Forse con l’istruzione non si può più fare un lauto pasto , ma di sicuro ci si fa branding. Sembra che, nonostante i pareri dei più scettici, mostre e musei siano ancora mete di interesse, con formule meno comuni del biglietto d’entrata.
Blogmeter, osservatorio mensile che rivela le migliori aziende su Facebook e Twitter, ha pensato di raccogliere dati sulle migliori attività nel settore educazione e cultura. I parametri presi in considerazione sono engagement e nuovi followers. La statistica è stata realizzata su un range di 150 pagine ufficiali, selezionate in base all’interesse e alla rilevanza. L’analisi è stata integrata con segnalazioni di mercato.
I leader, per quanto riguarda la diffusione di stampo zuckerberghiano, sono il Guggheneim di Venezia come appeal, e Skuola. Net per nuovi fans. Il successo della pagina del museo è dovuto probabilmente alla mostra su Pollock tenutasi lo scorso febbraio. In tema troviamo anche la Biennale di Venezia che si piazza seconda per numero di followers, mentre Treccani.it risulta particolarmente attrattiva grazie alla diffusione di aforismi, citazioni e rubriche come #Accadde oggi. La terza posizione del podio spetta invece a Psicologia Psicoterapia Italia , prima e-learning community nostrana per formazione nel campo.
Un dato interessante è la presenza di università sui social network. La sofisticata Bocconi detiene il primato, seguita a ruota dal Politecnico di Milano. Quarte e quinte in classifica per nuovi adepti sono invece Lumsa e Università di Torino. Skuola.net si piazza nuovamente in classifica, a pari merito con la facoltà più chic di Milano, condividendo spesso consigli, idee e video sul mondo scolastico.
Twitter invece incorona il CICAP ( Comitato Italiano per il Controllo della Affermazioni sul Paranormale) per engagement e seguito. Sembra invece che le istituzioni universitarie siano totalmente assenti sul popolare social, dimostrando di preferire Big F per la diffusione di contenuti.
Successivamente troviamo Circolo Lettori, che realizza numerose attività culturali on line . Treccani.it e Skuola. net si distinguono ancora per frequenza di “cinguettii”. In seconda posizione dopo i re del paranormale c’è il Maxxi di
Roma. Tale interesse è probabilmente stato generato dall’iniziativa #Askacurator, attraverso cui lo staff del museo si mette a disposizione degli utenti rispondendo alle loro domande. Una terza posizione infine spetta a Critica Letteraria, blog collettivo che appassiona il popolo della rete con mini recensioni e frasi tratte da libri.
Conforta pensare che il web non sia solo il regno delle sciocchezze e l’universo dei gattini.
Leggi anche:
- Date ai cittadini quel che è di Cesare
- State per iscrivervi all'università? Ecco dove conviene laurearsi
Iscriviti al canale youtube >>>


Una premessa è doverosa. Non sono esterofilo e neanche uno di quelli che ama particolarmente l’american way of life. Detto questo, devo ammettere che c’è una cosa che proprio invidio agli americani. Parlo della loro televisione, capace di produrre intrattenimento intelligente e ben fatto. Non voglio certo dire che tutta la programmazione sia di qualità, ma di certo ha prodotto alcuni dei contenuti più interessanti degli ultimi tempi. I Soprano sono paragonabili a un grande romanzo e altre produzioni sono più o meno allo stesso livello. The Shield, OZ, Game of Thrones, House of Cards, hanno tutti il respiro di un’ottima opera letteraria. E in Italia?
D’altronde quando ci si ostina a definire Manuela Arcuri e Gabriel Garko attori, deve esserci qualcosa di tremendamente sbagliato. Eppure, intravedo un minimo di speranza, una piccola luce in fondo al tunnel accesa da Sky e dalle sue produzioni originali, che però va detto, se è vero che sono di gran lunga superiori alla media di quello che si vede sulla Rai e a Mediaset, sono comunque distanti anni luce dalla qualità letteraria e artistica delle serie americane.
Guerre stellari sta per tornare nelle sale americane e gli effetti sono a dir poco singolari. I cinema statunitensi hanno infatti impedito ai cosplayer di assistere alla visione in costume, divieto che ha suscitato enorme delusione nei fan più accaniti.