Francesco, socchiudi quella porta
09.12.2015 20:40
Numeri e immagini però parlano chiaro. I pellegrini accorsi ieri per l’apertura del Giubileo sono poco più di 50.000 e negli spazi vuoti di Piazza San Pietro aleggia il fantasma della paura di attacchi, che solo i fedeli più coraggiosi hanno affrontato. Mani di poliziotti tastano tasche di cappotti, scrutano all’interno di borse, al massimo sequestrano un paio di borracce. Le operazioni si svolgono fortunatamente con tranquillità e efficienza, qualità rare per la Capitale. I pellegrini hanno avuto la santa pazienza ( è proprio il caso di dirlo) di sottoporsi a controlli che richiedevano anche più di un’ora di accertamenti.
Colpa del ponte di quattro giorni o di terrorismo dilagante? Difficile dirlo.
Numeri e immagini però parlano chiaro. I pellegrini accorsi ieri per l’apertura del Giubileo sono poco più di 50.000 e negli spazi vuoti di Piazza San Pietro aleggia il fantasma della paura di attacchi, che solo i fedeli più coraggiosi hanno affrontato. Mani di poliziotti tastano tasche di cappotti, scrutano all’interno di borse, al massimo sequestrano un paio di borracce. Le operazioni si svolgono fortunatamente con tranquillità e efficienza, qualità rare per la Capitale. I pellegrini hanno avuto la santa pazienza ( è proprio il caso di dirlo) di sottoporsi a controlli che richiedevano anche più di un’ora di accertamenti.
È il primo Giubileo di Papa Francesco, che, con l’invito a superare timore e diffidenza, sperava forse in maggiore partecipazione. Il prefetto Franco Gabrielli non crede al flop, definizione con la quale molte testate hanno definito l’apertura dell’Anno Santo. « Erano numeri che ci aspettavamo. Ci rifaremo a Pasqua ». Nessuna criticità per il momento, a parte il pittoresco aneddoto di tre rumeni che si fingono poliziotti per derubare pellegrini. L’allerta però rimane alta. Si dà il via al Giubileo tematico: la misericordia sarà infatti argomento principale, come ha più volte tenuto a sottolineare Bergoglio. L’obiettivo è richiamare la Chiesa alla sua missione pastorale, e, oggi più che mai, superare attriti con altre religioni come ebraismo e Islam.
Strategia mediatica sbagliata, influenza di recenti fatti parigini o semplicemente maggiore interesse a sentirsi pieni di
cibo piuttosto che di spirito nel weekend iniziale dell’Anno Santo? La gente non ha più voglia di credere al Dio del massacro, che abbandona bambini a morire su spiagge lontane o che lascia che ragazzi uccidano centinaia di loro simili? Se il Signore permette tali crudeltà, che me ne faccio del perdono di peccatucci quotidiani?
cibo piuttosto che di spirito nel weekend iniziale dell’Anno Santo? La gente non ha più voglia di credere al Dio del massacro, che abbandona bambini a morire su spiagge lontane o che lascia che ragazzi uccidano centinaia di loro simili? Se il Signore permette tali crudeltà, che me ne faccio del perdono di peccatucci quotidiani?
È difficile essere testimoni di cristianità in un mondo come il nostro in cui accoglienza e ascolto sembrano passati fuori moda. Un pianeta in cui c’è poco ”giubilo” e si è cattolici a seconda di come tira il vento. Credere significa nascondersi dietro un dito e indorare la realtà con la pillola di buoni sentimenti? O avere il coraggio di affidarsi a dogmi vecchi come Abramo e lontani dalla complessità della nostra società?
Credo sia l’insieme di suddetti elementi a determinare poca affluenza all’ avvio dell’Anno della Misericordia . Tuttavia c’è ancora tempo per dimostrare che il Giubileo sia straordinario come l’ha pensato il nostro Pontefice, tornando al suo significato più antico: appianare le disuguaglianze. E per farlo ogni Chiesa deve diventare veicolo di misericordia, anche quella della periferia più recondita del mondo.
Caro Francesco, dacci tempo per riflettere e capire da che parte stare. Forse non è troppo tardi per infilare un piede nella Porta Santa.
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