Don Pusceddu, il prete rimasto ai tempi della caccia alle streghe

«Che idea della fede possono trasmettere due omossessuali? Gli autori di tali “cose” meritano la morte».
 

Un colpo al cuore alla famiglia. Così Don Massimiliano Pusceddu, parroco di Decimoputzu, sconosciuto paese dell’entroterra sardo, giudica l’approvazione delle unioni civili e l'amore omossessuale. Successivamente cita la lettera di San Paolo ai Romani . « Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami; infatti, le loro femmine hanno cambiato i rapporti naturali in quelli contro natura. Similmente anche i maschi, lasciando il rapporto naturale con la femmina, si sono accesi di desiderio gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi maschi con maschi, ricevendo così in se stessi la retribuzione dovuta al loro traviamento. E poiché non ritennero di dover conoscere Dio adeguatamente, Dio li ha abbandonati alla loro intelligenza depravata ed essi hanno commesso azioni indegne ». Le Sacre (?) scritture sciorinano poi un elenco di epiteti orribili per chi non rispetta la “parola di Dio”. Malvagi, omicidi, arroganti, violenti, fraudolenti, senza cuore e senza misericordia. 

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Non trovo questo tipo di violenza verbale dissimile da chi imbraccia un fucile e uccide cinquanta persone, da chi professa il fanatismo più bieco. Da chi additava come streghe le donne dai capelli rossi o uccide i bambini albini. E penso agli amici omosessuali. Al dolore, alla rabbia e allo sgomento che si possono provare ascoltando queste parole. Mi ero ripromessa di non scrivere né dire nulla a riguardo perché a volte il silenzio è più dignitoso. Ma volevo solo ricordare a Don Pusceddu che, a prescindere dall’orientamento sessuale, siamo persone. E anche gli etero hanno diritto di vivere nel rispetto altrui la propria intimità. Ci sono tanti modi per esprimere le proprie opinioni e certo l’arroganza e l’augurio della morte non è quella giusta. Soprattutto a pochi giorni dalla più grande strage LGBT degli Stati Uniti.

Il parroco è stato successivamente chiamato a rispondere delle parole omofobe pronunciate il 28 maggio. Il prete non è apparso per nulla pentito, anzi ha rincarato la dose, risentito nel non avere la libertà di esprimere la propria opinione. Peccato che non l’abbia fatto su un social qualsiasi o al bar ma dal pulpito di una chiesa.

Su Change.org è stata lanciata una petizione per le immediate dimissioni di Don Pusceddu. Il numero di firme da raggiungere è 50.000 e i sostenitori sono già oltre 40.000. Si accettano le adesioni di qualsiasi partito politico, sindacati, associazioni e organizzazioni. Tra i firmatari L’Italia dei Valori, Sinistra Ecologia e Libertà Liguria e la Comunità di San Benedetto di Don Andrea Gallo. La petizione verrà consegnata a Papa Francesco, al Presidente della Camera dei deputati  Laura Boldrini, al ministro della Giustizia Andrea Orlando ed al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per chiedere una Legge specifica contro l'omofobia.  

Le parole del parroco sardo sono inaccettabili. L’unica cosa da discriminare è la discriminazione stessa. 

 

di IRENE CALTABIANO

 

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