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TF-X: oggi ti porto sulle nuvole

Guarda, un'auto che vola!
Non è il solito scherzo all'amico credulone. Tra poco meno di un decennio potremmo davvero vedere macchine  che scorrazzano liberamente nei nostri cieli. La regina delle auto del futuro si chiama TF-X, veicolo a decollo verticale con ali ripiegate  nelle fiancate della carrozzeria, altezza porte posteriori. Si tratta di un progetto americano della società aeronautica Terrafugia, a Woburn, Massachusetts. 
 
Gli ingegneri hanno per il momento realizzato un modello in scala 1: 10 e un suggestivo video che mostra le potenzialità della meraviglia made in USA. Il veicolo non sfigura nemmeno esteticamente e dalle dimensioni del garage mostrate nella presentazione sembra abbia dimensioni di una station wagon.  
 
Quattro posti, design particolare, funziona a prima vista come una normale automobile.  É in aria invece  che la TF- X rivela la sua natura. Non ha bisogno di una pista di decollo: le due protuberanze laterali escono dalla carrozzeria e diventano due rotori  che la trasformano  in una sorta di elicottero. Lo spazio libero per prendere il volo deve avere un diametro di poco più di trenta metri. Una volta in aria il concept cambia ancora: i rotori diventano ali e lasciano il posto  a una propulsione lineare posteriore da trecento cavalli. Per sicurezza , TF-X dispone inoltre  di un paracadute.
 
Ulteriore chicca? L'auto è alimentata da motori elettrici. Le batterie si riforniscono di energia mediante una normale presa di corrente e si ricaricano anche in volo. La velocità massima raggiunta è di 320 km/h con autonomia di 800 km. E se c'è qualche pericolo? Il computer di bordo tenta un atterraggio di emergenza, subentrando al guidatore in caso di impossibilità di condurre il velivolo. TF-X potrebbero diventare disponibile al prezzo di un'auto di lusso, causa materiali impiegati e leggerezza superiore ai modelli tradizionali. 
 
 Presto scene come quelle di Ritorno al futuro potrebbero non essere molto lontane dalla realtà. Pronti a a fare un giro tra le nuvole?
 
Irene
 
Guarda come funziona TF-X....davvero incredibile!
 

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Save: viziamo vacche e vitelli

E se dessimo il cibo in sovrabbondanza ai nostri amici animali? 
Giuseppe Galatà ha tratto ispirazione dall'amore per il mondo a quattro zampe per creare Save, start up che trasforma scarti alimentari in mangime per animali. L'imprenditore è infatti una delle poche  persone trasferitesi per lavoro da Nord alSud e non  viceversa. Durante gli anni Ottanta, da Belluno giunge dunque in  Sicilia, dove svolge la professione di  ingegnere per una società di costruzioni.Il  '92 è per Galatà l' anno decisivo: cambia attività e diventa consulente  per aziende in cerca di finanziatori e idee per start up.
 
Il connubio vincente tra professione e passione  ha dato vita al progetto sviluppato assieme all'Università di Messina.  L'idea ha già ottenuto un doppio finanziamento, da parte dell'Ateneo e nell'ambito di Smart city, fondo europeo per pianificazioni eco-sostenibili. L'iniziativa  inoltre rientra a pieno nell'ambito dell'economia circolare e potrebbe dare un grosso contributo alla lotta contro lo spreco di cibo.
 
Ma come funziona Save? Si recuperano quotidianamente scarti di mercati o prodotti di grande distribuzione e si trasformano in alimenti per animali. Il cibo viene successivamente trattato e disidratato  così da diventare  mangime per vitelli e vacche.La tecnica utilizzata è l'insilamento, cioè si acidifica la massa vegetale  tramite microorganismi anaerobi. Risultato? Frutta e verdura possiedono il 18% di proteine, percentuale di gran lunga superiore rispetto alla biada tradizionale. Mucche e vitelli crescono dunque meglio e più sani.
 
