Riconvertire le raffinerie marchigiane. Il progetto della sedicenne Bianca

Giovani, sempre bistrattati e accusati di essere peggiori della generazione precedente.

Invece, spesso, sono migliori di noi e hanno l'entusiasmo e la voglia di cambiare le regole del mondo che li circonda.

La generazione Z ha infatti una coscienza ambientale molto spiccata e lo dimostra la quantità di progetti e idee che sviluppa per migliorare la situazione e la maggiore consapevolezza delle battaglie che dovrà affrontare. 

Come Bianca Barchiesi, 16 anni, una delle giovani changemaker di Gen C, iniziativa promossa da Ashoka Italia e Agenzia Nazionale per i Giovani, realtà che si propone di identificare le storie di ragazzi che, attaverso le loro innovazioni, si stanno impegnando per realizzare azioni e iniziative di protagonismo nei propri territori.  

Riconvertire le raffinerie

Sin da quando era piccola Bianca era appassionata al tema della biodiversità marina, poi si è avvicinata a quello del cambiamento climatico. 

Bianca è di Jesi, vicino Falconara Marittima, una delle zone ad alto rischio di crisi ambientale marchigiane, dove si rileva un inquinamento atmosferico molto alto e un grande aumento della mortalità dovuto a quest'ultimo. 

Bianca si è rimboccata le maniche e ha pensato a cosa avrebbe potuto fare per la sua regione. Risultato? Crea un progetto di riconversione dell’intera area che potrebbe essere vantaggioso per l’industria stessa.

Con il sostegno di Younicef, il programma di Unicef dedicato ai giovani, ha gettato le basi per una proposta molto interessante durante un hackathon organizzato a Jesi, che ha coinvolto coetanei e studenti universitari sul tema del climate change.  

L’obiettivo è la riconversione di parte della produzione energetica del sistema di raffinerie che si trova sul litorale marchigiano attraverso il loro inserimento in una classifica nazionale che si dovrà basare su criteri ecologici migliorabili.  

Tramite apposite piattaforme permetterà di rilevare miglioramenti nella qualità dell’aria e raccoglierà feedback e informazioni da parte della popolazione locale. Chi occupa la posizione più elevata avrebbe maggiore pubblicità e possibilità di aiutare le raffinerie più in basso. 

L’idea parte dal fatto che una raffineria non sarebbe mai disposta ad adattarsi senza ricevere nulla in cambio. Pubblicità o incentivi potrebbero favorire il processo di riconversione.  

I giovani sono il presente, non solo il futuro

Bianca, grazie all'appoggio dell'Unicef,  è riuscita a presentare il progetto durante la Pre-COP 26, da allora la rete si è allargata ancora inglobando altre realtà locali e associazioni dei territori.

 Si tratta di un problema sentito non solo dalla popolazione locale ma anche dai lavoratori delle raffinerie, che subiscono il peggioramento della qualità della vita.  

«Queste sono proprio le tematiche verso cui il mondo deve effettivamente essere solidale e unirsi. Io do molta importanza al ruolo dei giovani nella società: generalmente si dice che sono il futuro, ma in realtà sono il presente perché la loro energia, forza e innovazione devono essere al centro delle decisioni politiche e non, per portare sempre a nuovi cambiamenti e arricchimenti per la società. Sono i temi sui quali si deve ancora lavorare molto. Dobbiamo essere educati non solo noi giovani, ma anche i più grandi che oggi si trovano a prendere decisioni per noi» gha risposto Bianca durante un'intervista a L'Italia che cambia.

L’obiettivo di Bianca è proseguire con la progettazione e creare un network ancora più esteso per trattare tematiche che riguardano la società e la vita del giovani nella società. 

Per quanto mi riguarda, le faccio il mio più sincero in bocca al lupo.

 

Irene Caltabiano 

 

 


 

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