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Pensiero laterale, la creatività che apre le porte

Ti sei laureato con il massimo dei voti? 

Può non essere sufficiente. Trovare lavoro e spiccare il volo significa accendere la creatività. Questo è l’unico potenziale che consente di pensare fuori dagli schemi e entrare a far parte di un forte team. Sei fai la differenza sei dentro, altrimenti out!

«Il tuo primo lavoro sarà trovare lavoro!» 

-mi dicevano. È o non è così? L’errore era ancorarmi a vecchie regole ormai antiquate. Esempio: preparavo un curriculum europeo e premevo invio. Guardavo di continuo il telefono nella speranza di una chiamata. E un giorno, ecco presentarsi l’occasione: un colloquio! Mi preparo: camicia, giacca e pantalone, il kit delle buone impressioni. 

Ma oggi questo è sufficiente? Viviamo in una società che prevede l’inserimento dei robot al posto degli umani. Come si può fare la differenza?

Ricordo una battuta nel film La ricerca della felicità; Will Smith arriva ad un colloquio in ritardo e con la camicia sporca divernice. Gli domandano: 


«Lei cosa direbbe se uno si presentasse con ore di ritardo, per di più, con una camicia sporca di vernice?»

«Beh, direi che magari aveva un bel paio di pantaloni»

Non so voi, ma personalmente assumerei nella mia azienda una persona così piuttosto che un tipo che si nasconde dietro ad una maschera, sforzandosi di fare bella figura.

Questioni di prospettiva

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È sorprendente scoprire che una pallina da biliardo può essere osservata da una infinità di angolazioni, mantenendo pur sempre la sua forma. Ecco, il pensiero laterale si sposa perfettamente con questa osservazione, in quanto si tratta di risolvere un problema con un approccio indiretto, abbracciando punti di vista originali. 

Indovinelli

Siete in una stanza con due sole porte. Se aprite la prima sarete polverizzati all’istante da una lente in grado di concentrare i raggi del sole. Se aprite la seconda sarete inceneriti dalle fiamme di un enorme drago. Quale porta scegliete? La risposta serve a mettere alla prova il vostro pensiero laterale e non vi preoccupare se ancora ci state pensando. Ci sono svariati modi per sviluppare questa potenzialità (ad ogni modo, la risposta all’enigma la scriverò alla fine dell’articolo).

Strategie

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1.     Non date mai nulla per scontato. Il nostro cervello cerca scorciatoie per farci gaticare il meno possibile. Non loascoltate. Imparate a fare una lista dettagliata delle ipotesi che date per scontate e individuate quella che vi consente di sviluppare una risposta più creativa.

2.     Iniziate dalla fine. Che risultato volete ottenere? Immaginate il passo che precede il traguardo e continuate a regredire finché non avrete raggiunto la situazione attuale. Questa strategia è valida, ad esempio, quando si dice “Studia meno e meglio”.

3.     Idee assurde. Se non riuscite mai a raggiungere un obbiettivo, scrivete un elenco di cose assurde, almeno cento. All’inizio saranno banali ma pian piano vi renderete conto che sembrano tutte più originali: questo è il risultato dell’immaginazione. Arma che va usata e si può allenare.

4.     Riformulate la domanda. È una delle tecniche più efficaci per risolvere un problema. Prendete le varie componenti di 

un quesito ed iniziate a giocarci. Togliete elementi, riordinateli, aggiungetene di nuovi. Facile no? È come mettersi a guardare la pallina da biliardo da più punti di vista: rimane sferica ma la prospettiva cambia.

Soluzione

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Nell’indovinello vi ho chiesto: «Quale porta scegliereste?».

Ricordate: La risposta giusta è spesso la più semplice ed elegante,quella che richiede il numero minore di condizioni per essere realizzata. E questo vale negli indovinelli come nella vita reale. Forse vi si saranno aperte svariate domande, tipo: «Devo scegliere per forza una delle due porte? Devo sceglierla ora? Esiste una finestra? La lente mi ucciderà all’istante, sempre?. E così via …

Siete ancora vivi? Io sì, perché ho aspettato che calasse il sole per aprire la prima porta. 

