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Ecco perchè odio gli oroscopi

Non voglio criticare la categoria dei “fedeli”.  

paolo-foxMa, se su dieci persone che incontro, almeno cinque mi chiedono di che segno sono non può essere un caso. Come se, sulla base di congiunzioni astrali, si possa prevedere il futuro o identificare il carattere di una persona.  Argomento preferito? L’amore.

Quanto è fastidioso. Non ci hanno mai preso ma a quanto pare si crede che esistano segni compatibili tra loro, con un avvenire roseo, e altri che sono destinati alla rottura.  

Avete mai provato a chiedere al mago Fox di turno di illustrarci le basi scientifiche di tali affermazioni? Mai avuto risposte. Infatti, molto probabilmente, non dirà nulla o si arrampicherà su qualche assurda teoria uomo-costellazioni.

Ecco perché non credo agli oroscopi!

Effetto Barnum

BarnumSi verifica quando siamo sicuri che quel che leggiamo o stiamo vedendo abbia un messaggio univoco o sia stato scritto appositamente per noi. In realtà la maggior parte delle affermazioni potrebbe essere tranquillamente rivolta a tutti.

“Sei un persona forte ma la vita in questo periodo sembra complicata. Non demordere”

Si tratta di espressioni generiche, fasi che tutti attraversiamo nella vita e incoraggiamenti di cui ciascuno di noi ogni tanto ha bisogno. Fu l’americano Phineas Taylor Barnum, imprenditore e circense che, grazie ai suoi trucchi, verificò l’effetto dell'auto-convinzione.

Previsioni.  La mente ha un ruolo importante. Se di prima mattina l’oroscopo annuncia che sarà una giornata bellissima, molto probabilmente, se si rivelerà tale, tenderemo a ricordare ciò che abbiamo letto appena svegli. In caso contrario, no. Infatti, il cervello protegge le nostre convinzioni e tende a cancellare quelle contrarie. 

astronomo

Figli delle stelle. Durante una conferenza ascoltai le parole di uno psichiatra che disse: «L’uomo crede in Dio per nonsentirsi solo». Sostenendo o meno la sua tesi, una cosa è certa: l’individuo ha bisogno di appoggiarsi fedelmente su qualcosa più grande di lui. Ecco perché le stelle così distanti da raggiungere ma così vicine da ammirare, vengono studiate e hanno assunto una tale aura di mistero.

Adattarsi. La nostra esistenza si basa tendenzialmente su due assunti: spirito di adattamento e sopravvivenza. Chi crede agli oroscopi si adegua alle situazioni. Quando leggiamo tali profezie giornaliere, ecco che ci ancoriamo ad esse per sentirci sicuri. Conoscere in questo modo il proprio avvenire e adagiarsi, non è forse un limite e uno schiaffo alla vita?

Deve essere così. Affidarsi alle stelle vuol dire rendere la mente pronta a farsi condizionare. Infatti, se l’oroscopo dice che oggi sarà una giornata triste perché qualcosa andrà male, ecco avanzare sensazioni di ansia. I sentimenti tenderanno a malinconia e paura. E questo solo perché qualcuno  ha detto così.

A questo punto mi vien da pensare.… ma se siamo dipendenti dalle parole altrui seppur giustificate dalle stelle, con tutte le conseguenze che hanno sulla nostra mente, non sarebbe più funzionale inventarsi una propria previsione? Non cambierebbe nulla, se non sentirsi più liberi e padroni del proprio avvenire. Ho detto forse poco?

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di Luca Mordenti

 

 
 
 
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Perchè vivere la solitudine non significa essere soli

Vi siete mai chiesti perché siamo costantemente alla ricerca di una metà, di qualcosa che ci migliori, di qualcuno che ci faccia compagnia o che, semplicemente, entri nella nostra vita?

melaEcco qualche buon motivo… seguito da qualche buona soluzione.

1)    L’essere umano è un insoddisfatto ed un insaziabile di natura.

2)    La nostra anima ci conosce e noi conosciamo lei: quello che reputiamo essere punto debole in noi stessi cerchiamo di renderlo forte nell’altra persona.

3)    La vicinanza affettiva di qualcuno permette di allontanarci dai problemi di vita quotidiana.

4)    La frenetica e costante volontà di mostrarci al fianco di una persona, meglio se felici e sorridenti, ci dà l’accesso garantito verso quel mondo contorto e selettivo che è la nostra società.

5)    La paura della solitudine.

Vivere è...vivere bene

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Siamo fatti di sentimenti, pelle ed anima. Convinti di saper gestire paure ed emozioni in ogni frangente, per natura siamo alla costante ricerca dell’equilibrio mancante, di quel fattore determinante che ci regali la via più giusta verso il benessere. Tuttavia esiste una modalità migliore rispetto alla fuga da noi stessi, che spesso porta a rifugiarci in qualcuno di, fino ad allora, sconosciuto.

 

Si chiama solitudine e no, non fa così paura. È vista spesso come il male oscuro della nostra epoca, ma questo non implica che sia una condizione negativa. Questa cara amica sarà molto simpatica, se presa nel verso giusto: non si sta da soli per “diventare persone migliori”, non serve se la affrontiamo come un’occasione per riempirci di hobby inutili o cose da fare. Questa condizione, se accolta a braccia aperte, potrà solo curarci e rigenerarci.

