«Dove vanno a finire i calzini?» cantava Vinicio Capossela.
Fermacarte: niente di più semplice. Basta infilare una grossa pietra dalla forma regolare dentro il calzino, spingerla fino in fondo e cucire i lembi rimasti. Durante una bella passeggiata sulla spiaggia dunque, scegliete il sasso che più vi piace per evitare concerti di porte sbattute e improvvisi crolli di libri. Attenzione, non buttate i lembi rimasti. Anche quelli possono essere riciclati!
essere usata per creare boccoli senza uso di ferri o bigodini. Il vantaggio è poter aggiustare la pettinatura anche di notte, evitando l'insonnia.
Pupazzi per i bimbi: i vecchi calzini possono diventare un fantasioso teatro di marionette. Infilate la mano all’interno del tessuto e disegnate occhi e bocca a altezza adeguata. Potete poi cucire ciondoli o bottoni, aggiungere capelli, cappelli, cravatte, tutto quello che vi viene in mente…praticamente a costo zero.
spaiati. Basta cucirli uno dopo l’altro e riempirli con ovatta ricavata da cuscini che non si utilizzano più. Otterrete così un simpatico rettile che vi proteggerà dai colpi di freddo.
Cuscinetto per cervicale: prendere un calzino e imbottirlo con chicchi di riso o noccioli di ciliegie. Cucire l’estremità aperta e…il gioco è fatto! È possibile usarlo sia caldo (appoggiandolo per qualche minuto sul termosifone o nel microonde) che freddo (nel freezer). E addio torcicollo.
tutto il tallone (lasciando una piccola asola dove far passare il pollice). Cucire i contorni affinché gli scaldapolsi non si smaglino. Lo stesso procedimento può essere utilizzato per scaldamuscoli o coloratissime sciarpe.


Chris Barnes ha scelto di dedicare la propria vita ai piccoli marsupiali rimasti orfani. Nel 2009 fonda il Kangaroo Sanctuary a Alice Springs, in Australia centrale. Novanta ettari di terreno che ospitano trenta baby-canguri le cui madri sono rimaste vittime di incidenti stradali. Il giovane benefattore lavora instancabilmente per mantenerli prima di rimetterli in libertà: prepara il latte, li avvolge in coperte, ricrea il caldo dei marsupi materni. Il resto del tempo lo passa in macchina, percorrendo le strade più trafficate alla ricerca di cuccioli feriti.
Chi cerca di vivere nel rispetto dell’ambiente spesso crede di essere l’unico a interessarsi del bene comune. GreenApes (scimmioni verdi) aiuta i paladini del green a ricredersi.
arrivare a grandi cambiamenti. La gratificazione per chi si comporta bene è un forte incentivo alla partecipazione. Ogni post può essere infatti applaudito e condiviso. Per esempio "IlariaTheApe" ha guadagnato duecento noci di cocco postando la foto della sua precisa raccolta differenziata casalinga, "ValeTheApe" venti cucinando il risotto con la zucca coltivata nell'orto e LucaFromTheBranch ne ha ottenute altrettante con il post « Ho risparmiato energia e acqua facendo una doccia veloce e fredda ». Il social dà anche possibilità di segnalare bar, ristoranti e negozi dove poter fare i propri acquisti green. Gli utenti li segnano sulla mappa e condividono le loro esperienze.
GreenApes al momento è attiva a Firenze. « Sono molte le realtà che stanno entrando a far parte della rete » ha detto Eve. « Finora abbiamo ricompensato le azioni basandoci sul racconto degli utenti sui social media, ora stiamo lavorando sui meccanismi che consentano di verificare l'autenticità di tali comportamenti». La piattaforma è disponibile sia per i singoli che per le aziende. Piccole e grandi imprese possono infatti coinvolgere attivamente i propri dipendenti nella riduzione di impatti ambientali e CSR, Responsabilità Sociale di Impresa.