To Brexit or not to Brexit, that is the question

Tra pochi giorni, il 23 Giugno, i cittadini della Gran Bretagna andranno al voto per decidere se restare nell’ Unione Europea.

Negli ultimi giorni diversi imprenditori italiani con forti interessi in Gran Bretagna mi hanno chiamato preoccupati per il futuro dei loro investimenti. Se vincesse il fronte del NO UE, nessuno in realtà può prevedere cosa accadrebbe. Certamente le implicazioni economiche e finanziarie sarebbero senza pretendenti e la reazione scomposta dei mercati potrebbe portare danni incommensurabili all’intero sistema finanziario mondiale.

La mia previsione è la seguente:

“a prescindere dall'esito del referendum non cambierà nulla”

Al popolo sarà chiesto di votare, se risponde in maniera corretta e vince il SI rimaniamo in UE, l'esito sarà assecondato, se “sbaglia” e vince il NO, il referendum sarà ignorato o comunque inventeranno qualcosa per non applicarne l'esito, come è successo in Grecia lo scorso anno.

Tante sono le motivazioni che mi fanno essere certo della mia affermazione e sarebbe troppo lungo parlarne in questo articolo.

Voglio evidenziarne solo uno che credo essere il più importante.

La City di Londra

Un terzo del PIL dell’Inghilterra viene generato nella City. Non da Londra ma dalla City of London.

La City è un territorio di circa 1 miglio quadrato che si trova nel centro di Londra ed è quasi uno Stato a se stante, con leggi proprie e diverse da quelle della Inghilterra e della Gran Bretagna che tutti conosciamo. E’ il cuore finanziario dell’Europa ed il crocevia da cui si accede a tutto il mondo offshore, cioè al network bancario sito nei Paesi del Commonwealth, le “ex” colonie facenti capo alla corona britannica.

Tutte le più grandi banche, assicurazioni ed istituzioni finanziarie mondiali sono concentrate nella City che è in sostanza un Paese offshore nel cuore di Londra.

L’uscita dalla UE della Gran Bretagna obbligherebbe le istituzioni ospitare nella City a riformulare completamente il modo in cui operano ed infatti nei corridoi “che contano” già si parla di un possibile piano di fuga.

Il costo di una tale decisione colpirebbe forse poco i cittadini che votano e che pensano di poter avere un vantaggio dalla uscita dalla UE ma moltissimo le istituzioni NON politiche, cioè quelle che in realtà prendono le decisioni.

Mi spiace essere così duro ma è la realtà. In queste faccende l'opinione del popolo viene ascoltata solo quando non commette errori di valutazione.

 

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