori, semplicemente, i nuovi lavoratori, dovranno acquisire nuove competenze ed abilità, e che più in generale, tutti, giovani e meno giovani dovranno essere istruiti in modo da imparare le skill necessarie. 

C’è da osservare poi che, gli aspetti umani nel lavoro, come l’empatia, continueranno a rimanere importanti e non potranno mai essere sostituiti da una macchina.

Simona

 
 

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E’ più facile se il”Mentore” ti aiuta

Nasce, anche in Italia, la figura del “Mentore” 

per dare supporto ai giovani nell’inserimento nel mondo del lavoro

A volte, ai giovani, sembra di vivere un incubo nel quale vengono assaliti da mille dubbi: continuare a studiare oppure no? aspettare l’occasione giusta o cominciare a farsi le ossa? restare in Italia o partire? A chi rivolgersi per iniziare ad acquisire competenze ed esperienza?

Premesso che gli ultimi dati Istat confermano che un giovane su tre ha difficoltà ad inserirsi nel mondo del lavoro, a chi rivolgersi se non ad un Mentore?

Cosa è

Il termine Mentore deriva dalla mitologia: era colui che si occupava dell’educazione di Telemaco, figlio di Ulisse. L’anziano Mentore, infatti,divise con Telemaco tutta la sua sapienza.

Questa figura è molto diffusa nei paesi anglosassoni, in particolare negli Stati Uniti, ed è colui che fa da guida alle persone che crescono nel mondo del lavoro.

L’abbiamo importata

Stanchi delle drammatiche statistiche sulla disoccupazione giovanile  i ricercatori di Adapt, il centro studi Marco Biagi, hanno deciso di importare la figura del Mentore che, anche in Italia, seguirà i giovani in cerca di lavoro anche solo per le cose più semplici, come ad esempio scrivere un curriculum o gestire un colloquio di lavoro.

Nasce così in Italia il progetto Mentee, una piattaforma che mette in contatto i giovani disoccupati e i potenziali Mentor e cioè persone con un profilo professionale elevato come top manager ed imprenditori.

Basta iscriversi alla piattaforma

Se si desidera,infatti,entrare in contatto con un Mentore basta iscriversi alla piattaforma ed attendere di essere abbinati ad uno dei professionisti (o imprese) che abbia dato la disponibilità a fare da giuda.

Naturalmente chi da questo tipo di disponibilità  dovrà essere dotato di una grande attitudine a comunicare ai più giovani le proprie esperienze professionali ed a fare loro un buon orientamento.

Il Patto

Sulla base di un “Patto”, poi, le imprese e gli enti di formazione, come scuole ed Università  metteranno a disposizione tirocini e apprendistato per agevolare l'ingresso dei giovani nel mondo del lavoro.

Simona

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