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Nella vita bisogna essere SEMPRE ottimisti!

I sette comportamenti che ci aiutano ad essere più ottimisti
Io penso positivo perché son vivo”non è solo una canzone di Jovanotti! 
Pensare positivo fa bene alla salute perché ci rende più longevi e meno malati, lo dicono gli scienziati.
 
Ecco i sette semplici comportamenti che dobbiamo avere per essere ottimisti tratti dalla rivista Focus:
 
PIÙ FAI, PIÙ SEI OTTIMISTA 
Lo psicologo Rich Walker, dopo aver analizzato 30.000 ricordi di eventi e oltre 500 diari con una durata variabile tra i 3 mesi e i 4 anni, si è convinto che le persone che si impegnano in una varietà di esperienze sono più propense a mantenere le emozioni positive e minimizzare quelle negative.
 
PIÙ TI RACCONTI E MENO SEI PESSIMISTA 
Sempre lo psicologo Rich Walker, in un esperimento di laboratorio (controllato) avrebbe scoperto che raccontarci agli altri ci rende più ottimisti. Il motivo è semplice: le persone tendono ad enfatizzare le emozioni positive e a ridurre quelle negative quando raccontano una storia, perché la memoria tende a conservare le prime e a liberarsi dei ricordi negativi. E raccontare la storia più volte, a persone diverse, migliorerebbe questo processo di costruzione di ricordi positivi.  
 
SPORT CONTRO LO STRESS (E IL PESSIMISMO) 
Ricercatori dell'Università di Bristol hanno scoperto che praticare attività fisica prima di andare a lavorare - o in pausa pranzo - renderebbe i lavoratori meglio attrezzati per gestire tutto lo stress della giornata. E anche più produttivi e felici. Ma c'è anche una ragione fisica: Fare sport fa produrre più feniletilamina, sostanza simile alle anfetamine, responsabile del benessere quasi euforico che segue gli sforzi fisici intensi e prolungati.
 
SE SEI ALTRUISTA VIVI MEGLIO (E PIÙ FELICE) 
Uno studio dell'Università di California (a Berkeley) suggerisce che spendere i soldi per gli altri ci procuri maggiore felicità che spenderli per noi. Che la generosità verso il prossimo paghi.
Tenere una porta aperta a qualcuno, mostrarsi disponili con una persona anziana o fare complimenti a un collega, insomma piccoli e grandi atti di gentilezza rendono la persona che compie più felice. Ancora di più se si susseguono a breve distanza, piuttosto che essere sporadici. In parte dipende anche dalle ricompense sociali: le persone che rispondono positivamente alla nostra generosità, ci rendono felici.
 
COME SI DIVENTA OTTIMISTI? 
L'ottimismo è un'abilità appressa e ci sono una varietà di modi per acquisirla. Ci sono  tre trucchi per migliorare il senso di ottimismo.
  1. Raddrizzare il proprio corpo: mantenendo una postura dritta e camminando a grandi passi e velocemente con le spalle indietro e la testa alta. "Le persone che procedono lentamente con piccoli passi e la testa in giù tendono a essere più pessimisti", dice.
  2. Cambiare il tono di voce, in modo che sia allegro e energico.
  3. Usare le parole ottimistiche o più positive, come sfida piuttosto che problema, o pensare in termini di opportunità, piuttosto che perdita. "Pensieri e comportamenti positivi hanno un impatto positivo sulla biochimica del cervello" e secondo Troiani bastano 4/6 settimane per cambiare abitudini.
GLI ALTRI TRUCCHI PER DIVENTARE OTTIMISTI 
Ma ci sono altre possibilità per diventare ottimisti: basta smontare i pensieri pessimisti. Il sito dell'Università di Rochester avverte che non è facile, e offre alcuni suggerimenti di buon senso
  1. Smettere di fare confronti e di competere col prossimo: ognuno ha talenti unici e speciali.
  2. Cercare il buono in ogni situazione, anche quando sembra difficile.
  3. Di fronte a una sfida concentrarsi sul risultato, e non soffermarsi sul rischio di sconfitta.
  4. Esplorare le proprie convinzioni sul senso della vita (in termini filosofici o religiosi).
  5. Sforzarsi di mantenere la salute fisica attraverso esercizio fisico, igiene, dieta sana e buone abitudini.
  6. Sfidare la propria mente ogni giorno ad imparare qualcosa di nuovo, compreso l'apprendimento su di noi e la nostra storia di famiglia.
GLI OTTIMISTI SONO PIÙ SANI 
I ricercatori dell'Università di Rochester hanno esaminato i risultati di oltre 80 studi in tema di ottimismo per trovare risultati simili e hanno scoperto che, come era prevedibile, l'ottimismo ha un impatto notevole sulla salute fisica. 
 
Lo studio ha esaminato la longevità complessiva, la sopravvivenza a una malattia, la salute del cuore, il sistema immunitario, l'esito della gravidanza, la tolleranza al dolore, e altri argomenti di salute. Sembra che coloro che avevano una visione più ottimista avessero risultati migliori rispetto ai pessimisti. I ricercatori hanno anche osservato che l'ottimismo sembra avere benefici consistenti per le persone indipendentemente da fattori demografici quali il livello di reddito o stato di salute generale.
 
