Pokèmon mania o Pokèmon follia?

Chi ricorda i Pokèmon?
 
 I mostriciattoli erano già stati un successo durante gli anni '90. Nati dalla mente di Satoshi Tajiri, giapponese collezionista di insetti e appassionato di videogiochi, cominciano a popolare gli schermi di Game Boy e non solo. Approdano in tv, al cinema,vengono commercializzati in qualsiasi maniera. 
 

Cosa fanno gli originali esserini? Combattono tra loro, non sanguinano e sono immortali. Semplicemente, quando vengono sconfitti, diventano inutilizzabili nelle battaglie.

Un successo durato vent'anni
 

Sarà questo il segreto del loro successo? Questa sorta di concezione pacifista dello scontro? Chissà. Fatto sta che mancava davvero l'ennesimo strumento che ci facesse vedere queste creaturine ovunque. Ulteriore scusa per tenere occhi e mani incollate allo smartphone.

Pokèmon Go, l'app sviluppata da Niantic Labs, mescola digitale ed analogico. Grazie al GPS lo smartphone traccia la nostra posizione in tempo reale. A questo punto la mappa di gioco ricalca, strada per strada, la città in cui ci troviamo. Ogni volta che c'è un Pokèmon nelle vicinanze, il cellulare vibra; basterà così identificare la posizione del mostriciattolo (grazie alla realtà aumentata, che sovrappone il virtuale al reale) e catturarli. Più se ne collezionano, più si ha possibilità di sfidare i “grandi maestri”, sparsi anch'essi per il mondo. Si deve però essere piuttosto svelti perchè il Pokemòn potrebbe scappare.

I luoghi della nostra quotidianità ne sono già stati invasi e, nonostante l'app sia apparsa su Ios e Android da appena poche settimane, ha già scatenato i meccanismi dell'idiozia umana. In Giappone, Australia e Stati Uniti è arrivata il 6 Luglio: 50mila download in meno di 48 ore e installato sul 5,6% degli smartphone Android. E se si avessero altri dubbi sulla diffusione del gioco l'8 Luglio l'applicazione è stata utilizzata per una media di 43 minuti e 23 secondi. Più di Whatsapp, Tinder e Snapchat messe insieme.

Un Pokèmon e un cadavere: il massimo della nevrosi
 

Tralasciamo il fatto che Pokèmon Go viene usata non solo dai ragazzini, ma da un'ampia fascia di trentenni. Ma certi eventi confermano sempre più che l'umanità sta perdendo il lume della ragione.

Un veniseienne del Massachussets, mentre cercava di catturare un Pikachu, ha ben deciso di fermarsi nel bel mezzo dell'autostrada, causando un grave incidente. In preda al delirio, pare abbia detto agli inquirenti: «Se vuoi catturarli tutti devi rischiare tutto». Un altro “entusiasta” è finito in ospedale dopo essersi sfregiato l'occhio sinistro contro un ramo mentre cercava di catturarne uno. 

Qualche furbone ha anche sfruttato la Pokemon mania a suo favore. Nel Missouri la Polizia ha arrestato quattro persone per rapina. I sospettati avrebbero utilizzato Pokèmon Go per attirare i malcapitati in luoghi nascosti e rapinarli. Altri ladruncoli, vista la diffusione del gioco, hanno creato una versione alternativa piena di virus, per cui, una volta aperta dall'ignaro utente, consente di controllare il telefono da remoto.

 E, come per ogni fenomeno che si rispetti, ci sono in giro le storie più assurde. Pare che una ragazza, mentre si avvicinava alla recinzione per catturare l'ennesimo Pokèmon, al suo posto abbia trovato un cadavere. Oppure un signore cercava di catturare un Pidgey mentre la sventurata moglie era in preda alle doglie in sala parto.L'app è diventata in poco tempo così pericolosa da scatenare una campagna Twitter con l'hashtag #Don't Pokemon and Drive. Anche il dipartimento dei trasporti di Washington avrebbe severamente vietato di giocare con i Pokemòn alla guida.

"Gotta catch them all" (Catturali tutti!) recita lo slogan. Sì, ma i giocatori. Per farli rinsavire. 

di IRENE CALTABIANO

 

 

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