Se la tecnologia annulla la parola
30.03.2016 17:31
Questo il preoccupante risultato di una ricerca svolta in collaborazione tra Asl di Bari, Cnr di Pisa e Università di Locarno. A lanciare l’allarme alcune maestre d’infanzia pugliesi, che hanno sottolineato come una gran quantità di bambini dai tre ai cinque anni abbia difficoltà a formulare frasi e discorrere speditamente. Così Rossella Peparello, dirigente scolastico delle scuole d’ infanzia del settore III di Bari, messa a conoscenza dell'accaduto, ha deciso di procedere con metodo scientifico per capire se non si trattasse di un caso singolo.
Un bambino su tre ha difficoltà nel parlare.
Questo il preoccupante risultato di una ricerca svolta in collaborazione tra Asl di Bari, Cnr di Pisa e Università di Locarno. A lanciare l’allarme alcune maestre d’infanzia pugliesi, che hanno sottolineato come una gran quantità di bambini dai tre ai cinque anni abbia difficoltà a formulare frasi e discorrere speditamente. Così Rossella Peparello, dirigente scolastico delle scuole d’ infanzia del settore III di Bari, messa a conoscenza dell'accaduto, ha deciso di procedere con metodo scientifico per capire se non si trattasse di un caso singolo.
I risultati sono arrivati sottoponendo genitori e insegnanti a una serie di test. Il campione d’osservazione era costituito da 350 bambini provenienti da cinque asili comunali di Bari; assieme alle maestre anche un logopedista, che ha notato in molti la difficoltà a pronunciare la lettera g e a esprimersi senza inciampare nella lingua.
Certi bambini recuperano con soli due mesi di cura, ma se gli errori non vengono corretti subito non è detto che le difficoltà vengano superate con la crescita. Il problema, in ogni caso, è rischiare di rovinare il percorso scolastico dell’alunno già dalle elementari.
Quali sono le cause di questo gap?
La tecnologia imperante comincia a rivelare le prime storture. Le nuove generazioni sono più abituate a digitare che a parlare. Basta pensare a quanto anche noi adulti ormai scriviamo cose che potremmo tranquillamente dirci faccia a faccia.
Ulteriore motivo è la scarsa comunicazione con i genitori. Mamma e papà passano forse troppo tempo su WhatsApp e simili?. La ricerca è comunque servita a dare risposte agli insegnanti; nessun mutismo selettivo ma un fenomeno corale.«Soltanto così possiamo predisporre interventi , in rete, in un contesto non semplice, visto che insegnanti di sostegno ed educatori non sono mai sufficienti» dice la Peparello.
Le soluzioni
- Innanzitutto, anche se sembra strano, non sottovalutare la pigrizia dei bambini. Se capiscono che le loro richieste
vengono esaudite senza bisogno di aprir bocca, non si sforzeranno a parlare. Molti deficit dipendono dalla relazione che il genitore instaura con il figlio. Se mamma o papà parlano a monosillabi, non potranno aspettarsi bambini particolarmente loquaci - Prima di insistere su un miglioramento, imparare ad ascoltare i bambini e capire quali potrebbero essere le cause reali del problema
- Farli leggere, tanto e ad alta voce.
- Stabilire orari di utilizzo della tecnologia,soprattutto per gli adulti. Il bambino ha bisogno di capire l’importanza della comunicazione vocale.
Irene Caltabiano
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