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Ripetere sempre gli stessi errori è umano, lo dice la scienza!

Una ricerca ha rivelato perché facciamo sempre gli stessi errori sia  con il cibo spazzatura che con gli acquisti, con la scelta del ristorante e persino del partner

Ci sono ricascato di nuovo! pensiamo.
Ed è vero ma è un comportamento comune un po’ a tutti noi ed è scientificamente dimostrabile.

Esistono infatti tre meccanismi responsabili (tratti da Focus) di questo comportamento:

  1. Una forma di consolazione

Quando sbagliamo ci sentiamo in colpa, e quando ci sentiamo in colpa tendiamo a essere più indulgenti con noi stessi. Così finiamo per sbagliare di nuovo.

Dagli esperimenti condotti, ad esempio, è emerso che chi aveva ceduto alla tentazione di spendere per un acquisto, successivamente si è detto disposto a rifare lo stesso errore.

  1. Autosabotaggio

Dopo un errore commesso il nostro cervello tende a rimuginare sull’errore stesso distogliendo l’attenzione nel momento in cui ci troviamo di nuovo di fronte a quella scelta

  1. Ma era così buono

Il nostro cervello, inoltre, tende a prestare particolare attenzione agli stimoli che un tempo sono stati piacevoli, anche se non lo sono più.
Riuscire a resistere ad un uomo sbagliato oppure ad un dolce ipercalorico è difficile se questi,in passato, hanno generato dopamina che porta il piacere e quindi si fa più fatica a ricordare “l’indigestione”.

Simona

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Ecco come ti distruggo l'autostima dei bambini

Tutti sappiamo come gli elogi incoraggiano l'auto-stima dei figli. Un incoraggiamento aiuta a formare la personalità.
Gli elogi

Funzionano in maniera molto semplice: si loda il proprio figlio o figlia quando supera un esame, prende un bel voto a scuola, quando fa un bel lavoretto.

Eppure il considerarli meravigliosi non sempre giova all'accrescimento della stima personale.

Il lato B degli elogi
Cosa succede però quando gli elogi si fanno ripetitivi? Cosa succede quando ci aspettiamo un premio, ma sorprendentemente non lo riceviamo? Talvolta gli elogi possono portare i bambini a scegliere la strada più facile, anziché cercare di superare loro stessi a prescindere dalle difficoltà che potranno trovare lungo il cammino verso i loro obiettivi.
 
Ma c’è di più
Gli elogi possono indurre i nostri figli in ciò che non gli piace
In altre parole, potrebbero voler raggiungere un risultato positivo esclusivamente per ricevere un nostro complimento, senza che a loro piaccia davvero quello che stanno facendo. È importante che i bambini non pensino alla ricompensa ogni volta che fanno qualcosa. La lode potrebbe funzionare parallelamente all’ottenimento di un regalo ricevuto ogni volta che si ottengono risultati positivi.
 
Gli errori da non commettere
  1. Premiarli per la capacità e non per lo "sforzo" impiegato
  2. Premiarli con esagerazione. Frasi del tipo "sei un grande", "sei un artista", producono effetto opposto
  3. Mettere pressione. I bambini devono essere motivati non pressati! La pressione genera ansia.
Quindi, il consiglio è di lodare, premiare, incoraggiare. Ma non premiate lo sforzo, il superamento! Non premiate quello che si ottiene con facilità e non esagerate mai. 
È bene ottenere le cose con fatica, solo così si può capire il loro vero valore.
 

 

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Paura dello sporco? Siete affetti da rupofobia

Disinfettare sempre e ovunque, pulire sempre fino a togliere l’ultimo alone: sono alcuni comportamenti di chi soffre di rupofobia

C’è un limite oltre il quale la pulizia per la casa diventa una vera e propria ossessione questo limite è la Rupofobia.

Le persone affette da questa patologia sono ossessionate dalla pulizia e dedicano alla casa molto più tempo del normale, pulendo molto più a fondo e più spesso del necessario.

In cosa consiste

La rivista Pisicotime la identifica come una fobia a tutti gli effetti, perché non si ferma al semplice gesto del pulire. Vi è infatti una vera e propria paura marcata e persistente, eccessiva o irragionevole, provocata dalla presenza o dall’attesa di un oggetto o situazione specifici (in questo caso lo sporco e potremmo azzardare anche, il senso di inadeguatezza che ne deriva”). La persona che soffre di fobia specifica , reagisce quasi sempre con una risposta ansiosa di fronte allo stimolo fobico. Questa risposta ansiosa a volte può prendere forma di attacco di panico sensibile a quella particolare situazione con sintoni organici ben precisi quali sudorazione profusa, crisi d’ansia ricorrenti, insonnia, dispnea, in alcuni casi anche forme depressive.

Il rupofobico

Come abbiamo detto, la persona è ossessionata dalla pulizia della casa, dedica ad essa molto più tempo del normale, o pulisce molto più a fondo e più spesso del necessario: disinfetta sempre e ovunque, magari non alza le tapparelle quando piove per non sporcare i vetri, o dopo un temporale li pulisce meticolosamente, fino all’ultimo alone. La persona passa anche molto tempo dedicandosi all’igiene personale: tipica di questa condizione è la spinta a lavarsi continuamente le mani ( detta per questo anche sindrome di Pilato) e ad usare spessissimo detergenti e disinfettanti, tanto da acere il dorso delle mani molte volte corroso dagli agenti chimici.

ll rupofobico trascorre quindi una vita interamente dedita alla pulizia, all’evitare il contatto con i germi che potrebbero aggredirlo in ogni luogo e in ogni momento, impiegando gran parte della propria giornata e della propria energia per sentirsi fisicamente e moralmente “pulito”, ineccepibile.

Come si cura

La terapia è la stessa che viene prescritta per i disturbi d’ansia e si basa sulle cosiddette tecniche d’esposizione che riducono il sintomo e modificano in profondità il proprio essere e i propri pensieri, liberando la persona dalla schiavitù mentale in cui finora era stato relegato e di cui il sintomo rupofobico era stata la massima espressione

Simona

le nostre manie: Il respirariano!
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