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Serendipità, la scoperta di una nuova vita

“La serendipità è cercare un ago in un pagliaio e trovarci la figlia del contadino”

serendipità Così scrisse il medico newyorkese Julius H. Comroe nel 1976. Il termine proviene però dalla parte opposta del mondo: Serendip, antico nome persiano dello Sri Lanka. Il concetto di serendipità sembra però ispirato ad un'antica fiaba dal titolo “I tre prìncipi di Serendippo”, di Cristoforo Armeno, scrittore e traduttore italiano di origini mediorientali.

 I protagonisti del racconto trovano, durante il loro cammino, indizi che li salvano in più di un’occasione, facendo numerose e sorprendenti scoperte di cui non erano alla ricerca. Il primo scrittore ad utilizzarlo nel significato in cui lo intendiamo oggi fu invece Horace Walpole, in una lettera del 1754.

Seppure il concetto di serendipità viene usato soprattutto in  campo scientifico, si ritrova anche in economia, letteratura, cinema e lifestyle. Numerosi sono i libri che ne parlano;Massimo Mongai, scrittore italiano da un anno scomparso, ci ha regalato un bellissimo testo dal titolo Serendipità. Istruzioni per l’uso. Anche il film Serendipity, quando l’amore è magia ruota attorno a questo neologismo nato qualche secolo fa.  

Scoperte e invenzioni inaspettatecristoforo-colombo

Alcuni esempi riconosciuti di serendipità?

1.     Cristoforo Colombo mentre cercava le Indie scoprì l’America.

2.     La compagnia farmaceutica Pfizer stava studiando un farmaco per curare l’angina pectoris e al suo posto venne creato il viagra.

3.     Il chimico Perkin mentre cercava di sintetizzare la chinina, un rimedio antimalarico, si ritrovò di fronte al primo colorante sintetico.

4.     Il neuroscienziato Giacomo Rizzolatti, mangiando una banana davanti ad una scimmia, si accorse che il cervello dell’animale emetteva impulsi elettrici, anche se stava fermo e immobile. Per la prima volta si parla di neuroni-specchio.

5.     L’inventore Arthur Fry stava cercando un collante forte ma ne ottenne invece uno in grado di non macchiare e che si poteva attaccare e staccare con facilità. Era nato il post-it.

Stile di vita individuale

stile-di-vitaNella serendipità possiamo trovare l’ultima occasione di sentirci liberi. Un regalo offerto all’uomo per ricordagli chi è e di cosa ha bisogno. Si trova ovunque, nella crescita personale negli incontri con gli altri, nei posti che si visitano. Bisogna trovare il proprio tempo per potersi abbandonare ad essa ed esplorarla attraverso la propria intelligenza, i sensi e questa incessante e necessità: tornare bambini. Sedotti, abbandonati e pronti a sorprendersi. 

La nostra vita è un dono, non va programmata ma vissuta giorno per giorno istaurando un dialogo con il mondo e ciò che ci circonda. Quando tutto sembra stia andando male e il triste buio appare sempre più vicino, non abbiate paura. Osservate e osservatevi, c’è una luce molto vicina. 

di Luca Mordenti

 

 
 
 
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E se poi te ne penti? Un libro rivela i 5 più grandi rimpianti della vita

Esistere significa poter scegliere, anzi, essere possibilità.(Soren Kierkegaard)

decisioneUno studio portato avanti dalla Columbia University rivela che prendiamo circa settanta decisioni al giorno, banali o importanti che siano. Questo continuo essere chiamati in causa corrisponde a uno sforzo ben preciso, detto in francese “decision fatigue” (fatica della decisione) che equivale a un vero e proprio sforzo fisico. Il cervello infatti si stancherebbe esattamente come un muscolo. E, come fa quest’ultimo, a volte agisce in modo involontario. 

La nostra mente infatti, durante un processo decisionale, non si basa sulla conoscenza accumulata, ma su ricordi specifici e dettagliati. Ad esempio si potrebbe essere portati a scegliere una macchina o un’altra perché l’odore dei sedili o la carrozzeria ci riportano alla mente sensazioni positive.