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di Luca Mordenti

 

 

 
 
 
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Voglio ottenere rispetto! Come faccio?

«Si può definire il rispetto come l’immagine del nostro valore nei pensieri della gente» scrive Schopenhauer.

rispetto-1L’esperienza mi porta a dire che bastano davvero pochi istanti per avere una buona o cattiva impressione di una persona. Quando mi trovo di fronte a qualcuno, sono consapevole che, in meno di un secondo, è in grado di sviluppare un’opinione che spesso è difficile da modificare. 

Ci avete mai fatto caso? Magari siete diventati amici di qualcuno e dopo diverso tempo vi confessa: «Appena ti ho visto, non credevo fossi così» .Un desiderio profondo dell’uomo è quello di non farsi mettere i piedi in testa! Lavoro, scuola, amore: almeno una volta, tutti, siamo stati vittime di qualcuno. Allora, mi sono chiesto:«Esiste una strategia per ottenere rispetto?» L’ho trovata nella scienza, che ne parla in maniera chiara.

Questione di carattere

rispetto-2Il segreto risiede in tre caratteristiche principali: essere più stronzi, maggiormente altruisti e trovare il giusto equilibrio tra le due cose.

1.     Le persone più narcisiste e antipatiche ottengono maggiori promozioni al lavoro e hanno un reddito superiore alla media. Questo perché vengono percepite come autoritarie e sicure di sé. In questo caso ottenere il rispetto è molto facile ma ha un costo. Essere prepotenti rende precarie le relazioni e funziona solo sulle persone fragili e manipolabili. 

2.     È dimostrato che le persone più ammirate hanno una caratteristica che le accomuna: l’altruismo. La tendenza a dare più di quanto ricevano in cambio. Questo tipo di individui sono presenti in alti ranghi di aziende, organizzazioni e mettono a disposizione tempo e conoscenze. Sono persone che hanno raggiunto il successo. Ma ecco che si presenta un dilemma: se il donare fa guadagnare il rispetto degli altri è anche vero che alcuni individui potrebbero diventare troppo altruisti, rischiando di venire sfruttati. Come dobbiamo comportarci?

3.     Il segreto è non essere troppo stronzi e nemmeno tanto altruisti. Facile a dirsi, difficile da mettere in pratica. Quel che occorre è il giusto livello di assertività, ovvero essere in grado di esprimere in maniera chiara emozioni e opinioni, senza offendere né aggredire nessuno.

Conclusioni?

amabiliStronzi e altruisti hanno i loro pro e contro. Ovviamente in certi contesti sono in grado di persuadere e dare ottime impressioni.  Alla lunga, però, si rivelano persone che difficilmente cambiano atteggiamento e lati negativi.  Per ottenere successo, oltre a trovare il giusto equilibrio bisogna essere:

-        Amabili: simpatici, gentili, cordiali e affabili.

-        Competenti: colti, preparati su uno specifico argomento.

Ecco il vero segreto per ottenere rispetto. Ma la domanda sorge spontanea: come possiamo sviluppare amabilità e competenza? Non è impresa facile, e il voler essere considerati importanti da qualcuno necessita di caratteristiche che non si possono comprare al primo supermarket.

Io, in qualche modo, ho avuto le mie soddisfazioni e sono riuscito a cambiare le carte in tavola. Cosa mi ha aiutato? Inseguire un obbiettivo, fare esperienza, essere aperti alla conoscenza, tutto questo mi è stato utile a migliorare la personalità.  Ho provato a fare buona impressione utilizzando tecnicamente strategie, ma poi sono crollato. Non posso fare lo stronzo o altruista se nel profondo non lo sono. Quindi ho constatato che è inutile portare una maschera che, alla lunga, sarà sempre più pesante e destinata a frantumarsi.

