Lavorare ad Hollywood? Non aspettare l'ispirazione

City of stars, are you shining just for me?

HollywoodCosì recita il brano cult  di La la land, film acclamatissimo da critica e pubblico. E la città delle stelle in questione non è altro che la scintillante Los Angeles.

Chi non ha mai immaginato, anche solo per un momento, di fuggire alla volta della fabbrica dei sogni? Soprattutto chi vuole DAVVERO lavorare nel cinema sa perfettamente che prima o poi, il capoluogo californiano, è tappa obbligata.

Farsi strada nel campo della settima arte non è mai semplice, ma c’è chi ce l’ha fatta. A dimostrare che il raggiungimento delle proprie aspirazioni è direttamente proporzionale a determinazione, fiducia in sé stessi e una buona dose di testardaggine.

E Giulia Corda, sceneggiatrice vincitrice dello Sloan Filmmaker Fund Grant del Tribeca Film Festival, lo sa bene.

Il Transito di Venere

Chiunque si voglia cimentare in questo arduo percorso è assetato di consigli, dritte e curiosità sulle fasi professionali dei Giulia-Cordafortunati che sono ascesi all’Olimpo del grande schermo. Giulia come ci è riuscita?

Romana, cresciuta a pane, Nutella e Billy Wilder, si laurea in Antropologia e dopo aver frequentato la sede lombarda del Centro sperimentale, ha lavorato a Rai Tre come sceneggiatrice per Un Posto Al Sole e regista per il programma Sfide.

Nel 2011 ottiene una borsa di studio Fulbright ( progetti di studio, ricerca o insegnamento per italiani all’estero) e consegue un Master in Writing for Screen and Television alla University of Southern California. 

Venus Transit è la sua sceneggiatura di tesi e diventerà anche il lascia passare per il Festival più indie di Manhattan. Il film è un Thelma e Louise versione terza età, scaturito dall’amore per i viaggi on the road e i personaggi femminili forti. Una delle protagoniste infatti è una scienziata ispirata a Margherita Hack.

Il manuale del bravo hollywoodiano

il-diavolo-veste-PradaTra Los Angeles e New York Giulia ha fatto esperienza, imparando a confrontarsi con l’ambiente dello screenwriting americano, e raccogliendo una serie di trucchetti che consentono di sapere il fatto proprio nella scalata verso il successo hollywoodiano. Eccoli:

1)   Avere sempre materiale da presentare   

«Una volta la sceneggiatrice de Il Diavolo veste Prada mi ha detto una grande verità. Non puoi mai sentirti soddisfatto di aver finito una sceneggiatura perché la persona seduta accanto a te da Starbucks ne ha scritte almeno altre sei». 

Mai mostrarsi titubanti se ti chiedono a cosa stai lavorando e portare sempre in borsa uno script ben fatto.

I sei segreti per partorire un'idea geniale

2)   Inspiration is for amateurs

scrivereNon aspettate che arrivi la grande idea. Se davvero volete fare questo mestiere, dovete sempre avere la penna in mano senza mai smettere di buttar giù idee. « Ho scritto più in un semestre alla Southern California che in tutta la mia vita precedente a Roma»

3)   Los Angeles, città di macchine e networking

Se odiate guidare, L.A. non è la città per voi.

La-la-landPer correre da una parte all’altra serve necessariamente un mezzo. Un investimento che inizialmente può risultare costoso ma che ripagherà certamente dello sforzo economico iniziale.

Fare rete, come in tutti gli ambiti artistici è fondamentale. Anche in questo luogo sconfinato, le persone che gravitano in un certo ambiente sono sempre quelle, perciò sfruttare tutte le occasioni possibili per conoscere gente del campo: festival, eventi, workshop, masterclass.

4)    Italiani ma non troppo

Gli abitanti del Bel Paese hanno un grosso punto a favore: gli americani amano l'Italia e il suo popolo. Ma, se italiano è sinonimo di allegria e simpatia, spesso lo è anche di disorganizzazione, imprecisione e pessima guida. Perciò occhio al rispetto di regole e soprattutto di orari. I californiani non ammettono ritardi.

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5)   Thank you

Sembrerà assurdo ma i piccoli gesti ( aggiungerei anche non propriamente spontanei) possono fare la differenza. Un biglietto di ringraziamento nei confronti di chi è stato gentile non sai mai dove ti possa portare. Ad esempio Giulia ha  trovato lavoro per un grazie detto al momento giusto.

6)   Aggiornarsi

Sapere un po’ tutto di qualsiasi cosa, seguire i trades, leggere i quotidiani americani (forse per riuscire a destreggiarsi in qualsiasi situazione) come l'Hollywood reporter, Variety o deadline.com.

7) Determinazione

Probabilmente non ci si stancherà mai di ripeterlo, ma per raggiungere i propri sogni si deve essere testardi, anche al limite del fastidioso a volte. Via la vergogna e la titubanza e largo all’intraprendenza!

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8) Metodo zio Paperone

Questo più che un vero e proprio consiglio sulla professione è un atteggiamento di vita. « Un mio professore show runner mi ha detto: quando andate a un colloquio di lavoro, quando all'inizio vi chiedono se volete qualcosa, chiedete sempre una bottiglietta d'acqua. Magari il lavoro non te lo danno, ma almeno ti porti via  quella!»

 

di Irene Caltabiano

 

 

 

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