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Bentornato Superuomo!

Corro verso qualcosa di molto lontano, ma, in fondo, a due passi da me. 

supermanEvito perdite di tempo, mi rivolgo a lui, che magari mi darà una dritta sul percorso più breve. Il Signor Giudizio lo incontro seduto in un bar, con l’aria attenta di chi sa molto oppure nulla.

«Chiedo scusa, per la prossima critica?»

«Sempre dritto, prego»

Questo gentiluomo l’ho incontrato spesso. Il signorotto, impettito e altolocato, siede sempre lì e ti scruta, passo dopo passo, un errore dopo l’altro.

È buffo. Forse quei matti che tre secoli prima andavano gridando al mondo che l’uomo è, fondamentalmente, un insaziabile dominatore del proprio benessere, avevano ragione (mi sarò mica alzata con la vena nostalgica del Romanticismo? Il ‘700 è andato, sveglia!). Ma quel Nietzsche, tempo fa, mi sa che ci aveva visto giusto. La questione da affrontare è una: siamo davvero QUALCUNO per permetterci di giudicare QUALCUNO?

Il Superuomo è letteratura filosofica seria, all’epoca innovativa, ma forse bastava dare uno sguardo un po’ in giro o, addirittura, nietzschedentro se stessi per capire che questa astratta concezione portava dentro, inconsapevolmente (o forse no) il problema e la soluzione della società. Un uomo al superlativo, che combatte quel signorotto giudice dei comportamenti altrui. Un individuo che oltrepassa i concetti prestabiliti, i pregiudizi, le tradizioni, per iniziare il SUO viaggio. Quello introspettivo ma socievole. Quello indipendente ma sentimentale. Quello libero.

La paura di decidere per noi stessi è la nostra migliore amica, l’ombra che non ci tradirà mai. E capire di essere liberi e consapevoli delle nostre scelte è  il passaggio fondamentale e necessario per correre più veloce delle critiche. Chi capisce quando è il momento? Quando siamo davvero pronti per partire? Chi è in grado di riuscirci davvero? Un Superuomo farà strada perché sa correre e andare oltre. Sa stupire. Sa sbagliare. Conosce l’arte di perdersi e ritrovarsi. Magari sa anche insegnare a farlo. 

 

 

 

di Giorgia Sollazzo

 

 
 
 
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Dormire bene? Crea l'atmosfera!

Dopo una giornata frenetica finalmente il letto ci attende.

Spegniamo la luce, chiudiamo gli occhi…ma non riusciamo ad addormentarci. Perché? Siamo ansiosi? Stressati? No. La risposta si può trovare nell’ambiente circostante. Chi non ha problemi a prender sonno, vive il momento di coricarsi con una sensazione di quiete, benessere e riposo. Altri associano la camera da letto ad un posto in cui si lavora o ci si diverte. Queste persone, ad esempio, passeranno la notte rigirandosi tra le lenzuola e  svegliandosi ripetutamente senza riuscire a condurre un buon riposo. Da cosa dipende?

Arousal (risveglio). Termine inglese che fa riferimento a questa situazione, ovvero attività e reattività del sistema nervoso in risposta a stimoli interni (soggettivi) o esterni (ambienti e sociali). Quando i processi caratteristici dello stato di arousal si mettono in moto portano il soggetto ad aumentare lo stato di vigilanza e attenzione. C’è un aumento della tensione portato a sua volta da fattori di distrazione esterni (lo spazio cirostante) e interni (pensieri negativi).

Insonnia condizionata (o appresa). Due sono le cause principali di un mancato riposo. La prima porta il soggetto alla rassegnazione: «Anche stanotte farò fatica ad addormentarmi». Senza saperlo, preoccupazione e paura di non dormire lo farà rimanere sveglio. La seconda è dovuta all’associazione veglia uguale sonno. Il collegamento ripetuto tra insonnia e stimoli ambientali, temporali o comportamentali determinano lo stato vigile.

