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Stress da email non lette: quante ne ricevi ogni giorno?

Aiuto, ho 500 email da leggere!

Sono le 9 del mattino e sei appena arrivato in ufficio. Accendi il computer, controlli il tuo account di posta elettronica e ti rendi conto di avere centinaia di email ancora da leggere… Come reagisci?

Ci sono persone che non si preoccupano, perché si sentono libere di decidere quando – e se – rispondere a ciascuna mail, a seconda del destinatario e dell’importanza del messaggio. Altre, invece, si lasciano sopraffare dalla pressione del dover rispondere a tutte – o almeno di leggerle! – e si stressano nel vano tentativo di recuperare i messaggi più vecchi, mentre nuove mail continuano ad accumularsi. E così il ciclo ricomincia.

Se ti riconosci nel secondo caso, probabilmente soffri anche tu dello stress da email non lette.

Come facciamo ad accumulare così tante email?

La nostra dipendenza dalle nuove tecnologie ci porta a iscriverci a newsletter di ogni tipo: suggerimenti per acquistare online capi all’ultima moda e prodotti di bellezza, segnalazioni di offerte di lavoro e di promozioni sui viaggi, inviti a eventi a cui non vediamo l’ora di partecipare. E poi, ancora: email di lavoro, notizie dai nostri siti web preferiti, notifiche dalla scuola, dalla banca e dai profili social che utilizziamo più spesso. Per non parlare dell’odiatissimo spam…

La lista si allungherebbe all’infinito, se considerassimo tutti gli stimoli da cui siamo bombardati ogni giorno. Nelle persone più curiose e sensibili, questo eccesso di messaggi può portare alla frustrazione di non riuscire a stare dietro a tutti gli input che riceviamo. La mole di email da cui siamo travolti, quindi, può diventare fonte di ansia e di nervosismo.

Come liberarsi dallo stress da email non lette?

Innanzitutto, è necessario cambiare mentalità: non sei obbligato a rispondere a tutte le mail che ti arrivano!

Ecco qualche consiglio per gestire la tua casella di posta senza ansie:

  • Cancellati dalle newsletter pubblicitarie che non ti interessano;
  • Rispondi in modo breve e conciso ogni volta che puoi, e rimanda le lunghe conversazioni a quando avrai più tempo;
  • Crea una cartella in cui far confluire le email importanti, come quelle di clienti e familiari;
  • Invia una risposta automatica ogni volta che ricevi un messaggio, in modo da avere più tempo per rispondere.

Cerca, comunque, di dare almeno un’occhiata ai messaggi per vedere di che si tratta… ché tra le centinaia di email che ricevi ci sia proprio quella che tanto aspettavi?

E tu, come fai a organizzare la tua casella di posta?

di Rosa Cambara

 

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Timido non vuol dire sfigato

Non è un mondo per timidi

Se  sei timido e introverso non sei fatto per questo mondo aggressivo e violento. In una società sempre più competitiva c’è bisogno di persone che sappiano relazionarsi con gli altri, che sappiano conquistare la loro attenzione e stordirli di parole per raggiungere un obiettivo. In poche parole, che sappiano vendere e sapersi vendere.

Questo è quello di cui cercano di convincerci da anni, negli innumerevoli colloqui di lavoro in cui ci bombardano la testa con l’ideale del collaboratore perfetto: simpatico, estroverso, vestito di tutto punto, brillante, competitivo, perfettamente a suo agio nel gruppo, che abbia un carisma innato per aspirare un giorno a diventare leader.

«Per noi è più importante il carattere della formazione. Se non sai una cosa, puoi sempre studiare e imparare a farla, invece il carattere non cambia». Se rientri anche tu nella schiera dei “pesantoni” incalliti, probabilmente ti sarai sentito rivolgere questa frase almeno una volta nella vita.  

Self-negation, ovvero fingere di essere qualcuno che non sei

Cosa può fare, allora, una persona timida e introversa per non soccombere in una società dominata dai pescecani e dai simpaticoni? La reazione più immediata, purtroppo, è quella di cadere nella self-negation, la negazione di sé, cioè nel fingere di essere qualcuno che non sei.

Così, ti ritrovi a dover ostentare un sorriso forzato e a inventare una socievolezza che non hai. Tanto nel lavoro quanto nella vita privata.

Quando ascolti gli altri non riesci a rilassarti, sul tuo volto dipingi una finta allegria che in realtà nasconde la tua ansia di dover trovare sempre una battuta brillante per controbattere, perché hai paura di risultare banale e noioso.

