Risorse ambientali, diario di un'estinzione

Non ci accorgeremo di nulla. 
 

Gli scaffali dei supermercati rimarranno pieni e straripanti di merce dalle confezioni accattivanti. Ma, sotto la superficie, non c'è più niente. Nè cibo, né legname, né risorse idriche.

Il Global foot Print network, organizzazione internazionale che misura il consumo di risorse che ogni anno la natura mette a disposizione, ha dichiarato l'Overshoot day. Il giorno in cui è cominciato il sovra sfruttamento dei beni naturali, il game over del Pianeta, la data X in cui stiamo consumando più di quanto la Terra è in grado di produrre.

Siamo in pieno circolo vizioso. Emettiamo più anidride carbonica di quanta oceani e foreste siano in grado di assorbire. Aumenta lo squilibrio climatico, la desertificazione e l'inaridimento e, in maniera direttamente proporzionale, diminuiscono le risorse disponibili.

Dall'otto agosto ci siamo macchiati di reato di furto. Stiamo rubando cibo, aria e acqua  alle nuove generazioni. La buona notizia è che possiamo ancora salvarci dall'estinzione puntando sull'incremento delle fonti rinnovabili. Ma dobbiamo sfruttare una risorsa che nessuno ci può regalare: la volontà di cambiare.

I segnali di trasformazione ci sono, nonostante l'ago della bilancia penda ancora su una situazione negativa. Costa Rica, Portogallo, Germania e Gran Bretagna stanno già soddisfacendo la domanda di energia elettrica con energie rinnovabili. La Cina ha invece dimezzato il consumo di carne così da abbassare le emissioni di CO2 di un miliardo di tonnellate entro il 2030. Inoltre, sul sito dell'Overshoot day, sono presenti alcuni consigli utili nel quotidiano per sprecare meno risorse. Ad esempio, lavorare un giorno da casa per diminuire l'inquinamento atmosferico o mangiare più verdure.

E l' Italia?
 
 

Come al solito, siamo ben lontani dal rispettare le norme internazionali a difesa dell'ambiente elaborate durante la COP21. Misure che tra l'altro creerebbero nuovi posti di lavoro. Poca informazione o troppo menefreghismo? Forse fin quando non vedremo gli scaffali dei supermarket vuoti e cominceremo a camminare con le mascherine anti-smog, non avremo reale percezione di quanto male stiamo facendo. A noi, alla Terra, ma soprattutto alle generazioni successive. Che, di questo passo, si potranno contare sulla punta delle dita.

 

 

di Irene Caltabiano

 

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