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Pesaro: gelosia, violenza e orrore

Orrore
Non riesco a trovare una espressione diversa.
Ismaele aveva solo 17 anni.
Una vita intera da costruire!
 Giorni tutti da scrivere, progetti da portare avanti, amori da vivere, fallimenti da elaborare, problemi da risolvere, esperienze da collezionare e dalle quali imparare.
Aveva TEMPO!!!
Oggi non ha più nulla. Gli è stata strappata la vita dalle mani con una ferocia che un ragazzo non dovrebbe nemmeno concepire come possibile.
Igli Metam, un ventenne come tanti, lo ha praticamente sgozzato per poi tornare alla sua giornata con tanto di bagno al lago.
 
I fatti
Domenica pomeriggio.
 Igli, con l’aiuto di un amico -Marjo Mema- convince Ismaele ad andare al lago.
Raggiungono con l’auto della madre di Igli Contrada di San Martino. Qui è situata una chiesetta e all’esterno vi è una croce in ferro.
Igli colpisce Ismaele per poi legarlo alla croce con del nastro adesivo e cominciare una sorta di interrogatorio.
Il giovane è infatti ossessionato dal pensiero che Ismaele abbia una relazione con la sua ragazza, Ambra.
Ismaele però continua a negare e questo irrita Igli che perde la pazienza. Lo colpisce ancora e poi tira fuori il coltello con il quale sgozza il diciassettenne, come fosse una vera esecuzione.
Si ripulisce poi dal sangue e torna alla sua giornata al lago. Fa il bagno.
Viene localizzato attraverso il suo cellulare.
 
La ragazza, Ambra, subito dopo gli eventi aveva fatto sparire le sue tracce. Oggi dichiara invece di essere stanca di nascondersi e palesa il suo amore per Igli.
Smentisce il tradimento e afferma che aspetterà il suo amore per tutto il tempo necessario.
Dice che Igli non è un violento. È stato solo accecato dalla gelosia. È certa che non voleva uccidere Ismaele.
Lei lo conosce bene. Lui ha un animo sensibile…
 
                                                                ***
Resto disarmata di fronte a fatti del genere e ancor di più nel leggere le dichiarazioni di questa ragazza.
Vittime ormai di una così profonda crisi valoriale da non rendercene nemmeno conto fino in fondo.
Spettatori passivi di scempi di tale livello che poi cambiano canale e tutto torna alla “normalità” (ammesso che esista una normalità).
Approfittiamo di episodi come questo per riempirci la bocca di parole contro stranieri ed immigrati; tuttavia non è così semplice da “etichettare”.
La nostra cronaca è piena di violenza ed efferatezze di ogni genere.
È tutto molto più profondo e radicato.
Portatori di un modello di famiglia che non ha più alcun confine. 
Divorati dalla cura maniacale di un’apparenza che non lascia spazio all’essenza. 
Educati alla violenza e alla prepotenza. 
Disabituati ad una comunicazione autentica che non si filtrata da uno sterile virtualismo.
Acritici e appiattiti. 
Incapaci di prenderci cura di relazioni sane.
 
 
È sul serio questo il mondo in cui vogliamo continuare a vivere?
 
Il mio pensiero ad Ismaele e alla famiglia straziata dal dolore.
R.I.P.
 
 
 
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Continua...

I bambini che muoiono di fame

Sono così educati i bambini che muoiono di fame
non parlano con la bocca piena, non sprecano il pane,
non giocano con la mollica per farne palline,
non fanno mucchietti di cibo sul bordo del piatto,
non fanno capricci, non dicono: “Questo non mi piace!!”,
non arricciano il naso quando si porta in tavola qualcosa,
non pestano i piedi a terra per avere caramelle,
non danno ai cani il grasso del prosciutto,
non ci corrono tra le gambe, non si arrampicano dappertutto…
hanno il cuore così pesante, e il corpo così debole, che vivono in ginocchio…
per avere il loro pasto, aspettano buoni, buoni…
qualche volta piangono, quando l’attesa è troppo lunga…
No, no, state tranquilli, non grideranno, non ne hanno più la forza: solo i loro occhi possono parlare…
incroceranno le braccia sul ventre gonfio, si metteranno in posa per fare una bella foto…
moriranno piano piano, senza far rumore, senza disturbare…
Quei bimbi lì…sono così educati.
Si, sono così educati i bambini che muoiono di fame…
 
di Roberto Clandestino
 

Anche oggi evito di mettere nel mio piatto ciò che considero “poco sano”. Mi alimento ossessionata da ciò che può migliorare il mio aspetto. Maturo una reale sofferenza per ciò che non amo di me…

Il cibo, per alcuni "un'ossessione quotidiana"

Poi mi ritrovo a leggere parole come quelle succitate con tanto di foto.

Resto a lungo in silenzio. Questa immagine mi tormenta. Mi sento così insignificante. Sto ricordando tutte le chiacchiere sulle alimentazioni dell’ultima generazione: quelle vegetariane, vegane, crudiste…ecc… (parlo di alimentazioni di ultima generazione poiché, tranne in RARISSIMI CASI ove si tratta di scelte maturate e convinte, nella gran parte ci si accosta a questi stili di vita seguendo solo la moda del momento.  D’altra parte Jennifer Lopez lo fa ed ha quel corpo, magari ci riesco anche io!!! ).

In questo momento mi sembra tutto così vuoto e banale. 800 milioni circa il numero di persone che soffrono la fame… mentre l’altra metà del mondo ha talmente tanto cibo da combattere il nemico “obesità”.

Viviamo un ossimoro quotidiano.