 
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Cinque modi per ottenere obbedienza dai bambini

«Help, mio figlio non mi dà retta».
Pensateci: quante volte siamo arrivate a dirlo in un momento di stress?
Sappiate che ci sono cinque precisi comportamenti da attuare per riuscire a ottenere la loro attenzione, senza alzare necessariamente la voce e senza battere, isteriche, i piedi sul pavimento.
 
 
 
1. Se il vostro piccolo ha disobbedito non ignorate questo momento, ma affrontatelo anche se siete stanche e impegnate. Non evitate di sgridarlo se ha sbagliato solo perché non volete vedere il vostro bambino piangere. 
 
2. Non fate in alcun modo le dittatrici dichiarando: «Conto fino a tre!». E’ come se dessimo ai nostri bambini tre possibilità di prendere in considerazione di obbedirci, mentre devono ascoltarci subito! Non fate neanche dichiarazioni del tipo: «Ho detto così e basta». Le imposizioni non si digeriscono. Spazio alla calma e alla comunicazione.
 
 
3. Non mostratevi mai confuse nè deboli nel farvi ascoltare. Attenzione alle parole: devono essere attendibili e mai contraddittorie. Per esempio: la tradizionale frase «chiudi la bocca e mangia» fa solamente ridere!
 
4. Ricordatevi l’età del bambino che avete di fronte. L’obbedienza che può derivare da un bambino di nove anni è ben diversa da quella che si può ottenere da uno di quattro. Non pretendete cose impossibili.
 
 
 
5. Mettete subito una “conseguenza immediata e incisiva”, che seguirà al comportamento sbagliato del vostro bambino: «Se non ti comporti bene chiamo adesso tuo padre (mostrate il cellulare) e gli dico di non portarti allo zoo». 
 
di Mariagrazia Poggiagliolmi
 

 

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Generazione Erasmus 2.0

Vino rosso
Quella notte ero sul letto a guardare la TV con la mente brilla di un qualunque venerdì sera romano bagnato di vino rosso, la stessa mente brilla, ma un po’ più responsabile, di un altro venerdì qualunque del mio soggiorno Erasmus a Monaco di Baviera.
La notizia del TG mi ha colpito al petto e subito gli occhi hanno inziato a perdere gocce di sensibilità.
 
Parigi
Oltre alle famiglie delle povere vittime, il mio primo pensiero è andato alla Ville Lumière a cui tanto aspiravo, pensavo alla bellezza e alla facilità con la quale viene distrutta. Pensavo al primo incontro di una coppia seduta ad un tavolino esterno del Carillon, al pre-concerto bevereccio di un gruppo di amici che si incontrano per andare insieme a sentire gli Eagles of Death Metal e a tante altre piccole situazioni di vita quotidiana ingigantite nel mio e nostro immaginario da un fattaccio storico.
La mia generazione, la generazione Erasmus, sente un attacco terroristico come questo più di chiunque altro perché purtroppo o per fortuna siamo noi quelli che viaggiamo con i piedi e con la mente nella speranza di trovare posti migliori oltre le Alpi o oltreoceano.

 
La bruttezza
La bellezza, un termine che nella pelle di una ragazza è destinato a scomparire ma che rimane eterno nell’anima di persone e monumenti.
Cosa fare? Ogni Paese della UE come al solito dice la sua, ha la propria strategia che molto spesso entra in conflitto con gli altri Stati. Sicuramente rispondere con la violenza, la bruttezza, alla violenza non è la soluzione giusta, per questo mi sorge spontaneo citare un mio insegnante di recitazione che nella sua pagina personale di Facebook lascia con la sua amabile solita ironia da pedagogo francese questo messaggio: 
Se fossi presidente della Repubblica Francese avrei fatto un discorso alla Nazione, questo si. 
Non all’ Eliseo però, ma nella banlieu nord di Parigi. Magari al settimo piano della torre C dove vive il mio amico Amed. Amed fa lo spazzino parte time. 
 
Avrei gustato il couscous della moglie di Amed ( signora complimenti: è profumatissimo il suo couscous )e dopo avrei detto: francesi, ragazzi tutti! Abbiamo il nucleare e le bombe. Tranquilli, noi siamo apposto. La sola cosa che ci manca è il cervello: non si può aver tutto. Pazienza. 
 
Ora contro il terrorismo ci servono armi non convenzionali: campi di basket e calcetto, teatri e creatività nelle banlieu perdute. Signora a proposito di guerre riprenderei del couscous : troppo buono! La guerra non basta per vincere la guerra amici miei! Bisogna ricreare un tessuto sociale forte,multi etnico, biologico e a cento per cento pure latte di capra. Sennò le torri delle periferia potrebbero caderci sulla testa, per Toutatis (dio dei galli). Infine tagliamo subito i fondi a quei Paesi che forniscono soldi all'Isis! 
 
E incrementiamo l'amicizia e le danze arabe nelle strade di Parigi! Sirtaki e bal musette compresi, ci tengo. La domenica andremo alla moschea per salutare i nostri connazionali in santa pace e faremo pure un saltino in chiesa per dare un occhiata- caso mai Dio ci fosse. 
 
Dapertutto andremo, dove potrebbe germogliare il fanatismo. In quel dappertutto tutto, noi modestamente proveremo a portare un po di luce.” (Emmanuel Gallot Lavallée)
 
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