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Baudin, un intero borgo per 150.000 euro

Avere un villaggio tutto per sé? 
Succede a Baudin, piccolo paese al confine con la Svizzera, all’asta per 150mila euro. Tra Sellières è Toulose le Chateau, il grazioso angolo di mondo comprende i resti di una vecchia canonica, l’abbazia di Baume les Messieurs, un museo, una fontana, case e studi di artisti e negozi, la maggioranza dei quali risalenti al 19esimo secolo. 
 
Perché è stato necessario mettere all’asta il villaggio? Un tempo Baudin era pieno di fabbriche ma dopo la loro chiusura nel 1959, si è spopolata. I funzionari locali hanno creato così un’associazione per trasformarla in  luogo turistico, ma i costi di ristrutturazione sono elevati.
 
Il borgo è in attesa di qualcuno che abbia voglia e possibilità di sostenere le spese. L’area comprende 22mila metri quadri e circa 5mila metri quadrati di abitazioni. Agora store è il sito che sta gestendo  la vendita. 
 
Gli abitanti del borgo però non sono del tutto d’accordo all’idea: hanno infatti lanciato una petizione su Change.org  che oggi conta circa 2mila firme. Il timore è che a causa dei costi elevati vengano abbattuti gli edifici storici. L’asta si aprirà il 23 Maggio.
 
E voi? Vi prendereste in carico onori e oneri? 
 
 
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Se i macellai scarseggiano e i buoi inquinano

Ammazzare gli animali? Chiedetelo a qualcun altro.
I canadesi rifiutano l’impiego da macellai, lasciando agli immigrati stranieri il compito di sporcarsi le mani, nonostante crisi e mancanza di lavoro. «Nella presente situazione, dove stiamo assistendo a questi periodi di congiuntura difficile, è una circostanza molto particolare quella di aver dovuto ricorrere a lavoratori temporanei stranieri per occupare le posizioni scoperte» ha detto il ministro federale per l’occupazione MaryAnn Mihychuk. « Il nostro obiettivo è quello di fornire maggiori finanziamenti ai canadesi per ottenere le competenze necessarie e aiutare le aziende a reclutarli ».
 
Anche Ray Price, presidente di Sunterra Group, società che si occupa del macello di maiali, avrebbe bisogno di almeno venti impiegati nella sua azienda. Anche venticinque, se solo riuscisse a trovarli. E allora, come in molti altri casi, dove si vanno a cercare le risorse? Tra chi non ha niente da perdere, i rifugiati, nella maggioranza siriani. Ma non è così semplice come sembra, perché la religione islamica impone sia di  non mangiare carne, sia, eventualmente, un preciso rituale di macellazione. Il fenomeno sarà un caso o dipende dalla diffusione della sensibilità a certe tematiche?
 
Il sondaggio
Un studio condotto da statistics.com, uno dei maggiori siti statunitensi di indagini sociali, ha evidenziato come ormai in America il 60% della popolazione abbia un’alimentazione basata solo su frutta e verdura. Le cifre sono 7, 3 milioni di vegetariani, un milione e mezzo di vegani e 22, 8 milioni di persone orientate verso questo stile di vita. Le motivazioni? Salute, rispetto per l’ambiente e trattamento etico degli animali. 
 
Il video
E se si realizzasse davvero lo scenario auspicato da molti vegetariani, cioè se la richiesta di carne edibile fosse completamente annullata? Il canale youTube AsapScience, dedicato a divulgare la scienza in modo comprensibile a tutti, afferma che lasciando liberi i circa 33 milioni di chilometri quadrati oggi usati come terreni da pascolo (un territorio equivalente alla grandezza dell’Africa) potrebbero diventare desertici e incolti. 
 

Ebbene, non sono  i treni, le automobili, gli aerei a produrre la maggiore fetta di inquinamento, ma i bovini. Il metano prodotto dagli escrementi dei ruminanti aumenta l'effetto serra e risulta più nocivo dello smog delle auto. La cosa positiva potrebbe essere probabilmente un minor consumo di acqua, considerando che circa il 70% viene utilizzato per scopi agricoli. 
Nel video si fa riferimento anche al fatto che oggi l’allevamento del bestiame, a parte il caso Canada, dà ancora lavoro a circa un miliardo e  mezzo di persone nel mondo, che potrebbero avvicinarsi ad altri settori come non trovare più una collocazione.
 
Sarà il caso di cominciare a spostare lo sguardo anche su altri temi e non solo sul consumo del cibo? Diminuire la quantità di carne sì. Lottare contro gli allevamenti intensivi è ragionevole. Ma diventare tutti erbivori? Forse non avrebbe senso. 
 
 
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La femminilità? Poter usare una bicicletta

Pensate se fare una semplice passeggiata su due ruote fosse considerato sconveniente, vergognoso o addirittura vietato.
In alcuni Paesi il semplice gesto di pedalare, che a noi sembra un’abitudine comune, diventa un atto rivoluzionario. Mamme in bici, corso di bicicletta gratuito organizzato dall’associazione Cyclopride, ha preso il via lo scorso gennaio a Milano. L’obiettivo è rendere le donne partecipanti, provenienti da paesi diversi, finalmente libere di andare dove vogliono, con le proprie gambe.
 
In molti paesi islamici infatti una donna che mette in mostra le forme viene considerata impudica e addirittura punibile fisicamente. Non poter andare in bici ha alla base lo stesso principio del divieto di guidare: impedire di essere indipendenti e emancipate. Non dimentichiamo però che fino a un secolo fa per le nostre nonne era sconveniente anche solo mostrare le caviglie. Solo con lo sforzo e la tenacia si ottengono i grandi risultati. 
 
Cominciare a muoversi da sole per la città non solo rappresenta un vantaggio in termini di facilità di spostamento ma favorisce  l’integrazione sociale e culturale di queste signore. Il corso, che si svolge nei locali dell’Istituto L. Cadorna , propone contenuti sia teorici che pratici. Si svolgerà in italiano e va dalla storia della bici fino al codice della strada per arrivare all’esecuzione di piccole riparazioni.  A fine corso verrà regalata a ciascun iscritta una bici e il kit per mettere in pratica ciò che si è imparato.  
 
 Il progetto raggiungerà il ciulmine con il Cyclopride day, manifestazione ciclistica cittadina che si svolgerà a Firenze, Milano e Palermo a metà Maggio e che gli anni scorsi ha contato oltre 30,000 presenze. Le organizzatrici sperano che il progetto possa essere replicato anche il prossimo anno. Per questo motivo hanno avviato un progetto di crowdfunding su Indiegogo. 
 
Aiutiamo a rendere queste donne finalmente padrone della propria femminilità. 
 
 
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