Mathpix: alzare la media scolastica e annientare l'intelligenza

Che rabbia.
 

 Avessi avuto anche io un’app del genere mentre i miei poveri neuroni, ormai votati alla letteratura, si spremevano nel cercare di risolvere un’ equazione. Analfabeti dei numeri, esultate. Da iOs è appena arrivata Mathpix, un’app che risolve operazioni matematiche semplicemente fotografando il foglio su cui sono scritte. Come? Tramite un algoritmo di riconoscimento di simboli e lettere, passaggio per passaggio. Unici requisiti di utilizzo: una connessione Internet per raggiungere i server dell’app e avere una calligrafia chiara.

Poveri professori, che ormai non sanno più cosa inventarsi perché gli studenti non copino o non si avvalgano di supporti elettronici. Serve a poco sequestrare tablet e cellulari. Chi garantisce che non abbiano doppi, tripli, quadrupli dispositivi? Ma soprattutto…chi li controlla una volta a casa? Non possono certo verificarsi scene da perquisizione ogni volta che si deve svolgere un compito in classe.

Mathpix non è unica nel suo genere. Chi maledice Seneca o Platone  ogni volta che deve tradurre una versione non avrà più problemi del genere. Google Translate infatti nasconde le sue insidie. Sappiamo che il motore di ricerca non è proprio un campione nelle trasposizioni coerenti, ma tra le sue opzioni prevede traduzione latino-italiano e viceversa.Con un minimo di logica si può ricostruire il significato corretto del testo. Il colosso di Silicon Valley non è ancora arrivato al greco ma ci hanno pensato alcuni sviluppatori indipendenti, supportando gli studenti con vocabolari online e elenchi dei paradigmi più diffusi (αβ ad esempio). E noi che la terribile professoressa di greco e latino ce la sognavamo la notte. Tremo al sol pensiero di cosa avrebbe fatto se ci avesse colto in flagrante, smartphone alla mano.

E i sotterfugi non si fermano certo qui. Google Goggles fa un baffo alle professoresse di storia dell’arte. In pochi secondi  infatti squarcia il velo di Maya, rivelando autore, stile pittorico e contesto in cui è stato dipinto un quadro. Invece, per chi la fisica proprio non la mastica, c’è IFisica Pro, che, in una manciata di secondi, individua l’argomento di cui si sta parlando, elencando formule e applicazioni.

Insomma, grazie alla tecnologia è difficile che ci sarà qualche ripetente. Ma è pur vero che c’è il pericolo di crescere una generazione di asini e incapaci che, al primo problema, cercano un’app che glielo risolva.

di IRENE CALTABIANO

 

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