Le donne del Laos che costruiscono gioielli dalle bombe inesplose

Fate i cucchiai, non fate la guerra

Avreste mai pensato che dalle bombe potesse nascere qualcosa di utile o bello?

Eppure nel lontano Laos, La lok Phengparkdee da quando ha otto anni raccoglie ordigni inesplosi e li trasforma in cucchiai.

A insegnarle il mestiere suo padre, che svolge quest'attività dal 1978. Oggi la ragazza ne ha ventiquattro e continua a produrre posate per aiutare l'economia del suo paese a rimettersi in piedi.

Il Laos infatti è uno dei luoghi più poveri del mondo, dove si vive con meno di 1,25 dollari al giorno. Il terreno è poco coltivabile proprio a causa di decine di milioni di bombe disseminate e inesplose. Dal 1964 al 1973 gli americani ne hanno sganciate più di 270 milioni. Circa una ogni otto minuti.

Dai giardini ai gioielli

Oggi queste armi di distruzione hanno perό una nuova vita e gli usi sono più svariati, dai pilastri per sorreggere le case, ai vasi di fiori per ornare i giardini.

Inoltre anche altre persone come La Iok hanno acquisito una certa manualità nel fare questo lavoro: raccolgono bombe, le disinnescano, poi le mettono a fondere in una fornace costruita in casa riutilizzando il metallo per costruire cucchiai e altri utensili da cucina.

 

 

La Article 22

article22Più o meno la stessa cosa succede con i gioielli. Da tempo infatti la disegnatrice Elisabeth Suda ha scoperto questa particolare abilità della popolazione laotiana, ovvero trasformare gli ordini bellici in altro.

Nel 2008 mentre si trovava nel sud est asiatico ha avuto l’intuizione: perché non creare gioielli dal metallo inesploso?

All’inizio si è dovuta scontrare con lo scetticismo degli abitanti convinti che mai nessuno avrebbe voluto una collana fatta dalle bombe, ma alla fine, con tenacia e convinzione, oggi le creazioni della società Article22 sono una realtà consolidata.

Anche concettualmente infatti, produrre un oggetto prezioso ed elegante è un bel modo di riutilizzare un oggetto prima considerato strumento di morte.

I ricavi che derivano dalla vendita dei gioielli servono non solo a bonificare i terreni ma anche a garantire lavoro e sussistenza ai lavoratori. L'azienda conta tra le sue fila anche testimonial importanti quali Emma Watson.

Una realtà dura alla base ma da cui viene fuori un'idea tanto bella quanto creativa.

 

irene caltabiano

 

di Irene Caltabiano

 


 

 

 

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