Mi sono trasferita in Polinesia, dove la gente vive al ritmo della natura

Il copione è sempre lo stesso.

PolinesiaIl desiderio di cambiare vita, provare come ci si sente in un Paese diverso dal proprio, respirare aria nuova, modificare stile di vita e abitudini.

Sorprendersi nello scoprire che è possibile chiamare casa un posto che sta dall’altra parte del globo.

Da Montecarlo a Tahiti

Per Marina la “chiamata al cambiamento”  è avvenuta verso i 26 anni. A Montecarlo conduceva una vita agiata, ricca, che faceva invidia a molti. Tuttavia, il bisogno di rompere la routine si fa sempre più impellente.

Così parte per la California, dove vive per circa sei mesi tra Los Angeles, Santa Barbara e San Diego. Ma la vera svolta della vita avviene grazie ad un Capodanno a Thaiti.

Doveva essere un viaggio di gruppo ma alla fine l’organizzazione sfuma. Marina decide di partire lo stesso, non per due settimane ma per tre mesi. Che, infine, sono diventati vent’anni. 

Nel 1994 infatti, qualche giorno dopo essere approdata nella città polinesiana, Marina si sposta nella capitale Papeete. La ragazza che la accoglie, in quell’occasione, le presenta i suoi amici.

Nella comitiva c'è un ragazzo che a detta di Marina "sembrava uscito da un quadro di Gauguin”, quanto di più diverso dal suo ideale fisico e culturale. Quel ragazzo è oggi padre dei suoi due figli di 14 e 18 anni.

La perla dell'arcipelago

perla-PolinesiaMarina oggi si mantiene grazie alla realizzazione e alla vendita di collane di perle.

«Ho scoperto che si trovano di tutti i colori! Mi occupo di sceglierle una per una quando i produttori fanno la raccolta, poi scelgo la montatura giusta o infilo le perle in collane e bracciali. Faccio anche merchandising, ossia lavoro per dare valore al gioiello».

Dopo il lavoro, Marina va in palestra e in bici. Quando non realizza collane, va sulle lagune, nuota o gira in piroga.

A Luglio e Ottobre invece accompagna il marito a nuotare con le Balene Megattere (il suo lavoro nel turismo) e produce succhi di frutta ( pompelmo, mango, ananas e papaia non mancano). «Vendo anche pasta fresca. Qui è raro che la facciano, essendo una particolarità italiana».

Pro e contro di vivere in Polinesia

 Chiunque ci vada, conferma che il posto è un paradiso. Non soltanto i paesaggi ma anche la gente che incontri per strada ti sorride e ti ferma per scambiare qualche parola. Tutto regala una sensazione di pace.

«Un altro degli aspetti positivi è la sensazione che quasi niente di male possa capitare. Non chiudo la casa né la macchina a chiave. Posso dormire con la porta aperta, la gente sorride, non teme fregature o aggressioni verbali e fisiche».

POLINESIALa vita dei giovani è molto più semplice dal momento che la loro esistenza non gira mica attorno al denaro. «Fanno sport tutto il tempo: surf, piroga, pesca, bici, Trek. Hanno inoltre un gran rispetto per la natura e gli animali».

Ma occhio: se pensate di non essere capaci di vivere senza cinema, teatri, bar o luoghi di divertimento, non è il posto adatto.

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Il rischio noia è dietro l’angolo se non riesci ad accontentarti di quello che c'è. La popolazione si sveglia di buon’ora e va a letto altrettanto presto. I ristoranti chiudono al più tardi alle 21. In pratica la vita notturna concepita all’occidentale non esiste.

Inoltre si deve assolutamente essere convinti della scelta di vivere in Polinesia, dal momento che il biglietto aereo costa 1800 euro a testa solo andata.

E il lavoro?

Purtroppo le possibilità non sono tantissime.

Molta gente ne va in cerca, soprattutto i giovani. È però sconsigliato partire all’avventura, dal momento che non esistono ruoli stagionali per fermarsi per poco tempo.

Sicuramente il campo turistico è quello maggiormente indicato. La natura rigogliosa delle isole del Pacifico attira molte persone; ci si può dunque inserire come guida turistica, a patto che si sappiano parlare almeno altre due lingue ( consigliati soprattutto francese e inglese).

Insomma, un luogo perfetto per chi ama natura, tranquillità e vita semplice.

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di Irene Caltabiano

 

 

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