L’atmosfera. È uno stimolo sensoriale che permea l’ambiente e dipende dalle persone. La sua forza è portare con sé un sentimento obbiettivo. Che vuol dire? Se entriamo in un ospedale ci rendiamo conto di essere “colpiti” da una determinata atmosfera che ci riporta ad una precisa sensazione. Allo stesso modo  quando ci troviamo in un cimitero o a teatro: saremo  pervasi da raggi invisibili che modificano il nostro approccio. Dal momento in cui "assorbiamo" tale atmosfera in egual modo ne emaniamo una nostra, individuale. I  sentimenti soggettivi si scontrano con quelli obbiettivi e il più forte vincerà. È quindi giusto adoperarsi affinché entrambi convivano in armonia, specialmente quando ci prepariamo ad andare a dormire.

Tecniche. Diversi sono i modi per poter alleviare il disturbo. Per prima cosa potete rendere la vostra camera da letto accogliente. Spegnere i dispositivi elettronici, evitare luci forti e rumori fastidiosi, fare esercizi di rilassamento muscolare e respirazione.  Infine, rispettare i propri ritmi naturali.

Se vogliamo evitare le conseguenze di un mancato riposo come nervosismo, stress, ipertensione, cali di memoria e tutto ciò che ne concerne, occorre agire al meglio. La risposta ai nostri sogni d’oro, spesso è molto più facile di quanto si possa pensare.

 

 

di Luca Mordenti

 

 
 
 
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Guarire con la musica classica

La musica ci accompagna ogni giorno 

musicoterapiaLa troviamo nello smartphone con un click e creiamo atmosfere personalizzate con le nostre playlist. In auto, dal barbiere, all’alimentari. Ovunque. Tutti possiedono orecchio e cuore per ascoltarla purché non si tratti di musica classicaÈ noiosa. 

Tuttavia non la pensano così gli scienziati, impegnati negli ultimi decenni ad indagare sul suo legame con la salute, analizzando in particolare il rapporto tra suono e essere umano. Le conclusioni? La scienza ne parla in termini di musicoterapia. I benefici sono molteplici:

CERVELLO E PRODUTTIVITA’

Aumenta l’attività di apprendimento, desiderio e piacere. Migliora la memoria, le prestazioni e favorisce la concentrazione. Il lavoro quotidiano risulta meno noioso e più tollerabile.

ANTIDOLORIFICO

È un valido supporto per ridurre le sensazioni di malessere. La concentrazione sulla melodia distoglie l’attenzione da un dolore cronico o post operatorio.

BENESSERE GIORNO E NOTTE 

ragazza-cuffie

I livelli di dopamina si alzano e l’effetto è lo stesso di un massaggio rilassante. La mente allontana stress, cattivi pensieri e negatività. Le ore passate nel traffico hanno un altro impatto e la cena un nuovo sapore. Si dorme meglio e c’è distensione muscolare. 

COMBATTE L’IPERTENSIONE

Ascoltare musica classica trenta minuti al giorno per trenta giorni rallenta la frequenza cardiaca e riduce la pressione.

EMOZIONI E DECISIONI

Che siano positive o negative, vengono espresse liberamente. Si vive nell’attimo e si sceglie col cuore. La sua profondità porta all’autenticità dell’essere e a vedere il mondo con occhi nuovi.

CREATIVITÁ

L’assenza di parole non interrompe il processo creativo ma lo intensifica. Si è coinvolti in un’armonia senza distrazioni e l’atmosfera diviene catalizzatore per l’inventiva.

ALZHEIMER E ALTRE MALATTIE

spartitoUna musica legata ad un ricordo particolare stimola la risposta del paziente a differenza di qualsiasi altro input esterno. Riaffiora la memoria, si  tollerano meglio le patologie e si risvegliano diverse aree del cervello.

Questi sono solo alcuni dei numerosi benefici che offre. La musica classica è un genere complesso, richiede tempo. Nessuno è obbligato a comprenderla a pieno ma è un linguaggio universale. Pervade lo spirito e migliora lo stato d’animo. I grandi compositori come Mozart, Vivaldi, Schubert, Chopin hanno dedicato la loro arte all’insegna di un mondo migliore. 

Dobbiamo solo ringraziarli e il modo giusto per farlo è ascoltarli.  

 

di Luca Mordenti

 

 

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