Migranti: chi si occupa dei bambini mandati in Italia soli e allo sbaraglio?

Davanti ai fatti di cronaca, indignazione, sgomento e dolore sono fulmini a ciel sereno, se non riusciamo a “metabolizzarli”, per poi arginare in modo sistematico le cause. Quanti ricordano Aylan, il piccolo siriano trovato cadavere lungo la costa turca, mentre con il papà cercava di fuggire verso un futuro differente? Probabilmente in pochi, perché, nel frattempo, l’immaginario collettivo è stato colonizzato dall’istantanea spettacolarizzata di altre vittime dell’immigrazione. Il fenomeno è paragonabile a una vera e propria emorragia di vite, speranze, sogni. E a farne le spese sono, sempre di più, i minori. Basti pensare che, nei primi tre mesi del 2016, su circa 2.500 under 18 approdati in Italia, il 95% non era accompagnato né da un genitore né da un adulto di riferimento. A diffondere il dato, il Ministero degli Interni.
 
Tra gennaio e febbraio, per esempio, i minori che hanno raggiunto le nostre coste da soli sono stati quasi il triplo del medesimo periodo del 2015 (1.336 vs 521). Contestualmente, detta “categoria” è percentualmente lievitata, in relazione al numero totale di migranti (14,6% vs 6,6%).
 
 
Già lo scorso anno Save the Children aveva posto l’accento sulla proporzione del fenomeno, evidenziando che, su circa 15.600 minori giunti in Italia, 11.560 erano, praticamente, soli. Necessario dare priorità «al diritto di richiesta della protezione internazionale dei bambini, nonché alla disponibilità di un’assistenza adeguata per il riparo, il cibo e l’aiuto sanitario». 
L’aspetto su cui, quindi, bisognerebbe lavorare è quello relativo a un sistema di accoglienza integrato e solido, pronto a rispondere tempestivamente attraverso le articolazioni territoriali. In quest’ottica si inseriva un progetto di legge presentato dall’onorevole Sandra Zampa (PD) due anni fa, ancora però “parcheggiato” presso la Commissione Affari Costituzionali della Camera. Insomma, a dispetto delle cicliche ondate di commozione/allarmismo/rigurgiti repressivi che si abbattono sul nostro Paese (e sull’Europa), manca un impegno significativo e stringente per affrontare organicamente, con il giusto mix di buonsenso e umanità, il fenomeno. 
 
 
 
 
 
 

 

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