D’ora in poi gli istituti di credito dovranno fornire ai clienti tutta la documentazione loro relativa, in caso di contenzioso. A stabilirlo, la Sentenza della Corte di Cassazione n. 5091/16 depositata il 15 marzo scorso. Questa sancisce l’obbligo di produrre ai diretti interessati estratti conto ed eventuali Consulenze Tecniche di Ufficio.
Nello specifico, si chiarisce che la CTU deve essere ammessa perfino quando ha una valenza esplorativa, essendo l’unica fonte disponibile per ricostruire un rapporto bancario annuale.
«Se questi principi di diritto fossero stati già applicati, la maggior parte di quelle cause che hanno visto il rigetto per ragioni connesse all’onere della prova o comunque di natura procedurale, avrebbero avuto un esito diametralmente opposto. La Corte di Cassazione stabilisce infatti che sia il giudice a ordinare alla banca di produrre la documentazione utile ai fini della ricostruzione del rapporto, qualora ritenga insufficiente quella prodotta in giudizio dal cliente». Così l’ex magistrato Piero Calabrò,
«Una sentenza che ridisegna le condizioni di chiaro svantaggio finora vissute dai clienti nei confronti delle banche che, pur nell’era digitale, offrono continuamente ostacoli al cliente, addirittura nel fornire documenti a cui ha diritto di ottenere il possesso». Prosegue Calabrò.
Credito trasformato in debito. In Puglia condannata per anatocismo Antoveneta
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..alcune prezzano la metà rispetto a inizio anno: una grande opportunità di acquisto o un numero (il prezzo) che dice più di mille parole?
«Accade che l’Agenzia di Riscossione sta causando il default di moltissime attività e famiglie». Così Alfonso Ferrara, vicepresidente provinciale di Confesercenti Foggia. «Dopo tanti anni di crisi, di freno imposto dal credito, il territorio non può tollerare l’attacco lanciato da Equitalia. In pratica, nel momento in cui un’azienda o un privato ritarda il pagamento del proprio piano di rateizzazione, scatta il pignoramento presso terzi, in modo particolare bloccando i conti correnti presso le banche. Un’azione di disturbo che, di fatto, paralizza l’attività delle imprese, impossibilitate a poter lavorare e, nello stesso tempo, anche a pagare quanto dovuto al Fisco».
Un meccanismo perverso e vizioso, una spirale mortale, perché, il giro di vite innescato da Equitalia induce gli istituti di credito a congelare le istruttorie degli affidamenti e il normale rapporto con il cliente. All’origine di tutto, un’asimmetria nella riammissione alle rateizzazioni decadute, promossa nella seconda metà del 2015. Così, mentre i cittadini sono convinti di avere la possibilità di non pagare fino a otto rate non consecutive, l’Agenzia di Riscossione annulla il piano di dilazione già dopo la seconda saltata.