Ma, se optare per un prodotto rispetto a un altro può sembrare ben poca cosa, ci sono invece decisioni che cambiano la vita. Scegliere tra due lavori, trasferirsi dall’altra parte del mondo per amore, mantenere o meno un’amicizia quando una persona ci delude particolarmente. 

L’ultimo desiderio

Potrebbe sembrare una storia un po’ triste, ma l'esperienza di Bronnie Ware, infermiera addetta ai malati terminali, può Bronnie Wareessere molto indicativa. La donna lavorava esclusivamente con persone a cui restavano dai tre ai dodici mesi di vita. Bronnie chiedeva a ciascuno di loro quali fossero le cose di cui si erano maggiormente pentiti nella loro vita. E, chissà perché, coincidevano in molti punti. La sua vicenda è raccontata nel best seller The top five regrets of dying.

Prendere decisioni basate sull’opinione altrui

Fare una scelta condizionata dal pensiero altrui che magari può anche risultare azzeccata. Ma se così non fosse? Tanti hanno inseguito la carriera che i genitori volevano per loro o un partner che sembrava quello giusto solo perché lo pensavano famiglia e amici. Se sceglierai di testa tua magari sbaglierai comunque, ma non potrai incolpare o ringraziare nessuno tranne che te stesso.

Spesso basarsi sull’opinione degli altri dipende dal desiderio di fare buona impressione, di far sì che le persone abbiano un buon giudizio su di te. Ma ciò che non si deve perdere di vista è che…sono opinioni e basta. La vera autostima viene da dentro.

Pentirsi di aver lavorato troppo duramente

Il lavoro, quando è considerato dalla giusta prospettiva, può diventare un ottimo modo per fare la differenza nel mondo, crescere, essere appagati. Può però diventare un problema quando a farne le spese sono i tuoi cari: figli, genitori, amici, marito, moglie, compagni. Il segreto è riuscire a trovare il giusto equilibrio tra fare ciò che ami e il tempo da passare con le persone a cui tieni.

Non aver esternato i propri sentimenti

emozioniSpesso ci insegnano che le emozioni sono pericolose e che devono essere represse e controllate. Ma quando queste crescono fino a scoppiarci dentro, la cosa migliore da fare è mettere subito in chiaro i sentimenti. È doloroso ma costringe a essere onesto e trasparente. Spesso la comunicazione è l’arma migliore.  Se non parli dei tuoi disagi nessuno potrà interpretarli.

Non aver mantenuto il rapporto con gli amici

La diretta conseguenza dell’eccessivo lavoro o di troppi impegni è perdere i rapporti con gli amici. Passare del tempo con loro invece aiuta a combattere stress, cattivo umore e stimolare benessere e risate.

Non essersi concessi la felicità

Forse è il rimpianto più duro. Non essere riusciti a gioire anche durante le difficoltà. La cosa più complicata di questo mondo è reagire al dolore con l'arma contraria. Affrontare la vita con più leggerezza è una sfida che vale ogni sforzo compiuto.

Purtroppo, raramente ci rendiamo conto degli sbagli se non riusciamo ad avere una visione lungimirante e  osservare le cose nel loro insieme. Ma, quando si perde di vista la bussola, potrebbe essere utile ricordare certe cose.

 

di Irene Caltabiano

 

 
 
 
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Come comportarsi con un figlio adolescente?

Le 5 “dritte” da seguire per i genitori con figli adolescenti

Il vostro dolce e timido bambino si è trasformato all’improvviso in un ragazzino incomprensibile e scontroso? 

adolescente-smsNiente paura! Sta semplicemente iniziando la fase dell’adolescenza

Accade spesso che il genitore non sappia come comportarsi con un adolescente perché le relazioni con quest’ultimo diventano conflittuali, faticose e le discussioni sono continue. 

Il fatto è che nostro figlio sta cercando di ottenere “nuovi diritti” ed una maggiore autonomia.

Ecco allora i 5 comportamenti da seguire per affrontare al meglio questo difficile periodo (tratti dal sito www.nostrofiglio.it) di Alberto Pellai, medico e psicoterapeuta, ricercatore presso l'Università di Milano, autore di diversi libri per i genitori tra cui Questa casa non è un albergo! (Feltrinelli), nonché padre di quattro figli.

