La Start Up

Un portachiavi vi salverà dallo shock anafilattico

Arachidi, uova, lattosio.

allergiaSe c’è una buona parte della popolazione che ultimamente vede intolleranze e allergie anche dove non esistono, una larga fetta si fa grasse risate. Infatti chi soffre davvero di allergie alimentari sa cosa sa significa combatterci.

In alcuni casi infatti la reazione può risultare talmente potente da essere fatale. E non sempre ristoranti e locali riservano la giusta attenzione al problema, stilando una lista degli ingredienti spesso superficiale.

A questo proposito i ricercatori della Harvard Medical school hanno sviluppato iEat, un portachiavi hi-tech per testare gli allergeni alimentari all’interno del cibo.

 

Analisi a portata di mano

ieatCome funziona questo piccolo prodigio della scienza? Basta mettere un po’ di cibo su una cartina monouso, che esegue la decostruzione chimica. A questo punto si inserisce nel portachiavi, che contiene l’elettronica necessaria per analizzare il campione .

L’analisi è dettagliata. Il dispositivo infatti non solo è in grado di sapere se ci sono degli allergeni, ma anche in quale quantità. Le analisi vengono poi inviate direttamente allo smartphone.

 Finora iEat è stato testato soprattutto su uova, latte, arachidi, nocciole, grano e molluschi e i ricercatori hanno trovato il glutine in un’insalata teoricamente senza glutine. E proteine di uova nella birra.

Il difetto? Ci vuole tanto tempo per analizzare gli elementi e c’è il rischio che nel frattempo il cibo si raffreddi. Ma forse ne vale la pena a rischio di uno shock anafilattico.

IEat non è l’unico tester simile: ci sono anche Ally, che individua solo il lattosio e Nima, che individua solo il glutine. Ma Ieat al momento risulta essere il meno costoso (appena 40 dollari) e il più completo. 

irene-caltabiano

 

di Irene Caltabiano

 

 

google playSeguici anche su Google Edicola »

 

Continua...

Fitle: il camerino virtuale per provare gli abiti

Startup francese crea un camerino di prova virtuale in 3D

camerino_francese_fitleL’E-Commerce si è diffusa moltissimo nel corso dell’ultimo ventennio. Tutti comprano online per risparmiare tempo acquistando prodotti descritti nei minimi dettagli. 

Eppure, per l’abbigliamento, non è così. In molti abbandonano il carrello della spesa virtuale perché incerti delle dimensioni dell’indumento.

Con l’obiettivo di rendere la scelta più semplice e sicura senza dover rimandare indietro la merce, la startup Fitle inventa il primo camerino di prova virtuale al mondo che utilizza la tecnologia 3D.

Grazie a questa tecnologia, i clienti possono trovare la taglia più adatta a loro in pochi semplici clic e provare gli indumenti in tempo reale.

 

Come funziona il sistema

Questo sistema è in grado di creare un modello 3D dell’utente semplicemente sfruttando la fotocamera dell’iPhone per scattare quattro fotografie da diverse angolazioni: tempo 30 secondi e l’applicazione creerà l’avatar con un’accuratezza del 99%. 

Oltre al modellino, il servizio integra la possibilità di aggiungere i vestiti, anche quelli acquistati in precedenza, ad una specie di armadio virtuale utile per visualizzare i vari abbinamenti. 

Ad esempio, potremo comprare una camicia e poi decidere, a distanza di mesi, di acquistare un nuovo paio di jeans, con la possibilità abbinarli alla vecchia camicia e verificare se stanno bene insieme.

La startup

fondatori_fitleE’ nata nel 2013 dall’idea di due giovani ingegneri francesi, Charles Nouboué (28 anni) e Gaétan Rougevin-Baville (28 anni), che volevano migliorare l’esperienza degli utenti durante l’acquisto online.

