Via Malvasia 22/5, i panni sporchi si lavano in condominio

Useresti una lavatrice condominiale?

lavatrice-comunaleChi sa dirmi nome e cognome del suo vicino di casa? E quanta energia spreca la sua lavatrice? Due domande apparentemente senza alcuna connessione ma in realtà più affini di quanto sembrano. 

Il risparmio energetico e la mancanza di sostenibilità sono due degli spauracchi da affrontare più temibili degli ultimi anni. Insieme a una sempre maggiore tendenza ad individualismo ed egoismo.

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Via Malvasia 22 per l’ecosotenibilità

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Se dico condominio la maggioranza delle persone associa il termine ad interminabili riunioni, fastidiosamusicaad alto volume nel weekend e frettolosi incontri-scontri mattutini.

Forse la chiave per affrontare problemi condivisi è ricostruire il senso di bene comune tramite la ristrutturazione degli spazi. E quale migliore soluzione se non partire dal luogo in cui abiti?

Per questo motivo i condomini di via Malvasia 22, nel cuore di Bologna, hanno deciso di dare una svolta green al loro modo di vivere. Tutti insieme, passo dopo passo.

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Una lavatrice condominiale

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I panni sporchi non si laveranno più in famiglia bensì nella lavanderia condominiale. Un’invenzione di stampo Nord europeo e americano (ricordate Big Bang Theory?) introdotto nella capitale emiliana grazie alla società Pasvens, azienda di vendita e noleggio di asciugatrici e lavatrici industriali.

La novità è in linea anche con la crisi del mercato immobiliare. Risparmiare qualcosa sulle bollette e favorire la condivisione delle spese è infatti diventata una priorità.  

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La lavatrice condivisa non solo permette di dimezzare le cifre delle fatture, ma anche risparmiare sull’acquisto dell’elettrodomestico stesso. Infine si annullano persino le spese di lavanderia esterna dal momento che si tratta di lavatrici professionali  con le quali si può smacchiare tutto, anche scarpe e piumioni.

Da non sottovalutare l’aspetto sociale e ricreativo dell’iniziativa. Forse, tra una centrifuga e un’ impostazione di lavaggio, potremmo scambiare quattro chiacchiere e finalmente  associare un’identità al volto dei nostri vicini. I "meno socievoli" invece potranno prenotare il servizio online, monitorando il ciclo da remoto.

E chissà, forse i contatti si faranno più frequenti della semplice richiesta di una tazzina di zucchero.

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di Irene Caltabiano

 

 

 

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