La start up sta avendo riscontro a livello nazionale. É nata infatti una proficua collaborazione tra Ateneo messinese e Università di Parma e Ferrara. In Sicilia viene lavorato il prodotto fresco, mentre al Nord  si lavora tutto l'inscatolato e l'insaccato, processo industriale più complesso. Partner del progetto è momentaneamente la Despar, ma al termine della fase sperimentale si prevede un cospicuo allargamento di collaborazione. I vantaggi sono sia per l'operatore commerciale che, dovendo ritirare quantità inferiori di rifiuti, pagherà tasse più basse, sia per gli allevamenti, che potranno comprare mangime a km zero. Anche i Comuni ne trarranno beneficio, incrementando le politiche su riciclo di rifiuti.
 
Se si pensa che in media ogni giorno un italiano butta mezzo chilo di cibo  e altrettanto ne viene scartato dalla grande distribuzione, si ha una stima reale dell' impatto che potrebbe avere il progetto. Cosa manca per lo sviluppo di Save? Un po' di burocrazia e corretto sviluppo del protocollo sul cibo negli allevamenti. L'Unione europea ha in fatti inserito gli scarti dell'ortofrutta nel catalogo di alimenti per animali e nuove norme vietano di gettare il cibo scaduto in discarica. Piccoli passi avanti per una strada ancora lunga.
 
Alla faccia di chi vuole dividerci. L'unione tra inventiva del Sud e strutture del Nord sembra essere la retta via.
 
Irene
 
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Spirulina, l' alga spaziale che parla italiano

La Nutraceutica ( fusione tra nutrizione e farmaceutica) è la nuova frontiera della medicina. Il concetto base della neo tendenza alimentare  è il cibo fonte di benessere, non solo di piacere e socialità.  Lo sa bene Antonio Ida , ricercatore che vi si è dedicato per anni e che ha creato Spiru Farm. La start up mamma di spirulina, ha conquistato gli esperti del concorso Coltiva l’idea giusta!, promosso da Make a change e Ubi Banca. L'obiettivo è  diffondere l’imprenditorialità sociale nel settore agroalimentare. 
 
Ma cos'è questo vegetale dal nome bizzarro? «Un’alga che presenta eccellenti proprietà integrative proteiche naturali» risponde Ida, che  crede fermamente nelle potenzialità dell' integratore alimentare. «Ho dedicato il mio percorso di ricerca alle alghe, ho maturato un’idea di progetto e alla fine ho trovato fertile contaminazione nell’incontro con Stefano Lanzoni». Un imprenditore e un ricercatore agricolo hanno dunque messo insieme competenze e voglia di sperimentare. Spiru farm viaggia inoltre sul treno della totale eco sostenibilità. La produzione si avvale di impianti  innovativi basati sul concetto di economia circolare. Si sfruttano infatti output termici dell’impianto di gas presente in azienda, normalmente inutilizzati.  Ciò fa della spirulina una risorsa a costo zero.
 
Lanzoni ci tiene  a sottolineare: « Utilizziamo energia termica che andava dispersa. Che spreco! Ora viene veicolata in una serra dove si coltivano i vegetali »  Risparmio assicurato dunque, ma  c’è anche un beneficio economico. Si abbattono infatti i costi di produzione e si diventa competitivi sul mercato.
 
 « Per la Fao è l'ingrediente del futuro»  affermano orgogliosi i loro promotori. «  Ha tre volte l'apporto proteico di una bistecca, con aggiunta di vitamine e sali minerali. E si produce con minori risorse» . Non a caso la Nasa e l'Agenzia Spaziale Europea hanno pensato di utilizzarla come eco space food durante le missioni. Utilissima anche per chi soffre di allergie e intolleranze alimentari, mali ultimamente molto diffusi in Occidente. Al momento la spirulina ha l'aspetto di un farmaco, un look che non invoglia i consumatori all'acquisto. Antonio e Stefano stanno lavorando anche su questo. Vogliono infatti rinnovare l'immagine del prodotto, dandogli un aspetto più naturale e genuino.
 
Un'altra idea per un'alimentazione corretta che rimarrà in sordina? Gli strumenti per evolverci anche in questo campo ci sono. Speriamo di sfruttarli con astuzia e intelligenza.
 
Irene
 
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