Bella Dentro: la seconda vita di frutta e verdura brutte come antidoto agli sprechi

La forma non è tutto. Quello che c’è dentro è l’unica cosa che conta davvero

Negli ultimi anni questa frase è diventata una sorta di mantra spendibile - per fare bella figura – nei più diversi ambiti. Rapporti interpersonali, lavoro…

Bella DentroSpesso però, le nostre azioni sconfessano clamorosamente questa dichiarazione d’intenti. Anche quando si tratta di gesti apparentemente banali, innocui e privi di significato come fare la spesa. Siamo sinceri: quante volte, al momento di scegliere mele o arance al banco frutta abbiamo preferito quelle piccoline e con la buccia un po’ ammaccata ad altre (inquietantemente) grandi e talmente lucide da accecarci, quasi? Il marketing influenza e condiziona le scelte di acquisto anche oltre ed indipendentemente dalla nostra consapevolezza e volontà. Perché prima ancora di noi, è la filiera dei distributori a decidere cosa far approdare sui banchi dei mercati e nei supermercati e a quale prezzo venderlo.  Tuttavia, è possibile spezzare il circolo vizioso rimettendo al centro la qualità. Costa, ma non è un’utopia, come dimostra la storia di Bella Dentro, startup che dal 2018 si occupa del recupero e immissione sul mercato della frutta e verdura inizialmente scartate in quanto non “appetibili” esteticamente. Finora ne sono stati salvati più di 177mila chili.

Alle origini di Bella Dentro

2017, Milano. Camilla Archi e Luca Bolognesi si ritrovano per puro caso a seguire un documentario di National Geographic che evidenzia le ricadute sociali ed economiche dei mille rivoli di spreco che affliggono la filiera agroalimentare. Decidono così di resettare i loro percorsi 

Bella Dentro

professionali: si licenziano, e dedicano un lungo periodo allo studio del settore, senza rinunciare a sporcarsi le mani. Si impegnano anche come volontari nella raccolta di frutta e verdura collaborando con alcune grandi cooperative, e a gennaio 2018 danno alla luce Bella Dentro.

Nella primavera dello stesso anno debutta l’Ape Bella Dentro, che attraversa Milano vendendo frutta e verdura “brutta” solo fuori, prodotta da numerose piccole aziende sparse per l’Italia che fanno fatica ad arrivare ad una grande platea di consumatori (quella garantita da supermercati e ipermercati, per intenderci). Camilla Archi e Luca Bolognesi ci prendono gusto, così ad agosto 2020 lanciano il marchio Bella Dentro, costituito da succhi e conserve prodotti dalla lavorazione di frutta e verdura salvata dal macero. L’iniziativa nasce dalla collaborazione con l’Officina Cooperativa Sociale. E ad ottobre 2020 la ciliegina sulla torta. Bella Dentro diventa anche negozio a Milano. Qui è possibile trovare non solo frutta e verdura dei piccoli produttori locali, ma anche succhi e conserve della linea nata qualche mese prima.

Bella Dentro: quando l’unione fa la forza

Il coraggio e la bontà del progetto di Camilla Archi e Luca Bolognesi si sono letteralmente dimostrati contagiosi. Attualmente infatti, collaborano con la startup 27 aziende agricole italiane. Sono queste a fissare il prezzo di vendita, in base alle spese sostenute in fase di produzione ed alle stime di guadagno.

C’è però un minimo comune denominatore: la volontà di distinguersi e distanziarsi dai negozi bio radical chic, caratterizzati spesso da prezzi inavvicinabili anche per chi ha uno stipendio decente.

Bella Dentro continua a crescere, ma Camilla Archi e Luca Bolognesi non hanno intenzione di crogiolarsi sugli allori. E neppure di negare che arrivare fin qui ha comportato anche fatica e problemi da superare. Ma questo non toglie nulla alla soddisfazione di aver costruito qualcosa capace di incidere sulle abitudini di acquisto, e sulla “salute” dell’ambiente. Al contrario, è un prezioso valore aggiunto.

 

Francesca Garrisi     

Quando le cose non mi divertono, mi ammalo  (H.B.)


 

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