MySpace, l'araba fenice
17.02.2016 16:19
MySpace sembra aver fatto propria la massima e rinasce ancora una volta dalle sue ceneri. Qualche anno fa era stato rivalutato da Justin Timberlake, popstar benefattore, che aveva acquistato la piattaforma per 35 milioni di dollari. Nuova grafica e multifunzionalità per il social che fece la ricchezza di Mika, Arctic Monkeys e Lily Allen e che oggi combatte contro giganti come Spotify e YouTube.
«Come si cambia per non morire», cantava Fiorella Mannoia.
MySpace sembra aver fatto propria la massima e rinasce ancora una volta dalle sue ceneri. Qualche anno fa era stato rivalutato da Justin Timberlake, popstar benefattore, che aveva acquistato la piattaforma per 35 milioni di dollari. Nuova grafica e multifunzionalità per il social che fece la ricchezza di Mika, Arctic Monkeys e Lily Allen e che oggi combatte contro giganti come Spotify e YouTube.
Il nonno dei social musicali ha cambiato look; lo stile era prima fin troppo disordinato, causa pagine oltremodo personalizzabili; adesso ha inserito testi adeguatamente formattati, navigazione simile a Pinterest e Tumblr e interfaccia sull’onda lunga di Windows 8. A prescindere dalla nuova estetica, MySpace ormai punta tutto sul rapporto musica-utente. Gli iscritti possono infatti cercare le proprie star preferite, seguirne gli aggiornamenti, connettersi agli altri fan e postare ciò che preferiscono. Le band invece inseriscono eventi, concerti o altri appuntamenti d’interesse.
Sarà stato questo a convincere Time Inc, azienda che vanta pubblicazioni come People, Sports Illustrated, InStyle e
Marie Claire, ad acquisire la vecchia gloria del file sharing? Pare infatti che l’ingoblamento porterà la società di web editing a guadagnare più dati di registrazione per migliorare tecnologie pubblicitarie e qualità dei contenuti. Peraltro Time Inc non aveva ancora messo mano a un servizio espressamente dedicato alla musica e potrebbe scegliere di integrare MySpace nelle edizioni online delle sue riviste.
Marie Claire, ad acquisire la vecchia gloria del file sharing? Pare infatti che l’ingoblamento porterà la società di web editing a guadagnare più dati di registrazione per migliorare tecnologie pubblicitarie e qualità dei contenuti. Peraltro Time Inc non aveva ancora messo mano a un servizio espressamente dedicato alla musica e potrebbe scegliere di integrare MySpace nelle edizioni online delle sue riviste.
Nostalgici non temete. Il “nostro spazio” non demorde.
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