Perchè la paura di stare da soli è una costante?

solitudine-4Un concetto dato dalla convinzione che incontreremmo chissà quali mostri o nemici interiori o, peggio, che non ci sia niente da trovare. Il timore di non sentirsi abbastanza profondi, il terrore del vuoto. In realtà è il nulla l’unico in grado di saperci restituire quell’anima che i pensieri, le convinzioni e la ragione tendono, invece, a farci perdere. Entrare in uno spazio dove non ci sono domande da fare o risposte da dare. Basta rimanere in silenzio. Consapevoli. Senza pensieri, parole o giudizi. Per guardarsi dentro e capire chi si è veramente.

Che sia proprio questa, dunque, la soluzione alla frenesia che accompagna le nostre vite e che, spesso, ci fa sentire smarriti?

Solo dal silenzio e dal vuoto mentale può nascere un nuovo sviluppo creativo della nostra vita. Solo in questa condizione saremo davvero capaci di guardarci dentro e capire chi siamo veramente. Per essere liberi, finalmente, di scoprire la nostra natura, quella parte misteriosa che alberga dentro ciascuno.

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di Giorgia Sollazzo

 

 
 
 
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Perché quando torniamo single il mondo sembra subito accorgersene?

Magari è perché…

donna-1No, non è semplicemente perché modifichiamo lo status sentimentale sul nostro profilo Facebook, passando da “Fidanzato/a ufficialmente” oppure “Sposato/a” a “Single”. Evidentemente uomini e donne emettono segnali più o meno subliminali che vengono immediatamente percepiti dal mondo esterno.

Che si tratti di fattori chimici, posturali, comportamentali o di una loro combinazione, non v’è certezza. Fatto sta che non appena il nostro cuore è libero, i pretendenti e le ammiratrici fioccano. Si ricevono avances, inviti, complimenti e attenzioni da far invidia a femme fatale e latin lover.

 

Quelle stesse persone che fino a un attimo prima della nostra “rottura” sembravano ignorarci, si accorgono improvvisamente di noi e ci trovano attraenti, interessanti. Come mai? Non può essere una coincidenza e non è nemmeno la bellezza in sé a giocare un ruolo determinante, in questo caso.

È una questione di sensi.

Siamo animali e come tali odoriamo sempre di qualcosa, Chanel a parte. Allo stesso tempo siamo come antenne e irradiamo pensieri, stati d’animo e desideri attorno a noi. Nessuna meraviglia, dunque, se gli altri ci percepiscono in maniera differente ogniqualvolta le nostre vite subiscono cambiamenti significativi.

I pensieri, così come gli eventi fisiologici che caratterizzano l’essere umano, provocano reazioni biochimiche all’interno del nostro corpo e generano nuove realtà. Ricercatori della Florida State University, ad esempio, hanno dimostrato che durante il periodo fertile una donna risulta più attraente.

La seduzione è movimento. Nei giorni dell’ovulazione, la donna diventa più disponibile, più ricettiva, sorridente e provocante. I suoi comportamenti cambiano, magari anche il suo look. Ciò che cambia in modo del tutto naturale, tuttavia, è il suo odore. Il profumo del corpo femminile, infatti, in quei giorni assume un aroma particolare che attrae il maschio.

È lecito supporre, dunque, che qualcosa di simile accada anche quando si torna single. In tale circostanza il cambiamento nasce a livello mentale, ma si traduce comunque in una trasformazione fisica.

In entrambi i casi, una sorta di sesto senso consente a chi ci osserva dall’esterno di percepire il segnale di “via libera” e farsi avanti o lasciar trapelare un interesse.

Il vero cambiamento è in come guardiamo le cose.

Però… c’è un però che suona come una contraddizione, in questa affascinante teoriaE se fossimo noi a non accorgerci, quando siamo sentimentalmente impegnati, delle cose di cui invece ci accorgiamo da single?

Molti psicologi sostengono che durante la vita di coppia sviluppiamo una specie di tecnica di autodifesa che ci convince di non essere attratti da qualcuno, quand’anche la chimica sta chiaramente dimostrando il contrario.

Non sono gli altri a percepirci in maniera differente a seconda del nostro status sentimentale, dunque, quanto noi ad aver deliberatamente offuscato tutti i sensi. È come se fossimo avvolti da un filtro che lascia passare solo le informazioni che non turbano il nostro equilibrio esistenziale.

Cosa accade, allora, quando ci liberiamo della scomoda appendice (intesa come il partner di cui non eravamo innamorati)? Rimuoviamo il filtro e azioniamo il meccanismo dell’attenzione selettiva.

Che ci piaccia o meno ammetterlo, poco dopo aver superato la cosiddetta fase di “elaborazione del lutto” ci rimettiamo subito a caccia e cominciamo a vedere ovunque ciò che cerchiamo: un nuovo partner. Siamo concentratissimi, non ci sfugge il minimo particolare, ed è così che creiamo le condizioni affinché una nuova persona possa entrare nella nostra vita.

Quella stessa persona, tuttavia, era lì anche prima, solo che non l’avremmo vista nemmeno se avesse indossato il giubbotto catarifrangente. Eppure noi abbiamo la percezione che sia dotata di un particolare sesto senso o che sia rimasta folgorata dal nuovo aroma che emettiamo attraverso la pelle.

Ecco allora un ottimo esercizio per te che stai vivendo una relazione. Alla prima occasione, magari durante una passeggiata, prova a rimuovere volontariamente il filtro che ti avvolge e fai caso a quanti sguardi o apprezzamenti riceviResterai sbalordito dal risultato, a prescindere dal tuo livello di autostima.

 

di Giovanni Antonucci

autore del romanzo "Veronica Fuori Tempo"

 
 
 
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