Il team è composto da venti persone  e si affida alla banca dati di sizing più vasta al mondo. Questo è l’asso nella manica della start-up che propone la soluzione più accurata disponibile sul mercato in materia di taglie, e che migliora di giorno in giorno, grazie all’apprendimento automatico dei dati raccolti (machine learning).

La startup è stata selezionata da vente-privee Impulse, per partecipare a Station F, il più grande campus di start-up al mondo. 

L’ambizione del campus vente-privee Impulse è di accompagnare la crescita delle start-up, francesi ed europee, e dunque anche italiane, nell’ambito del Fashion, Tech e Retail.

Il doppio vantaggio

Perché questo sistema innovativo garantisce un duplice vantaggio: la certezza di acquistare il capo giusto e quindi  il risparmio in tempo per gli acquirenti e di denaro per i venditori in quanto basterà una sola spedizione.

Simona
Blogger poco fashion

 

 

google playSeguici anche su Google Edicola »

 

Continua...

Pane in cassett@: se il forno sotto casa incontra l'e-commerce

Cercare gli ingredienti per una ricetta, calcolare il percorso su Google Maps, scorrere la bacheca di Facebook.

 antonio-folladorLa maggior parte delle persone sfrutta Internet per queste attività, senza individuare le grandi potenzialità che offre la rete. Anche nel campo dell’ e-commerce siamo abituati a pensare solo ai grandi colossi quali Amazon o Alibaba.  Ma che succede se le piccole attività incontrano la potenza del web?

Pane in cassett@, il fornaio dentro casa

Antonio Follador, responsabile nello storico omonimo panificio di Pordenone, proprietà di famiglia da tre generazioni, ha voluto sfidare un tabù: l’idea che il pane debba necessariamente durare 24 ore per non risultare vecchio. Perciò, perché non creare un sistema più funzionale sia lato produttore che consumatore?

«Se volevamo cambiare marcia era necessario iniziare cambiando il pane che producevamo, lasciando spazio a nuovi sistemi». Quindi non solo grani e farine più ricercati e costosi ma anche una svolta radicale nella vendita, dovuto al cambiamento di abitudini della società. 

 
«Ormai nessuno ha più tempo di andare tutte le mattine in panetteria, se non gli anziani. E questo cambiamento di costumi e abitudini sta relegando il pane da panetteria in una nicchia ridotta e difficile. Soprattutto perché se fai il pane col lievito di birra sei obbligato a svegliarti tutte le notti per produrlo».

Soluzione?

antonio-folladorPagnotte da un chilo, un chilo e mezzo, fatte col lievito madre, che durano fino a sette o otto giorni. Chi lo compra non deve così rifornirsi per forza quotidianamnete e chi lo produce non si deve fare levataccia per garantirne la fragranza mattutina. Un metodo vantaggioso per tutti e che, peraltro, consentirebbe di limitare gli sprechi, considerata la quantità di pane che si butta ogni giorno.

Ulteriore vantaggio? Gli ordini arrivano direttamente a casa ed è disponibile una vasta gamma di prodotti, dai formati più tradizionali, al pane alle noci fino ai dolcisoffici , golose alternative quali  la pagnotta dolce all’arancia e cioccolato o integrale con i mirtilli.

L’obiettivo è far provare al cliente un’esperienza nuova, come quella di ricevere a casa il pane attraverso l’e-commerce. La prossima sfida? Ampliare il mercato, andando oltre la dimensione locale. Pane in cassett@ è un progetto sviluppato assieme a Botteghe Digitali, programma di accelerazione delle piccole imprese online, portato avanti da Banca Ifis.
 

Certo, il rischio è perdere la dimensione delle piccole attività di quartiere. Ma di questo passo, chissà se fra dieci anni esisteranno ancora… 

irene-caltabiano

 

di Irene Caltabiano

 

 

 
 


 

google playSeguici anche su Google Edicola »

 

Continua...

 

FB  youtubeinstagram

✉ Iscriviti alla newsletter


☝ Privacy policy    ✍ Lavora con noi

Contattaci