Recuperare il senso di collettività, sostenere le donne, pilastro diretto e indiretto del comparto produttivo, e valorizzare il patrimonio di cui ciascun territorio è portatore.
Sono queste le direttrici che stanno scandendo una nuova stagione, per il Nord Est. Un corso reso possibile dalla consapevolezza che per ripartire è necessario fare rete, dando senso e scopo alle competenze di cui ciascuno usufruisce e che, se non vengono messe a sistema, rimangono sparse

e frammentate. Ecco la prima parte della nostra intervista a Riccardo Palmerini, il presidente dell’associazione La Stanza delle Idee.
Leggi anche
Quando e perché ha preso vita l’organizzazione e a chi si rivolge?
Questa nasce il 31 marzo 2014; ha come mission principale lo svolgimento di attività di promozione della cultura inerente il design di sistema, ivi inteso come sviluppo dei concetti di comunicazione e design nelle loro accezioni più ampie, tra cui quella storico-culturale, artistica, tecnica, di ricerca e innovazione per la valorizzazione del territorio e delle persone a esso collegato.
A partire dalla promozione e dall’organizzazione di eventi culturali, l’associazione favorisce fin dall’inizio reti sociali che si occupino di sviluppo dell’economia attraverso la crescita degli individui. Il recupero della storia e della cultura, delle tradizioni e delle identità, nel rispetto delle diversità essenziali, sono l’elemento fondante di qualsiasi forma di evoluzione.
Leggi anche
Nel 2016, l’incontro con l’imprenditrice Serenella Antoniazzi e con le numerose piccole e micro imprese che a lei si rivolgono in cerca di un contatto umano che guidi imprenditori in crisi e familiari. Questa è diventata l’occasione per una svolta anche negli obiettivi, che sono stati ridefiniti nel dicembre 2016 dal nuovo gruppo di lavoro. La Stanza delle Idee, che è e resta apartitica e senza scopo di lucro, ha quindi ampliato la propria mission senza dimenticare le origini. A oggi si occupa di:
- raccolta di istanze delle imprese in difficoltà, al fine di supportarle con attività manageriali di profilo qualificato per metterle in condizioni di efficienza e redditività. Il ruolo dell’associazione è inoltre quello di sensibilizzare il mondo della politica e delle realtà di categoria per promuovere interventi legislativi atti a superare eventuali ostacoli e/o freni allo sviluppo e alla ripresa. L’attività viene svolta nel rispetto di un codice etico specifico;
- sviluppo di programmi di supporto alle donne coinvolte nelle complessità derivanti dall’imprenditorialità familiare. Il supporto verrà rivolto a madri, mogli, figlie, sorelle di imprenditori che, in qualche modo, siano coinvolte nelle ripercussioni che l’attività produttiva può comportare. Gli interventi saranno distinti in attività formative al femminile, attività di promozione e sviluppo di filiere anche internazionali, attività di “incontro” uomo-donna in ambito imprenditoriale e professionale, attività di educazione e formazione nelle scuole.
Qual è il bacino territoriale su cui opera La Stanza delle Idee?
A oggi l’associazione raggiunge alcune regioni e, in particolare: Veneto, Friuli-Venezia-Giulia, Lombardia, Trentino-Alto-Adige, Emilia-Romagna, Marche, Toscana, Puglia e Calabria. Da queste aree sono pervenute, in meno di un anno, circa 40 richieste di aiuto provenienti da aziende.
In particolare, nelle Marche e in Friuli-Venezia-Giulia abbiamo professionisti aderenti all’associazione che sono molto attivi.
Qual è, a oggi, la situazione del tessuto produttivo del Nord Est? È cambiato qualcosa rispetto agli anni bui della crisi?
La crisi che stiamo tuttora attraversando è strutturale. Quello che si tende a non capire è che serve un vero e proprio cambiamento per andare oltre, non passa da sola, non è una fase. Il tessuto produttivo del Nord Est cerca lentamente di ripartire; lo fa manifestando il grande limite del territorio che è la mancanza di coesione. Né le aziende, né gli Enti collaborano per un risultato comune; ciascuno cerca di riemergere da e per sé stesso. Questo riduce fortemente le opportunità di ripresa. Per contro, gli episodi estremi, di grande difficoltà imprenditoriale e umana, non diminuiscono.
Che ruolo rivestono le donne nelle piccole e medie imprese che caratterizzano il Veneto?
La componente femminile assume un ruolo quasi dominante. Ci sono donne imprenditrici, lucide e tenaci tanto da infastidire i colleghi uomini. Ci sono poi quelle che accompagnano gli imprenditori; rappresentano la loro forza quando tutto va bene, l’ancora di salvataggio quando le cose precipitano.
Le richieste di aiuto che ci arrivano, sono quasi esclusivamente rappresentate da donne; si tratta di mogli, madri, figlie e sorelle di imprenditori in grave difficoltà, che chiedono un supporto per i propri uomini, quando questi perdono l’orientamento e la forza.




Un motto, questo, che spesso si rivela utile nella vita di tutti i giorni, come pure laddove è necessario offrire una tutela giuridica a categorie sistematicamente vittime di ingiustizia. Tra queste, gli imprenditori impossibilitati a riscuotere i crediti maturati, e quindi costretti, a loro volta, a sacrificare la propria attività produttiva in quanto strangolati dalle spese.
La piaga dei mancati pagamenti al pari della crisi economica ha distrutto il tessuto sociale di tante piccole medie imprese e sono pienamente d’accordo con il presidente Lorenzin sul fatto che le coperture non siano sufficienti per aiutare tutte le aziende che vantano crediti e mai li riceveranno; vorrei comunque sottolineare l’importanza del limite di accesso che è proprio la denuncia.
In questi mesi si parla tanto di riforma sulla legge fallimentare. Ebbene, si espanda lo studio e la valutazione anche su coloro che vengono travolti involontariamente da situazioni di fallimento o concordato di terzi. Si pensi a tutto l’indotto colpito dalla chiusura del capo commessa e lo si aiuti a rimettersi in piedi dialogando con chiarezza e rispetto, perchè non è un ladro o un delinquente l’imprenditore che fallisce per troppi crediti mai ricevuti! Non è un delinquente l’imprenditore che fallisce dopo che ha messo in gioco ogni cosa compresa la sua vita!
Eppure, “uscire da sé” richiede uno sforzo consapevole che premia sempre. Prima di tutto perchè ci offre uno spiraglio, ci fa intravedere una via d’uscita alleggerendo il senso di oppressione, fatica e irrevocabilità. In secondo luogo perché, se il caso e le circostanze sono favorevoli, possiamo anche entrare in contatto con chi può, materialmente, accompagnarci nella risoluzione del problema.
Tuttavia, dopo un periodo buio Serenella Antoniazzi è riuscita a iniziare un nuovo capitolo della sua vita professionale, e il merito va, in parte, all’imprenditore che lesse la sua lettera pubblicata su La Nuova Venezia del 16 dicembre 2012.
Questa è una mia riflessione personale: la ripresa c’è, ma è molto blanda e solo per alcuni settori. In questi giorni sono partiti i saldi, ma i negozi sono carichi di merce e semi vuoti. Perchè?
Nella pagina ufficiale del MISE vi è’ un’apposita finestra “Fondo aziende vittime mancati pagamenti dolo di terzi” da qui la modulistica e la guida per l’accesso al Fondo, oppure chiedere e pretendere di essere seguiti dal proprio commercialista o associazione di categoria.