Non ti senti a tuo agio tra persone che conosci poco, ma devi mascherare il tuo imbarazzo perché la vita te lo impone, altrimenti le tue qualità vengono sepolte dai fiumi di parole vomitate dai chiacchieroni – non necessariamente validi.

Devi cambiare per forza: puoi frequentare corsi di teatro, gruppi di aiuto organizzati da psicologi, scuole di canto, o qualunque altra cosa ti venga in mente, perché la timidezza è un grave limite che ti impedirà di avere successo.

Solo quando torni a casa e sei da solo con te stesso puoi togliere la maschera del finto estroverso e rindossare i tuoi veri panni. È un peccato, perché la preoccupazione di dover apparire diverso da ciò che sei frena il tuo talento e impedisce alle tue potenzialità di venire fuori.

Gli introversi hanno grandi potenzialità

Come insegna padre Anthony De Mello, è inutile combattere contro la propria natura per fingersi diversi. Il cambiamento non sarà reale ma forzato, e avremo sempre paura di essere smascherati (boom, ti ho beccato, sfigato).

Molto meglio accettarci per ciò che siamo, con i nostri limiti e le nostre debolezze, perché così il cambiamento avverrà in modo spontaneo.

Hai notato com’è diversa una persona timida quando è con gli amici di sempre o con la sua famiglia? Perché con le persone che conosce bene sente di poter essere se stessa e sa di essere accettata.

Se fosse così anche sul lavoro, le aziende scoprirebbero che le persone introverse hanno un enorme potenziale. Perché nel mondo c’è bisogno dei simpaticoni, ma c’è bisogno anche di chi sa riflettere.

Ognuno può brillare, sotto la giusta luce. Per alcuni è un riflettore di Broadway, per altri una lampada da tavolo. 

(Susan Cain)

di Rosa Cambara

 

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Le cose che non dici ti fanno ammalare

Accumulare risentimento fa male al tuo organismo

Da anni sei costretto a trascorrere le tue giornate con persone che non ti piacciono, che non ti rispettano, ma a cui ogni giorno devi rivolgere un sorriso forzato e nascondere la tua insofferenza, perché non hai altra scelta. Possono essere i tuoi colleghi di lavoro, i tuoi compagni di classe o d’università, i tuoi coinquilini.  

Alcuni membri della tua famiglia abusano della tua pazienza e della tua disponibilità, ma tu sopporti, sopporti, e quando superano ogni limite non reagisci. Perché il quieto vivere è più importante; perché bisogna salvare le apparenze.

Quando qualcuno ti offende incassi il colpo e non riesci a rispondere, avesti voglia di ribattere ma le parole proprio non ti vengono. O meglio, ti vengono ma non le pronunci, perché hai paura di sembrare troppo aggressivo, di fare brutta figura davanti agli altri.

E allora resti in silenzio, la tua mente elabora pensieri negativi, e le emozioni che reprimi creano un blocco emotivo che ti impedisce di vivere pienamente la tua vita.

Malattie psicosomatiche: cosa sono?

Tutto quello che non dici e le emozioni negative che ti porti dentro possono far nascere malesseri fisici, chiamati malattie psicosomatiche.

Secondo le ricerche scientifiche, individuando le situazioni e i sentimenti che ti fanno soffrire potrai prevenire il tuo malessere, o guarirlo.

A seconda della parte del corpo su cui la psiche “scarica” il disagio emotivo, possono nascere diversi disturbi psicosomatici.

Qualche esempio: il dolore al collo e il mal di testa possono derivare dall’insicurezza e da una bassa autostima. Prova a pensare, infatti, all’andatura tipica delle persone con poca fiducia in se stesse: a testa bassa e con le spalle ricurve, quasi a simulare un atteggiamento di chiusura verso il mondo…

Il mal di schiena, invece, può riflettere forti preoccupazioni che gravano sulle nostre spalle, mentre i dolori addominali, i problemi digestivi e la dermatite atopica possono derivare da uno stato d’ansia causato da paure di cui non siamo consapevoli e da timori inespressi.

Ancora, il risentimento e la rabbia repressa ci rendono più vulnerabili a malattie comuni come la febbre, e alla lunga possono provocare problemi al cuore.

Impara ad ascoltare il tuo corpo

Il segreto per tornare a stare bene è liberare la mente da tutti i pensieri negativi e vendicativi che avvelenano psiche e corpo. La paura del giudizio altrui, di ricevere critiche, di essere rifiutati, non deve portarci a tradire noi stessi e i nostri bisogni.

Respira, ascolta quello che comunica il tuo corpo, e se qualcosa ti ferisce non aver paura di dire ciò che pensi.

Le parole possono far male, ma se non le dici fanno più male a te. 

di Rosa Cambara

 

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