“Eat Me”: scacco matto ai pregiudizi per combattere i disturbi alimentari
Strani tempi, i nostri. Avremmo tutto quello che serve per garantirci un’alimentazione sana, varia e ricca, eppure facciamo spesso fatica a “guardare” un piatto di pasta per quello che è, e goderne, semplicemente, senza inutili e dannosi retro pensieri. Dopo un periodo di abbuffata mediatica, l’anoressia sembra destinata a essere confinata nuovamente nel territorio dell’oscuro e dell’indicibile. In una parola, dei tabù. In troppi – spesso a sproposito - ne hanno parlato, nel recente passato, approdando a poco o nulla di interessante o realmente significativo. “Eat Me” è il documentario, ancora in lavorazione, con cui il regista Ruben Lagattolla vuole riportare l’attenzione sul fenomeno, tagliando come rami secchi pregiudizi e stereotipi che finora non ne hanno agevolato la comprensione. Il progetto è stato ideato dalla dottoressa Giuliana Capannelli, presidente di Heta, Centro Multidisciplinare per il Disagio Psichico e i Disturbi Alimentari operante nelle Marche e in Umbria.
«Lavorando al film ho incontrato molte giovani donne anoressiche. Sono tutte ragazze di estrema sensibilità e intelligenza, che esprimono un malessere che non viene tanto dai canoni estetici quanto da una società autistica e individualistica, in cui non si ritrovano. Nessuna ha in mente l’idea della linea o un particolare modello proveniente dai media».
«Non conoscevo a fondo il mondo dei Dca (Disturbi del Comportamento Alimentare) e ammetto anche di aver avuto qualche pregiudizio iniziale, quella visione superficiale di chi considera l’anoressia una “turba” piuttosto che una vera malattia, ma lavorandoci e confrontandomi con l’esperienza del precedente documentario mi sono reso conto che l’anoressia, per quanto diversa, non è un male meno credibile del disturbo post traumatico da stress dei reduci di guerra». Così Ruben Lagattolla riassume il percorso, professionale e umano, che si è trovato a compiere, realizzando “Eat Me”.
Dal canto suo Giuliana Capannelli lancia un allarme: si stanno facendo largo i cosiddetti Disturbi altrimenti specificati, caratterizzati da molteplici, differenti sintomatologie, che colpiscono trasversalmente la popolazione. Donne in menopausa, uomini a rischio vigoressia … e non solo. «Un capitolo a parte andrebbe dedicato alle bulimie invisibili e a tutte quelle situazioni in cui il cibo è sintomo di un malessere ma il corpo non viene intaccato».
