Sindrome da Calimero, ovvero come fuggire dal vittimismo cronico

«Che brutto tempo, beato te che sei così fortunato, a me non ne va mai una giusta».
 

Non importa di cosa, l’importante è lamentarsi. Il  vittimismo cronico non è una malattia riconosciuta, ma potrebbe avere uguale effetto nocivo sulle persone che, indirettamente, ne sono portatori o ne subiscono l’influenza.

Attenzione, a tutti capita di sfogarsi ogni tanto, ma non deve diventare un’abitudine fastidiosa. Spesso l’obiettivo di chi ne soffre non è altro che attirare l’attenzione e suscitare comprensione sterile, con il risultato di rimanere nella piena e completa passività.

Esistono più tipologie di vittimisti. Può essere che la persona che si lamenta continuamente abbia davvero problemi ma è incapace di reagire in maniera positiva. Poi ci sono i vittimisti rabbiosi, che sfogano la loro negatività aggressivamente, magari contro qualcuno che pensano gli abbia fatto un torto. Ci sono anche i vittimisti arrivisti, ovvero chi si butta giù strategicamente, per muovere a compassione e ricevere favori.

Chi ormai ha fatto del brontolare il proprio modus vivendi, rischia di diventare la prima vittima di sé stesso, incapace di trovare soluzioni ai propri problemi. Entra così in un circolo vizioso per cui si crogiola nei suoi sbuffi, perde tempo e si demoralizza. Bisogna infatti fare attenzione, dal momento che il vittimismo cronico può persino rappresentare una lieve forma di depressione.

Molti preferiscono non reagire, continuando a essere perseguitati e rientrando nel peggiore dei meccanismi che si possono scatenare: trovare sempre un colpevole alla propria condizione. Per capire di fronte a chi vi trovate, cioè se una persona che ha reale bisogno di aiuto o un individuo che gode nel lamentarsi, offritegli il vostro appoggio. Se si trova in serie difficoltà, accetterà volentieri. Se invece il suo scopo è solo abbandonarsi all’invettiva vi farà intendere che lui/ lei non ha bisogno di nessun conforto. E continuerà con il suo calvario.

Se non potete fare nulla di concreto per loro, evitate queste persone. Serviranno solo a rovinarvi l’umore. Circondatevi invece di gente che vi trasmette allegria, che riesce a strappare un sorriso anche durante una giornata no. 

di IRENE CALTABIANO

 

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