Gioca con tuo figlio al tiro alla fune

E’ una metafora che ci fa capire come comportarci. In buona sostanza, il figlio piccolo non “tira la corda” perchè preferisce stare dalla stessa parte dell'adulto è in 'squadra'con lui e cerca un alleato  per affrontare la sua quotidianità.

Con l'ingresso alla scuola media, invece, il ragazzino passa dall'altra parte del campo, comincia a tirare la fune per far entrare l'adulto nel suo territorio. 

A questo punto, occorre trovare un equilibrio tra i giocatori: ecco la vera fatica del genitore che dovrebbe tirare la corda con una forza ben ponderata per ogni singola situazione. 

Il genitore in questi casi non deve tirare la corda sempre dal proprio lato e neanche mollarla completamente deve semplicemente tirarla quando occorre: “A un figlio serve un genitore presente che sappia 'stare nel gioco' e capisca quando lui tira perché si trova di fronte a una sfida evolutiva”.

Non cedere a tutte le richieste. Bisogna negoziare

adolescente-scontrosoOgni adolescente dovrebbe negoziare (e quindi, confrontarsi, e discutere) con l'adulto le sue conquiste. 

Se il genitore cede a ogni tipo di richiesta e dà tutto subito a 15 anni, senza mettere dei paletti, non ci sarà più modo di farlo successivamente.

Genitore rigido, protettivo o amichevole? 

Dipende dai casi! L'atteggiamento del genitore dovrebbe cambiare nei confronti del figlio in base alla situazione o al problema da affrontare. 

Un approccio sempre rigido, solo protettivo o troppo amichevole non si presta bene a ogni diverso momento della vita di un adolescente, secondo Pellai.

 Il genitore deve fare da ‘filtro’ alle richieste

Di fronte alle esigenze nuove e alle richieste sempre più pressanti del figlio (indipendentemente dal fatto che siano legate a oggetti concreti, permessi, cose da fare...), l'adulto deve avere una funzione di contenimento, secondo l'esperto.

Tutto deve passare attraverso il genitore che è una sorta di filtro: questo fa parte del progetto educativo, sostiene il medico e psicoterapeuta. 

In questo modo, il ragazzo percepisce che il suo interlocutore è presente, non molla, ogni cosa va discussa e analizzata insieme. Insomma, l'adulto di riferimento è significativo e, di conseguenza, a lui vanno indirizzate le richieste.

Ogni problema va valutato con attenzione

madre-figlia-adolescenteOgni situazione o problema della vita dell'adolescente richiede un'attenta valutazione da parte dell'adulto, conclude Pellai. 

Inoltre, indipendentemente dalla questione specifica in sé, è utile avere in mente una rosa di principi che dovrebbero ispirare la pratica quotidiana del fare il genitore. Ecco, secondo Pellai, quali principi dovrebbero guidare il genitore di un’adolescente.

  • Anche se un figlio sembra indifferente, per lui conta molto ciò che dicono o fanno mamma e papà.
  • A un figlio adolescente serve un genitore che continui a essere padre e madre, non un amico.
  • Di fronte ai cambiamenti del figlio, l'adulto deve cambiare il suo modo di porsi, di fare il genitore.
  • Considerate i cambiamenti di vostro figlio come segnali di conquista della sua autonomia.
  • Accogliete le nuove richieste di vostro figlio senza bollarle come pretesti per allontanarsi da voi: anche attraverso nuove esperienze, l'adolescente trova il suo posto nel mondo.
  • Quando vostro figlio raggiunge un buon risultato, ditelo in modo chiaro con frasi tipo : Sono orgoglioso di te!
  • Se siete esasperati, non buttatevi in liti furibonde, lasciate passare la notte e comunicate a vostro figlio cosa avete deciso (eventuali sanzioni, castighi) il giorno dopo.
  • Non date mai permessi che vi sembrano eccessivi per vostro figlio: la libertà non va data in blocco ma va fatta conquistare attraverso passaggi graduali.
  • Evitate di fare ricatti morali continui (Così mi farai venire un infarto!), o di essere autoritari, giocando sempre a braccio di ferro per ogni cosa. 

Questo modo di comportarsi trasforma la crescita in una lotta senza frontiere e mina la stima dell'adolescente.

Simona
Blogger madre

 
 
 
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