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Dipendenza: come aiutare il partner ad affrontare la terapia

Essere schiavi di alcool o droghe è un problema più comune di quanto si possa pensare.

alcolTante persone riescono a nasconderlo. Non penseresti mai, ad esempio, che un tuo amico possa abusare quotidianamente di una sostanza tossica. E invece, a volte anche a distanza di anni, la situazione viene a galla. A maggior ragione quando si convive: per quanto uno possa cercare di mascherare una dipendenza, prima o poi il problema emergerà.

In genere chi non può fare a meno di una droga dichiara il contrario, di essere capace di smettere quando vuole. Cosa fare allora per venire incontro al compagno/a? Il primo passo è chiedere aiuto. Spesso tra i due conviventi si viene a creare un muro difficile da abbattere, e può essere la persona “sana” ad avere peggiori conseguenze psico-emotive. 

Se si ama qualcuno si desidera vederlo condurre una vita serena, non solo per il suo bene, ma anche per quello di chi gli sta accanto. Ovviamente non sarà facile aiutarlo, ma mai arrendersi ai primi tentativi. Sarà duro, doloroso, ma vedrete che con determinazione e amore ne sarà valsa la pena.

Questione di fiducia

Quando un rapporto viene compromesso e manca la fiducia inevitabilmente si creano tensioni.  È quindi importante ristabilire un contatto e un dialogo. Bisogna informarsi sul tipo di dipendenza e saper accettare anche qualche menzogna (ad esempio, «Vado a svuotare l’immondizia», quando sappiamo che andrà anche a bere). È opportuno quindi, paradossalmente, sviare sul problema e ristabilire prima di tutto un rapporto di trasparenza reciproca.

Confrontarsi con un professionista

Ogni sera la scena si ripete e per quanto abbiamo momentaneamente accettato la situazione, la cosa migliore da fare è rivolgersi ad uno psicologo. Avrete gli strumenti necessari per affrontare più serenamente le difficoltà.
 

Comunicare la dipendenza

dipendenza-drogheLo specialista vi aiuterà ad affrontare il problema nei dovuti modi, non appena se ne presenterà l’occasione.  Non bisogna aver fretta ma adoperarsi nel momento giusto perché in caso contrario la situazione precipiterebbe.

La vittoria

Aver raggiunto l’obbiettivo significa essere riusciti a sollevare le difficoltà ed essere un reale sostegno per l’altro. Il disturbo è spesso causato da traumi irrisolti; è necessario quindi regalare tutto l’appoggio e le premure possibili. 

Chi abusa di sostanze lo fa per nascondersi da ragioni più oscure di quanto possa (anche lui stesso) immaginare. È importante far capire a chi si ama che non è solo e che può contare sull’amore del partner, con  un nuovo traguardo: progettare un futuro più luminoso per entrambi.

Solo con i giusti strumenti, quali dialogo, sensibilità e amore si potrà portare la persona ad accettare la terapia per risolvere il problema. Per scoprire, in fondo, che non è mai stato troppo suo.

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di Luca Mordenti

 

 
 
 
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Kakebo:quando risparmiare è arte

Il quaderno dei risparmi (Kakebo) è ormai un fenomeno internazionale. 

kakebo-1I maestri ancora una volta sono i giapponesi. Tutto ciò che occorre è rispettare le indicazioni dell’agenda e segnare meticolosamente le proprie spese. La garanzia? Risparmio automatico del 35%.

Questo motivo, di per sé, sarebbe sufficiente a stuzzicare la nostra mente; ma c’è dell’altro. Mentre annotiamo i movimenti di denaro e superati i primi step organizzativi, si sviluppa un’ottima autodisciplina. Come si agisce? Ecco qualche indicazione.

I primi trenta giorni

Stabilite sin dal primo giorno del mese entrate e uscite previste. La differenza fra attivo e passivo vi permetterà di sapere quanto denaro avete a disposizione.

Risparmiare in anticipo

kakebo-2

Fissatevi come primo obbiettivo mettere da parte una piccola somma. Poi dimenticatevene. Se non ci riuscite, fate ditutto per conservare quei soldi durante le spese di routine. A questo punto, oltre a far la differenza fra attivo e passivo, aggiungete la somma prevista. Siete riusciti ad arrivare a fine mese? Se la risposta è sì, stabilite altri obbiettivi nel breve o lungo periodo.

Liberi professionisti

Se fatturate, potete considerare il saldo del mese precedente oppure il più vicino alla scadenza. L’importante è rispettare la scelta e mantenerla tutto l’anno. In genere è consigliabile basarsi sulle fatture già incassate.

Attenzione agli scontrini

Conservate tutte le ricevute delle spese settimanali e annotatele sul diario. È la parte più noiosa ma dopo un po’ di pratica vi verrà automatico. Avrete tutto dettagliatamente sotto controllo. Non perdetevi d’animo e ritagliatevi pochi minuti della giornata per aggiornare costantemente le vostre uscite.