I dati forniti dalla FAO nel maggio c.a. segnano un deciso miglioramento rispetto al biennio 1990-92 …quando i numeri erano ancor più allarmanti. Siamo scesi di circa 200 milioni di persone. Ma è ancora troppo alto il numero di chi nasce nel buio e mia arriverà alla luce.

Asia, Africa e America Latina i paesi che combattono maggiormente questo inferno:

511,7 milioni in Asia;

232,5 milioni in Africa;

34,3 milioni in America Latina e Caraibi;

14,7 milioni nei Paesi sviluppati.

(Statistica FAO).

Fame Zero: missione possibile

Un recente rapporto dell’ONU dimostra che l’obiettivo Fame Zero è raggiungibile. Stima la necessità di circa 160 dollari all’anno a persona per azzerare la fame entro il 2030. Questo costo equivarrebbe allo 0,3% del PIL mondiale; un costo relativamente basso per un problema di una così grande rilevanza e che dovrebbe stare a cuore a tutti. 

Se continuiamo a girarci dall’altra parte, sempre secondo l’ONU, il numero di persone malnutrite crescerà di 650 milioni entro il 2030. Molteplici sono le cause di questa terribile realtà, la maggior parte connesse allo sviluppo economico e alla relativa non equa distribuzione delle risorse. Ad aggravare il tutto nel corso della storia hanno avuto un ruolo rilevante guerre, carestie, conflitti, condizioni e disastri ambientali, assenza di infrastrutture agricole, eccessivo sfruttamento ambientale…

Un insostenibile spreco di risorse

Sprechiamo circa 1,3 miliardi di tonnellate di cibo all’anno (fonte FAO). Quantità che sarebbe più che sufficiente per sanare questo divario sempre più ampio entro la parte del mondo che ha troppo e quella cha ha troppo poco. La nostra contraddizione come esseri umani di fronte a una tragedia quotidiana di tale entità è infinita. 

Siamo quelli commossi di fronte alle immagini del pensionato in lacrime in Grecia, siamo quelli che inorridiscono di fronte alle barbarie degli estremisti islamici pronti a decapitare chiunque considerino “infedele”; restiamo disarmati all’ennesima notizia di cronaca condita con sangue e violenza…. Eppure non abbiamo abbastanza anima per guardare dritto negli occhi uno di questi bambini “educati” e sottrarlo al proprio calvario.

Dimentichiamo che una parte del mondo ci chiede aiuto; ed è un grido così silenzioso da diventare straziante!

E mentre noi ci provochiamo il vomito pur di non mettere su qualche chilo… o spendiamo cifre assurde per compare quelle proteine vegetali che “fanno tanto bene”… c’è, in quello stesso istante, un altro essere umano (o più di uno) che chiude gli occhi per sempre e lo fa con una dignità che non abbiamo mai incontrato nel nostro camminare.r

In punta di piedi vengono al mondo e così lo lasciano. E intanto …noi… abbiamo indossato le nostre super alla moda scarpette da corsa … per dimenticare le nostre pene ed andare a bruciare qualche caloria!!!

 

 

Continua...

Dal fruttariano al respiriano: un altro modo di nominare i disturbi alimentari?

In principio era il vegetariano. 

Fino a quindici-venti anni fa conoscere un vegetariano era una rarità. Era un soggetto che veniva sempre guardato con sospetto, additato come l’ingrato della situazione che si privava volontariamente della carne, quando per i suoi nonni concedersi la carne era un lusso che non sempre potevano permettersi.

Essere vegetariano oggi non desta più alcuno scalpore, anzi, è appurato che un consumo eccessivo di carne faccia male alla salute. 

Ma eliminare la carne non è stato sufficiente. 

Qualche anno fa i vegani sono piombati nelle nostre vite. Mi è capitato di conoscere diverse persone che abbracciano questa alimentazione: non li ho visti né particolarmente in forma né grassi, e, da fuori, non mi è parso che avessero un aspetto più sano degli onnivori. Forse perché i vegani che ho conosciuto fumano una sigaretta dietro l’altra e hanno la stessa resistenza all’alcol degli scaricatori di porto.  Insomma, non saranno di certo i grassi animali ad ucciderli, ma il tabacco o l’etanolo.

Comunque, anche essere vegani ormai non è più impressionante.

E tra un piatto di seitan e una cucchiaiata di tofu, ecco che siamo giunti alle frontiere più estreme dell’alimentazione: abbiamovisto fan page che voi umani non potete neanche immaginare ( Bambini fruttariani si può le batte tutte). Ma quando credi che un essere umano, per sopravvivere, non possa ridurre ulteriormente la propria alimentazione, dopo i melariani scopri l’esistenza dei respiriani (o breathariani, ma vogliamo deliberatamente evitare di utilizzare questo orrendo neologismo). 

I respiriani non mangiano, non assumono cibi solidi né liquidi. 

Essi sostengono di assimilare energia attraverso il respiro. Chiaramente questo digiuno viene nobilitato tramite qualche richiamo all’ascetismo orientale. Si tratterebbe di alimentazione pranica: il termine prana, derivato dal sanscrito, si può tradurre con “vita”, “respiro” e “spirito”, quindi nutrirsi con il respiro. 

Ma smettere di mangiare non era una malattia? 

Mi pare si chiamasse anoressia, e che potesse portare alla morte. L’esponente più famosa di questa follia è una certa Ellen Grave, ribattezzatasi Jasmuheen. È bene prestare la massima attenzione nel leggere queste notizie, la scienza parla chiaro, senza mangiare né bere si muore, nel modo peggiore, tramite una lenta e lunga agonia: infatti, alcuni seguaci di questa santona sono morti davvero nel tentativo di emulare la sua demenza.

Cosa ne penserebbe Darwin di tutto questo…selezione naturale?

Guarda il video

di Valentina B.


 
Continua...

 

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