Continuo, giorno dopo giorno, impegnandomi ad essere una persona migliore. Cercando di progredire al fine di raggiungere l’assertività, ovvero l’autenticità, e, di conseguenza, il rispetto.  E tutti noi dovremmo mirare a questo.

 

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di Luca Mordenti

 

 

 
 
 
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Rimando a domani? No, bastano due minuti!

“Il viaggio più lungo comincia da un singolo passo” recita un noto proverbio.

procrastinareUna cosa ha sempre terrorizzato l’uomo: il tempo che scorre. Spesso si passa troppo velocemente da «Lo volevo fare» a «Adesso non posso più». La nostra vita necessita di uno scopo ed è costellata da obbiettivi da perseguire: principali e secondari. Ci perdiamo frequentemente in quest’ultimi, senza avere energie sufficienti per concentrarci sui primi. Così ci mettiamo a letto, fiacchi, opprimendo i nostri desideri e procrastinando tutto al giorno dopo. L’indomani la storia si ripete.

Di cosa abbiamo bisogno? Una strategia.

Regola dei due minuti

due-minutiÈ un piano che permette di evitare di rimandare sempre i compiti principali che ci siamo prefissati. Tecnicamente si divide in due step.

1.Come guadagnare tempo

Quando tornate a casa, staccate la testa dal lavoro, liberate la mente e concentratevi su ciò che deve essere portato a termine.  In un primo momento vi renderete conto della quantità di cose che rimandate all’indomani. Per esempio, anziché scorrere la bacheca di Facebook per l’ennesima volta, pensate al tempo che impieghereste a lavare i piatti, portare l’immondizia fuori o mandare una mail importante. Ecco: se l’impegno richiede meno di due minuti fatelo immediatamente.

«Si, va bene. Ma come faccio a sfruttare questo piccolo lasso di tempo per gli obbiettivi ambiziosi?».Il secondo step ha la risposta che cerchi.

2. Sfruttare il tempo guadagnato

È praticamente impossibile  svolgere  i propri compiti primari in meno di centoventi secondi. La regola, però, ci mette di fronte a un dato di fatto: tutto ciò che vogliamo fare può essere iniziato in meno di due minuti. Obbiettivo ambizioso o meno c’è sempre un principio. Applicatevi seguendo il timer e vedrete che i risultati arriveranno in meno tempo del previsto. A insegnarcelo sono persino le leggi della fisica della vita reale.

Isaac Newton

newtonIl principio d’inerzia afferma che un oggetto tende a restare nel proprio stato di quiete in moto rettilineo uniforme. Allo stesso modo avviene con gli essere umani. La regola dei due minuti contrasta l’inazione. Quel che possiamo attivare in un lasso di tempo così breve non è altro che un impulso e uno stimolo che ci aiuta a perseguire l’obbiettivo, grande o piccolo che sia.  

La pratica

Una volta che cominciate a fare qualcosa che vi piace è molto probabile che continuiate anche per ore intere. Entriamo nell’ottica che tutto è possibile, si tratta solo di fare il primo passo. Volete scrivere il libro delle memorie? Iniziate con la regola dei due minuti. Partite da una frase. Non sorprendetevi se,senza rendervene conto, avrete riempito venti pagine.

Qual è la vostra passione o obiettivo? Mangiare più sano? Leggere più costantemente? Nel primo caso potete partire mangiando un frutto al giorno mentre nel secondo sfogliando le prime due righe di un romanzo. Ricordate: l’importante è partire senza pretese. Dite a voi stessi: «Per questa azione impiegherò solo due minuti, un nulla in confronto alle ore che passo sui social ad annoiarmi».

Considerazioni finali

Quel che conta maggiormente non è la qualità delle prestazioni ma la concretezza dell’agire. Non pensate ad avere successo immediato. Solo in questo modo, se siete persone positive, sarete stimolati a perseguire tutto ciò che vorrete. I risultati arriveranno di conseguenza. 

 

di Luca Mordenti

 
 
 
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