Parola chiave: trasparenza
Lo StartUp Europe Awards (SEUA) è l’evento organizzato a cadenza annuale dalla Commissione Europea insieme alla Fondazione Finnova in collaborazione con Startup Europe Summit.
Obiettivo? Premiare le startup europee più meritevoli. L’ultima edizione si è tenuta lo scorso 15 novembre a Sofia e, tra le varie categorie, la startup italiana Helperbit ha primeggiato nella fintech. Di cosa si occupa nello specifico quest’azienda? E soprattutto perché è ritenuta migliore delle altre?
Helperbit è una startup che si dedica alla raccolta delle donazioni umanitarie: attraverso un’apposita piattaforma, le operazioni di trasferimento di denaro (di bitcoin, per la precisione) avviene con assoluta trasparenza, impedendo quindi qualsivoglia genere di errore nella gestione dei proventi.
A caval donato...si guarda in bocca?
Negli ultimi anni sono state molte le notizie che riportavano errori di gestione del patrimonio raccolto a seguito di donazioni umanitarie, addirittura con utilizzo improprio del denaro raccolto. È da qui che sono partiti alla Helperbit: la startup, infatti, pone chiarezza e trasparenza nella raccolta delle donazioni; un approccio che certamente è risultato premiante per la commissione dello StartUp Europe Awards.
Chi è Helperbit?
Helperbit è nata nel 2014 a seguito di alcuni scandali sulle somme raccolte in occasione dell’emergenza terremoto all' Aquila, nel 2009: ricordiamo che allora vennero raccolti ben 5 milioni di euro via sms, ma l’utilizzo di quest’enorme budget fu quello di costituire un consorzio per un progetto di microcredito gestito da enti locali, banche e Caritas.
Il risultato? Tempistiche di approvazione delle richieste di credito lente e alti costi di gestione.
Grazie al blockchain e al GIS (Geographic Information System), Helperbit analizza a livello geografico le zone soggette a disastri naturali, così da accertarsi che i soldi raccolti vadano direttamente alle vittime di queste calamità, senza possibilità che la burocrazia o peggio attività criminali possano infiltrarsi nel ciclo di raccolta e distribuzione delle donazioni.
Con Helperbit si dona con denaro che viene automaticamente convertito in bitcoin, basta una semplice carta di credito, debito o prepagata. Grazie a tali presupporti, la startup è stata selezionata a concorrere al premio internazionale a rappresentanza dell'Italia nella categoria fintech, vincendo il premio. E portandoci davvero orgoglio per il lavoro che svolge.

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In Canada sono stati creati degli occhiali dotati di un visore che ridà la vista a coloro che non ce l’hanno
Il visore utilizza particolari fotocamere in grado di fornire ai non vedenti immagini chiare e nitide e poter così interagire con il mondo in maniera assolutamente autonoma in ogni situazione.
In un futuro non molto lontano (il dispositivo negli ultimi tempi si è evoluto ed ha fatto passi da gigante) l’azienda realizzatrice vorrebbe trasformarlo in un semplice paio di occhiali intelligenti, oppure in un paio di lenti a contatto di ultimissima generazione.
Numerose ore di volo, orientarsi sull’indirizzo esatto, fare tentativi più o meno riusciti di capire quali siano le attrazioni principali in zona; poi finalmente il meritato relax nel vostro appartamento Airbnb e prepararvi per la cena.
La sharing economy è arrivata anche ai piccoli elettrodomestici. Si chiama
«Per esaudire le personali richieste di clienti abbiamo iniziato a rivolgerci a società di noleggio e così mi sono reso conto di due ostacoli fondamentali: la difficoltà di trovare società affidabili e ordinare i loro prodotti online. Ciò che mancava era una piattaforma che offrisse un listino completo dei prodotti delle varie società e facilitasse la ricerca online».
La startup sta già raccogliendo consensi dalle più grandi piattaforme di Airbnb management che stano dimostrando che Rentuu è una soluzione vincente, legata ai valori della libertà e della sostenibilità.