Le categorie

kakebo-3Volete gestire al meglio il vostro piano finanziario? Suddividete le spese in quattro sezioni:

-        Abituali: alimentazione, medicine, trasporti …

-        Optional: bar, ristorante, discoteca, tabacco, shopping …

-        Cultura: libri, spettacoli, giornali, musica …

-        Extra: regali, riparazioni …

Questo pratica vi permetterà un controllo economico più attento al dettaglio.

Resa dei conti

Ogni fine mese fate la differenza tra budget iniziale e il totale delle spese mensili ed ecco che avrete il vostro risparmio. Inserite poi nei riquadri corrispondenti le spese totali,settimanali e mensili, di ogni categoria. A fine anno sarete in grado di tracciare il grafico del vostro bilancio finanziario.

La procedura e analisi dell’arte del risparmio ci mette di fronte al regolamento delle nostre abitudini e del nostro stile di vita. In pratica, aiuta a prendere coscienza delle nostre azioni e, se necessario, cambiarle. I risparmi ottenuti sono soddisfazioni e solo voi sarete in grado di decidere come, dove e quando utilizzare la vostra previdenza economica. 

di Luca Mordenti

 

 

 
 
 
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Non esiste un solo tipo di odio

“Quanto è più piccolo il cuore, tanto più odio vi risiede”  (Victor Hugo)

odio-1La psicologia ancora non si esprime apertamente. Emozioni che si mescolano, agiscono sull’individuo, creano uno stato confusionale e imprevedibile capace di far commettere azioni anche pericolose. Cosa spinge all’odio?

Identificare

Possiamo classificare l’ostilità in quattro aggettivi.

1. Fredda . Un esempio è l'omofobia. L’odio deriva da paura e disgusto verso altre persone. Non c’è rabbia ma semplicemente una repellenza che porta la persona ad evitare qualsiasi cosa che ritiene ripugnante e ingiusta.

2. Calda. È il caso tipico degli omicidi in amore. Si manifesta sotto forma di rabbia e paura verso un individuo e le azioni che potrebbero ferirci.

3. Gelida.  L'odio razziale. Le persone che provano questo tipo di ostilità, si sentono superiori alle altre . In alcuni casi chi odia in maniera gelida pensa che certe persone non meritino di vivere. Questo tipo di avversione può essere identificato anche in contesti lavorativi, dove c’è concorrenza e si persegue un unico obbiettivo.

4. Bruciante. Chi lo nutre ha solo un obbiettivo: uccidere. È il suo scopo di vita, non pensa alle conseguenze. Si alimenta di ostilità e avversione e l’unico modo per porre fine a questo stato è annullare la persona odiata.

Intervenire

odio-dueÈ complesso controllare e abbattere l’odio. Chi prova emozioni distruttive destabilizza la propria vita. È spesso in cerca di un confronto e, quando ciò non accade, il sentimento si amplifica ancora di più.  Il nervosismo sale e la testa è schiava di un unico pensiero: “il nemico”. Ma possiamo applicarci: una volta identificato, interveniamo a piccoli passi affinché  il sentimento si affievolisca.

Elaborare la rabbia. Impariamo a fare autoanalisi. Riflettiamo sul motivo per cui odiamo quella determinata persona. Ci ha tradito? Com’è la nostra  vita ora? Ha senso nutrire un tale sentimento? Vale davvero la pena dipendere ed essere condizionati da una persona che in realtà non ci merita? Interrogatevi. Fate chiarezza e vedrete che i vostri sentimenti cambieranno.

Distrarsi. Cerchiamo di fare qualcosa che porti la mente da un’altra parte. Impegniamoci emotivamente in nuove attività: stare a casa o andarcene a spasso con il pensiero fisso di una determinata persona, non aiuta. Ascoltiamo musica diversa, leggiamo libri, applichiamoci in cose che sono fuori dalla nostra routine quotidiana. Prepariamo la mente a sorprenderci, nutrendo il nostro spirito di  sentimenti nuovi e positivi.

Tagliare i ponti. Evitiamo la persona che odiamo. Ovviamente se non  l'abbiamo davanti agli occhi ogni giorno sarà più difficile riuscire a dimenticarla, soprattutto se ci ha fatto del male. Se si tratta di un collega e un dialogo non è stato d’aiuto a calmare le acque è necessario trovare il coraggio e prendere come ipotesi l’idea di cambiare lavoro. In egual modo, se si tratta di un ex con figli a carico cercate di ridurre gli incontri.

Sono importanti i piccoli passi. Il primo miglioramento è la consapevolezza del sentimento e la necessità di combatterlo: perdono“voglio smettere di odiare quella persona”. Se questo diventa il vostro obbiettivo, non abbandonatelo nemmeno un giorno, e pian piano l’avrete raggiunto senza rendervene conto. Vi sentirete persone nuove e vi pervaderà una carica di positività. L’odio diventerà un ricordo lontano appartenente ad una vecchia vita.

Se dopo aver utilizzato queste tecniche  queto sentimento negativo sembra non lasciarvi ancora in pace, cercate di ridurre al minimo il tempo che impiegate a sprecare  l’energia del pensiero. Ridomandatevi se davvero ne vale la pena.

 Non avete – forse - già rubato troppo tempo alla vostra vita?

 

di Luca Mordenti

 
 
 
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