Lavorare 2.0

Email e smartphone. L'orario di lavoro diventa infinito

A chi non è mai capitato di ricevere email, sms o whatsapp dal proprio capo o dai colleghi alle 22:00? 

Con l'avvento degli smartphones sempre connessi, l'orario di lavoro è diventato di 24 ore su 24. Le nuove tecnologie, se da un lato ci hanno reso tutti più connessi, da un altro ci stanno rendendo la vita privata impossibile. 

Email su improbabili riunioni alle 19:30, sms su emergenze inutili alle 22:15, gruppi di lavoro su whatsapp a tutte le ore con centinaia di notifiche ci stanno letteralmente devastando la vita privata. Anche perché poi, un pò per la curiosità, un pò per devozione al lavoro, siamo tentati di leggere i messaggi e di rispondere, generando altre contro-risposte.

Così facendo altri colleghi vengono coinvolti e anziché gustarsi una cena in famiglia, oppure un bel film in tv, ci ritroviamo tutti con i nostri cellulari in mano a tentare di rispondere a messaggi notturni di capi ansiosi, rovinando la quiete familiare!

Ricevere e leggere sms o email di lavoro è lavoro?

Nessuno ci pensa, ma ricevere messaggi di sera o la mattina presto è prestazione di lavoro. Non si timbra il cartellino, ma se si riceve un messaggio e a questo segue una lettura con conseguente risposta, per la legge si sta lavorando.

Per questo in Francia e in Germania si è arrivati ad un accordo sindacale con le Confindustrie locali che vieta gli sms, le email o altre forme di messeggio elettronico dopo l'orario di lavoro deciso dalla legge.

Il caso Francia
L'uso degli smartphone, la perenne reperibilità consentita dall'uso dei cellulari e la diffusione del wi-fi nelle località più remote, infatti, stavano rischiando di aumentare a dismisura l'orario di lavoro, dove, dal 1999 i contratti collettivi prevedono che i lavoratori dipendenti debbano dedicare alla professione non oltre 35 ore settimanali.
Ed ecco che recentemente è stato introdotto il divieto di rispondere alle mail di lavoro dopo le 18.
L'accordo sarà valido per un milione di impiegati nei settori della tecnologia e dei servizi legali, inclusi i dipendenti locali di Google e Facebook.
 
BMW Germania
L'azienda automobilistica tedesca BMW ha invece deciso di remunerare i dipendenti che inviano messaggi quando sono a casa o in viaggio. 
È la “sbalorditiva” vicenda del riconoscimento di quel tempo alla tastiera o al display che viene considerato come orario di lavoro a tutti gli effetti.
 
E in Italia?
Purtroppo l’Italia è un paese di furbi e qualunque “concessione” potrebbe rivelarsi fatale e innescare le più fantasiose interpretazioni. 
La nostra è una nazionea cultura tipicamente mediterranea-araba per immaginare una clonazione di un simile modello di funzionamento in Francia e Germania. 
In pratica, conoscendo i nostri "paesani", questa prassi diventerebbe subito un metodo "alternativo" per arrotondarsi lo stipendio.
 
 
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Giovane imprenditore. Come fare per ottenere un finanziamento dalle banche?

I 7 requisiti che devi avere per ottenere un finanziamento dalle banche

Ci lamentiamo spesso del fatto che le banche non concedono finanziamenti alle imprese, ma ci siamo chiesti il perché?

Innanzitutto il grande problema Italiano è che la legge NON funziona. I debitori non sono puniti e quando sono chiamati in causa la giustizia italiana impiega da 1 a 3 anni per emettere un'intimazione di pagamento, pignoramento o altro. Ma se il debitore non ha soldi, proprietà o beni pignorabili, il decreto ingiuntivo è carta straccia. 

Tutto il sistema bancario Italiano è incastrato in questo buco di inefficienza giudiziaria. 

Perché ti dovrei prestare soldi se poi, quando non me li puoi più restituire, io non posso neanche affidarmi alla giustizia? 

Il fattore “di rischio” dell’impresa diventa cruciale affinchè una banca possa concedere un finanziamento, ecco perché diventa fondamentale l’analisi dettagliata del bilancio dell’impresa stessa.

Se abbiamo la necessità di richiedere un finanziamento non dovremmo mai trascurare 7 fattori:

