«Se ti difendi ti arresto!» Legittima difesa e certezza della pena, questi sconosciuti

Fa rabbia!
 
È assurdo pensare di essere invasi fin dentro le mura di casa propria, e dover arrivare a impugnare una pistola e fare fuoco.
Uno sparo che toglie la vita per proteggere la propria e quella di chi si ama. 
 
Un colpo che diventa violenza anche verso sé stessi.
 
Una scelta mossa dalla paura, dalla rabbia, dal coraggio del terrore.
 
Eppure, un atto che ora può togliere anche la libertà di vivere.
 
Non solamente per un mero caso da sottoporre al lento corso della nostra “giustizia” ma soprattutto per il peso che graverà sull’animo del pensionato che, per difendere casa sua, ha tolto la vita al ventiduenne di origine albanese.
Il caso di Francesco Sicignano (65 anni) è solo uno degli esempi di una situazione sempre più delicata che tocca il nostro stivale da Nord a Sud.
 
È chiaro che non si può giustificare mai la morte di un ragazzo, e la magistratura italiana farà il suo ‘’paralitico’’ percorso per comprendere le dinamiche esatte degli eventi, tuttavia quest’uomo si sentiva talmente insicuro tra le mura della sua stessa casa da dormire con una pistola sul comodino dal 2008. Ogni singola notte!
 
Testimonianze differenti raccontano di un timore ampiamente condiviso in tutto il quartiere in cui vive l’anziano. In un’intervista il signor Francesco tocca temi che sono sempre piuttosto scottanti: legittima difesa e certezza della pena su tutti.
 
"Servirebbero 25 anni di carcere per chi ruba in casa" afferma con tutta la sua amarezza.
 
Secondo Salvini, leader della Lega, lo Stato Italiano tutela i ladri. 
 
Afferma:
«Noi da mesi diciamo che deve essere cancellato il reato di eccesso di legittima difesa, vorrà dire che le nostre battaglie, come in altri casi, hanno un senso e ottengono lo scopo, ovvero far diventare l'Italia un Paese normale. La difesa è sempre legittima. La proprietà privata è sacra: chi entra non invitato in casa d'altri deve sapere che rischia».
E ora il pensionato di Vaprio D’Adda è indagato per omicidio volontario. Poiché consapevolmente ha deciso di difendere casa sua e la sua famiglia da un giovane che, altrettanto consciamente, ha deciso di entrare in quella villetta allo scopo di rubare.
 
Certo non voglio dire che chiunque debba arrivare a farsi giustizia da solo e Sicignano è il primo a rivolgere il suo pensiero alla famiglia del ragazzo e a rammaricarsi per l’accaduto; ma ritengo che sia assurdo trovarsi da parte lesa a “carnefice” in un attimo per la mancanza assoluta di tutela da parte dello Stato.
 
La cronaca è piena di episodi simili, anziani minacciati con coltelli alla gola, persone che ci rimettono anche la vita e criminali che non scontano mai le loro pene fino in fondo (senza contare che la pena non è praticamente mai proporzionata al crimine commesso).
 
Quando si entra in un’aula di tribunale la prima cosa che si legge è: “la legge è uguale per tutti”.
 
Siamo proprio certi di poterlo affermare, caro Stato Italiano?
 
 
 

 

 

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