Ecco l'azienda italiana dove si lavora come in Silicon Valley

Le ore di lavoro sono direttamente proporzionali alla qualità del risultato?

graphis-studio-1Numerosi studi dimostrano che non conta quanto si lavora, ma come. Meglio quattro ore di totale concentrazione piuttosto che otto bombardati da notifiche Whatsapp, pause caffè, video di micetti e innumerevoli spuntini.

C’è anche chi, sentendosi oppresso dalla poca flessibilità di orario lavorativo e non potendo scegliere gli orari in cui è più concentrato, non riesce a rendere quanto vorrebbe. 

Dunque la miglior combinazione, per alcuni, potrebbe essere non dover star dietro all’orologio e organizzare il carico giornaliero in autonomia. 

Pensiamo che questo tipo di organizzazione professionale possa esistere solo in Silicon Valley. Eppure gli esempi positivi ci sono anche in Italia.

Graphistudio

graphis  studio-10Un'azienda specializzata nella confezione di album fotografici per matrimoni. Conta più di 50mila fotografi clienti, 200 lavoratori, età media 28 anni e in maggioranza donne.

Tullio Tramontina, leader dell’azienda, è convinto che il team sia il vero patrimonio; per questo ha deciso di abolire il cartellino. I dipendenti sono liberi ma sentono comunque  la responsabilità verso l’azienda, i clienti e i colleghi.

E la dimostrazione che la formula funziona è che Graphistudio è riuscita a crescere, aprendo filiali a Minneapolis, Londra, Marsiglia, Barcellona, arrivando ad operare in 153 paesi.

 

Lavorare per passione

tullio-tramontina

«Questa cosa dell’orario, del cartellino, della sirena che suona, mi ha sempre dato fastidio, è qualcosa che ti limita, sono catene» dice Tramontina «Quando ho fatto il mio percorso ho voluto farlo diverso. Non c’è stato un calcolo, è stato casuale: è partito tutto da lì, da quel fastidio. Se lavori libero, lavori meglio e dai di più».

L'unico comparto soggetto ad orario, per forza di cose, è quello amministrativo, dal momento che gli interlocutori sono banche o uffici esterni. Per il resto si rispettano i tempi di consegna basandosi sull’auto-organizzazione dei dipendenti, sulla loro responsabilità verso l’azienda e nei confronti dei colleghi.

«Ognuno fa il proprio, ci si sposta facilmente di ruolo, anche perché cambiano i prodotti, le persone si muovono con estrema facilità. Un modello che abbiamo conquistato, non lo butti via per qualche contrattempo. Mi piace pensare ad un posto dove si vanno a fare delle cose bene, non a lavorare, con passione e voglia di farle bene. Il cliente lo capisce e avverte la differenza fra noi e i nostri concorrenti.

Il pericolo delle aziende tradizionali è il rischio che i dipendenti si ritrovino in schemi sempre ripetuti e uguali a sé stessi. La libertà è anche spirito creativo, possibilità di inventare, creare, proporre idee.

Inoltre con i potenti mezzi tecnologici che possediamo oggi, è molto più facile raggiungere certi livelli di autonomia. Un modello in parte replicabile che potrebbe essere un valido antidoto ad orari prestabiliti , noia e poca produttività. 

irene

di Irene Caltabiano

 

 

 

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