  • Cercare di essere in Utile
    Le imprese finanziate dalla banche devono essere in utile. Se abbiamo deciso di non pagare le tasse siamo liberi di farlo, ma quello che risulterà nel bilancio non è un utile.
    Domanda: tu metteresti i tuoi soldi in una impresa sistematicamente in perdita? E’ naturale che anche la banca non lo farà.
  • Avere patrimonio
    Le imprese finanziate dalla banche devono avere un rapporto minimo di patrimonializzazione.
    Se il tuo capitale non e' in azienda, scordati che la banca voglia mettere il suo, se non con pesanti penalizzazioni (garanzie, ecc.).Le banche, tutte le banche del mondo, preferiscono vedere i soldi in azienda piuttosto che investiti in altre attivita' economiche.
  • Reggere il peso
    Le imprese finanziate dalla banche devono avere un rapporto sostenibile tra il finanziamento accordato e la capacita' di sostenerlo. Il debito e' sempre un peso.
    Per il solo fatto che tu ti sia indebitato sei immediatamente, agli occhi della banca, piu' rischioso. La valutazione che farà la banca è storica e prospettica.
  • Vendere
    La banca percepisce i casi in cui l’impresa non vende, guardando alla voce magazzino ad esempio, e non concede il prestito. I fatturati sono importanti, ma devono essere proprozionati ai costi.
  • Incassare
    Le banche guardano il nostro bilancio anche alla voce crediti e, siccome pagare per molti è diventato un lusso, alle banche non piace finanziare questo lusso.
    Se sai vendere ma non sai incassare non ti finanzieranno.
  • Gestire il peso del debito  
    Alle banche interessa una sola cosa: riuscirà l'azienda a ridarmi i miei soldi?
    Le banche sono aziende commerciali il cui fine è fare utili, coi quali remunerare gli azionisti.
    Esattamente come la tua.
  • Gestire il peso degli oneri finanziari
    Il debito, infatti, si porta dietro oneri finanziari. Esiste un binario di ragionevolezza sul peso che tali oneri finanziari possono avere, cioe' un binario ben preciso sul quale gli oneri finanziari possono correre. Se gli oneri finanziari superano un livello di ragionevolezza, allora l'impresa diventa non solo piu' finanziabile da una nuova banca, ma probabilmente non piu' finanziabile dalle banche gia' affidatarie.

Se sei una giovane azienda, una start up, forse non è la Banca il luogo dove devi rivolgerti per ottenere un finanziamento. Oggi esistono strumenti innovativi che potrebbero fare al tuo caso.

 

Simona

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Wedding reporter: una professione per raccontare 50 sfumature di felicità

Nell’epoca del precariato “dalla culla alla tomba” il lavoro bisogna inventarselo. Affrontare il fuoco incrociato di sfide, pressioni e stimoli vivendo come su ininterrotte montagne russe. Così, in un mercato sempre più saturo in termini di offerta, per spiccare è necessario affinare creatività e coraggio sfruttando il momento propizio. Sono questi gli “ingredienti” che rendono particolarmente interessante la storia di Simona Buracci. Perché? A spiegarlo è proprio lei …
 
Qual era stato il tuo percorso lavorativo prima di diventare wedding reporter?
Sono laureata in Scienze della Comunicazione e sono una giornalista professionista. Ho accumulato 20 anni di esperienza tra tv, siti internet, quotidiani e uffici stampa. Due anni fa ho aperto la partita iva perché il mercato del lavoro, nel mio settore ma non solo, non riesce più a offrire impieghi di una certa sicurezza. Anzi, non offre più impieghi…
 
Quando hai deciso di “convertirti”?
Nei mesi scorsi, vedendo che il periodo non era dei più semplici, e che il lavoro negli uffici stampa comunque va a periodi, ho deciso di farmi venire un’ idea diversa, da portare avanti parallelamente all’attività di giornalista free lance. Il punto di partenza è stato quello che so fare,  cioè scrivere. Per questo, navigando sul web, mi sono imbattuta su questa nuova professione, che in Italia esiste già, anche se siamo in pochi. La wedding reporter è una figura che nasce all’estero, da poco è arrivata da noi. Mi è sembrata subito una cosa adatta a me: raccontare in un libro il giorno del matrimonio.
 
 
Come spiegheresti quello che fai ai non “addetti ai lavori”?
Si tratta di presenziare al giorno del matrimonio di una coppia, proprio come fa il fotografo, e raccogliere tutte le sfumature e i colori di quella giornata; parlare con gli sposi, con gli amici, i parenti e costruire, su tutti questi appunti, un vero e proprio libro, che sarà un ricordo bellissimo da leggere e rileggere. Si inserisce qualche foto, una copertina di impatto e il libro è pronto per essere “vissuto” ogni volta che si vuole. In realtà, un libro può essere scritto anche per altre occasioni della vita, come la nascita di un figlio, un anniversario di matrimonio, un’amicizia preziosa. Perché limitarsi solo al giorno del matrimonio?
 
 
Quanto si guadagna mediamente al mese? È possibile farne l’occupazione principale?
Bella domanda… non esistono tariffe, tutto va calibrato sulle richieste di chi ti commissiona il libro. Va considerato che oltre al mio lavoro di raccolta informazioni e scrittura, c’è quello del grafico che impagina e poi il costo di carta e stampa. Diciamo che si parte dai 300 euro a libro. Per farne l’occupazione principale bisognerebbe chiedere cifre più alte, anche perché le ore di lavoro sono tante, ma credo che ancora le persone non siano pronte a capire il valore di questi libri e del lavoro che ci sta dietro. Con il tempo, vedremo!
 
 
 
 
 

 

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